Mentre in Italia il nuovo disegno di legge di Bilancio 2025 annuncia una significativa stretta fiscale sulle criptovalute, alzando l’aliquota fino al 42% sulle plusvalenze, a pochi chilometri di distanza, in Svizzera, Lugano sta imboccando una strada ben diversa. La città elvetica si propone infatti come una sorta di “hub” per la moneta digitale, con una tassazione sulle criptovalute pressoché inesistente per i privati e un sistema sempre più integrato che consente di utilizzare Bitcoin, Tether e la moneta locale Lvga per pagamenti quotidiani.
A differenza dell’Italia, che cerca di regolamentare il mercato delle criptovalute con un’impostazione fortemente tributaria, Lugano ha scelto di accogliere investitori e appassionati di monete digitali con una politica fiscale neutrale. Questa decisione rende particolarmente appetibile la città ticinese, che si distingue anche per l’iniziativa “Plan B”, un programma promosso per fare di Lugano un centro di innovazione legato alla blockchain e alla finanza decentralizzata. Grazie a questo progetto, oltre 20mila cittadini possono già utilizzare le criptovalute nei bar, ristoranti e persino nei negozi di beni di prima necessità.
Il sindaco di Lugano, Michele Foletti, accoglie con entusiasmo l’interesse internazionale suscitato dalla città e riconosce il vantaggio competitivo che una fiscalità agevolata rappresenta rispetto ai vicini italiani. Tuttavia, più che un’espressione di rivalità, l’approccio di Lugano sembra rappresentare una visione alternativa: la Svizzera, attraverso il Canton Ticino, offre un modello di sviluppo dove la tecnologia si integra con l’economia locale, alimentando un circuito virtuoso che attrae nuovi residenti e investimenti senza imporre pesanti oneri fiscali.
L’iniziativa Lvga è emblematica di questo modello: la criptovaluta locale è stabile, ancorata al franco svizzero, e offre vantaggi concreti, come un cashback del 10% sugli acquisti, incentivando così i cittadini a spendere nel territorio. Questa stabilità, unita alla possibilità di utilizzarla per pagare una vasta gamma di beni e servizi, rende il Lvga non solo uno strumento di pagamento, ma anche una forma di supporto all’economia locale.
Tuttavia, l’interesse di Lugano per le criptovalute non è solo legato ai vantaggi fiscali. La città si presenta come un luogo di sperimentazione e innovazione, dove le criptovalute non sono solo un mezzo di speculazione, ma diventano un elemento integrato nella quotidianità. La decisione di mantenere esenti da tassazione le plusvalenze da criptovalute per i privati riflette anche la tradizionale apertura svizzera verso la tutela del risparmio individuale. L’unico vincolo per godere di questa esenzione è mantenere un profilo di investitore privato, evitando di svolgere attività professionali di trading o di assumere ruoli di imprenditorialità.
Il mercato delle criptovalute è in continua evoluzione e gli Stati cercano di definire regolamentazioni adeguate, Lugano si propone dunque come un esempio di equilibrio tra innovazione e semplicità normativa. Una scelta che potrebbe attirare un numero crescente di “migranti digitali” dall’Italia e da altri Paesi europei, non tanto come sfida diretta ai sistemi fiscali tradizionali, ma piuttosto come sperimentazione di un’alternativa moderna, adatta a una finanza che si fa sempre più digitale e globalizzata.
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