La Sicilia contro il caro-mutui #finsubito prestito immediato

Prima le famiglie. Poi le imprese. Lo scorso febbraio la Regione Sicilia aveva lanciato la prima piattaforma in Italia per abbattere gli indici del prestito variabile versati nel 2022 e 2023 per l’acquisto della prima casa: 50 milioni di euro a fondo perduto per circa 25 mila contratti. Ora la giunta di centrodestra del governatore Renato Schifani ha dato il via libera alla bozza di decreto contro il caro-mutui per le aziende.

Prima della firma definitiva dell’assessore regionale all’economia, Alessandro Dagnino, il decreto, condiviso con l’assessore alle attività produttive, Edy Tamajo, sarà sottoposto al parere della commissione bilancio dell’Assemblea regionale siciliana (Ars). Previsto dalla manovra dello scorso luglio, il plafond per l’incentivo destinato alle aziende titolari di mutui al 1° gennaio 2024 è di 45 milioni di euro.

Ogni micro, piccola e media impresa beneficiaria potrà ottenere un massimo di 10mila euro che saranno erogati in misura pari al 30% dell’ammontare degli interessi relativi alle rate scadute nel corso del 2023 e pagate alla data del 31 marzo 2024.

«Dopo il successo della misura sul caro-mutui a vantaggio delle famiglie il mio governo ha fortemente sostenuto la norma, votata dall’Ars, a favore delle imprese», ha spiegato Schifani. «Sostenere il mondo produttivo è una priorità dell’esecutivo e per queste ragioni abbiamo confezionato un provvedimento che punta ad alleviare il peso degli interessi dei mutui a tasso variabile subìto dagli imprenditori siciliani».

Il tasso d’interesse nominale annuo applicato sull’ultima rata di finanziamento scaduta per cui verrà richiesto l’aiuto non potrà essere inferiore all’1%. Le istanze che perverranno a Irfis (la società finanziaria per il mediocredito con sede a Palermo che gestirà l’incentivo) saranno ordinate in base a un punteggio calcolato sulla base di tre pesi: il tasso nominale applicato all’ultima rata scaduta nel 2023, l’ammontare degli interessi oggetto della richiesta di contributo e il requisito della sede legale in Sicilia.

«Nella scelta dei pesi per l’attribuzione della priorità ai candidati abbiamo deciso di dare maggiore rilevanza alle imprese che hanno sede legale in Sicilia», ha sottolineato Dagnino. «Una scelta che riteniamo dovuta rispetto a chi decide di localizzare nell’isola il cuore dei suoi affari, contribuendo direttamente alla finanza pubblica».

«Anche in questa occasione Irfis sarà pronta a intervenire al fianco delle imprese e del sistema produttivo siciliano per contribuire a realizzare questa misura prevista nella manovra del governo e votata dall’Ars», ha detto il presidente di Irfis, Iolanda Riolo.