Banca dati fattura elettronica accessibile anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L’ampliamento dei soggetti che possono accedere e trattare le delicatissime informazioni presenti nella banca dati fatture elettroniche integrate – comprensive anche della descrizione delle prestazioni effettuate – è contenuto in due diverse disposizioni della legge di bilancio 2025 (legge n.207 del 30 dicembre 2025).
Stante la delicatezza delle informazioni contenute in tale banca dati, occorre però rilevare che soltanto a carico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli viene previsto l’obbligo di adottare idonee misure di sicurezza e il necessario parere del Garante della privacy.
L’accesso all’Agenzia delle Dogane e dei monopoli è infatti previsto, limitatamente alle cessioni di prodotti soggetti alla vigilanza e al controllo di cui all’articolo 18 del dlgs n.504 del 1995 (ossia i prodotti assoggettati ad accisa e quelli assoggettati alle altre imposte indirette di cui al citato testo unico accise), dall’articolo 1, comma 80 della legge di bilancio 2025.
L’accesso da parte dell’INPS è invece disposto dall’articolo 1, comma 212 della legge n.207 del 2024, e consentirà all’istituto stesso di verificare la regolare emissione della fattura, quando obbligatoria per legge, prima di riconoscere ed erogare dei benefici economici a favore degli stessi soggetti richiedenti.
Le due distinte disposizioni si inquadrano in quel più ampio concetto di interoperabilità dei dati e delle informazioni presenti nelle banche dati dell’anagrafe tributaria a favore dei vari enti della pubblica amministrazione, previsto nelle linee guida della riforma fiscale dalla legge n.111 del 2023.
Per esigenze di tutela delle informazioni contenute nella banca dati delle fatture elettroniche il comma 80 della legge di bilancio 2025, modificando l’articolo 1 del dlgs n.127 del 2015, in materia di fatturazione elettronica e trasmissione telematica delle fatture o dei relativi dati, si stabilisce che non solo la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle entrate, ma anche l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, debba adottare idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo.
Ciò significa che l’accesso delle Dogane e dei Monopoli avverrà solo dopo che il Garante sarà stato opportunamente sentito in merito.
Analoghe disposizioni di tutela non sono invece previste nel comma 212 della legge di bilancio per quanto riguarda l’accesso alle fatture elettroniche da parte dell’Inps. Qui si dispone infatti soltanto che, a decorrere dal 1° gennaio 2025, l’Inps, al fine del riconoscimento ed erogazione dei benefici economici per i quali è richiesta l’esibizione di una fattura da parte del richiedente, acquisisca e verifichi, in regime di interoperabilità , le informazioni presenti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate relative alla fatturazione elettronica rilasciata da persone fisiche o giuridiche, pubbliche o private, e inerenti ai servizi oggetto della prestazione economica da parte dell’Inps.
La finalità di tale accesso, sulla base della disposizione in commento, è quella di semplificare e razionalizzare i procedimenti in oggetto da parte dell’Inps ma sorprende la mancanza di specifiche tutele e la mancata della interlocuzione con il Garante della privacy.
La delicatezza delle informazioni contenute nell’archivio delle fatture elettroniche è stata più volte segnalata dall’autorità Garante dei dati personali. Delicatezza che ha imposto divieti espressi nell’utilizzo delle fatture elettroniche in ambito sanitario e l’adozione di specifici dispositivi di protezione per le fatture dell’area legale (criptazione dei dati anagrafici) e delle fatture emesse nei confronti dei soggetti privati.
Alla luce di tutto ciò appare piuttosto singolare concedere all’INPS l’accesso a tali informazioni senza prescrivere a carico dello stesso, gli stessi obblighi di adozione di apposite misure di sicurezza imposti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Il tutto senza voler tralasciare il fatto che più si amplia la platea dei soggetti che possono accedere a tali informazioni, più si corre il rischio di fughe di dati o di intrusioni indesiderate.
Fonte: Italia Oggi
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