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Sassari, studenti sardi contro Zappino e la “rieducazione” queer #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Roma, 23 ott – C’è stata una bufera sull’Università di Sassari dopo la decisione dell’ateneo di attivare – già dallo scorso anno – un corso di “teoria queer” per gli studenti: il corso bis di Federico Zappino, docente e attivista dell’ateneo del nord Sardegna – autore di testi come “Comunismo queer” – è da alcune settimane al centro di accese polemiche, arrivate anche al Parlamento Italiano.

Gli studenti contro Zappino

Judith Butler, la filosofa americana tra le maggiori esponenti mondiali del pensiero queer, è la prima firmataria della lettera aperta, indirizzata alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, scritta a sostegno del filosofo, attivista e traduttore Federico Zappino, docente di Filosofia politica presso l’ateneo di Sassari, dove insegna Teorie di genere e queer e Teoria critica globale. «Appena poche settimane fa – si legge nella lettera – abbiamo assistito con preoccupazione all’attacco da parte delle associazioni Pro Vita e RadFem a un gruppo di ricerca dell’Università di Roma Tre impegnato nello studio sull’infanzia gender creative. Oggi dobbiamo segnalare un ulteriore, gravissimo, caso di ingerenza di un partito di maggioranza sulle libertà di ricerca e di insegnamento. Il caso che ci costringe ad alzare ulteriormente la guardia è quello che, in questi giorni, ha a bersaglio non solo la libertà, ma la legittimità di un docente di Filosofia politica dell’Università di Sassari: Federico Zappino». In effetti il problema è proprio di legittimità: com’è possibile che un’università pubblica finanzi dei programmi d’istruzione di una certa agenda ideologica? Se lo sono chiesti anche gli studenti del Blocco Studentesco Sassari, formazione giovanile nei ranghi di CasaPound Italia: nella notte infatti sono stati affissi sull’entrata della sede universitaria alcuni striscioni che pongono un deciso niet a quella che definiscono una vera e propria “rieducazione da parte di una determinata categoria politica e ideologica, per instillare sempre di più nei ragazzi le teorie queer e gender“.

La posizione degli studenti

“Si tratta – dichiarano in una nota i militanti del Blocco Studentesco – dell’ennesimo attacco all’istruzione, portato avanti da coloro che supportano una propaganda totale incentrata su giovani studenti, i quali si trovano assediati oggigiorno da un’assillante campagna mediatica e scolastica che mira alla cancellazione dell’identità e della famiglia”. E qui gli studenti sembrano cogliere un punto fondamentale: le “follie” gender, come spesso vengono apostrofate dagli esponenti del Governo, altro non sono che la pragmatica e sistematica attuazione di un’agenda rivoluzionaria, che come ogni rivoluzione ha bisogno di rieducare i più giovani, i bambini, gli studenti ecc… Non c’è niente di nuovo in effetti: “I giovani costituiscono la forza più attiva, più dinamica della nostra società. Sono i più appassionati allo studio, i meno aggrappati a idee conservatrici…“, disse Mao TsenTung nel 1955. Ogni sovversione del sistema ha bisogno dei giovani, di formarli e conformarli ad un progetto storico ben preciso, è una legge a cui nessun “sovversivo” nella storia è potuto mai venir meno. In questo caso l’obiettivo – dichiarato tra l’altro – è l’eliminazione della famiglia, il baluardo borghese e anti-rivoluzionario per eccellenza. Vi dice qualcosa Abolish the familyA manifesto for care and liberation di Sophie Lewis? Nel libro si definisce la famiglia come una “macchina traumatica basata sulla scarsità”, che “contiene tutti i tipi di abuso, abbandono e mancanza di amore dietro una porta chiusa a chiave”. Insomma, dovremmo smetterla di trattare la materia gender come fosse l’alchimia degli stregoni ma ricondurla ad un programma culturale quindi politico a cui bisogna rispondere con le armi della cultura e della politica.

Con i soldi nostri

“In una Sardegna che a livello universitario vanta già numerosi problemi strutturali – continuano gli studenti – che proprio nel 2024 sta riscontrando un notevole calo degli iscritti dovuto in parte al crollo demografico, oltre all’aumento del costo degli affitti per gli studenti fuorisede che sono sempre più insostenibili è inaccettabile che l’Ateneo risponda istituendo un corso completamento superfluo ed inconsistente. Non è da ignorare nemmeno la presenza di testi come Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, in cui si sdogana liberamente la pedofilia. Tutto questo realizzato e finanziato con soldi pubblici”. Qualcuno è stato eletto anche per fermare questo tipo di agende: dal Ministero della Cultura e della Scuola ci si aspettano misure più dure contro questo tipo di infiltrazioni, ma soprattutto ci si aspetta che ad essere finanziati siano progetti, think-tank e cattedre che si facciano promotori di un pensiero organico e veramente europeo di società, dove parole come comunità, popolo e famiglia trovino un nuovo significato rivoluzionario – “sovversivo” rispetto alla cultura dominante demo-liberale – che possa ri-portarle ad un significato più profondo di quello che gli viene affibbiato dalla società capitalistica: perchè una cosa dev’essere chiara, i loro progetti – seppur massimalistici – fanno parte di uno scontro interno alla società liberale, dove anche i conservatori fanno la parte che gli spetta depauperando quei stessi “valori” che dicono di difendere.

Sergio Filacchioni





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