Di recente, molto spesso, si parla di crisi della democrazia, tes
Meloni, ovviamente, non ritiene di rappresentare un problema per la stampa e per la democrazia, anzi ha ricordato che il Gover
Riguardo poi al “non rispondere abbastanza alle domande dei giornalisti”, di cui Meloni viene accusata, ci si dovrebbe chiedere quanto e quando il diritto alla domanda implichi un dovere in tal senso. Davvero, per esempio, il Presidente del consiglio ha il dovere di “comunicare in dettaglio gli spostamenti, quasi si trovasse in regime di libertà vigilata o fosse una concorrente del Grande Fratello”, come pretendeva Repubblica la scorsa estate, con un enfatico “a noi tocca domandare, è la fatica della democrazia”? Questa domanda democratica è anche il microfono inseguitore delle inchieste di Report, che lasciano perplessi sempre più commentatori? E poi, forse, i giornalisti dovrebbero imparare a farle meglio, le domande. In conferenza stampa si è assistito a un campionario che va dal “calpestare le formiche” a labirintici percorsi tra Corvetto, Elon Musk e Acca
Riguardo agli allarmi per la riforma della diffamazione a mezzo stampa, poi: non è più previsto il carcere ma una multa, la questione viene risolta se si pubblica la smentita, ma soprattutto si tratta del caso “di una notizia falsa, pubblicata consapevolmente con l’intento di diffamare qualcuno”. Come osserva giusta
Infine, davvero l’informazione è quella sparata come (sedicenti) scoop a ripetizione? “Mi capita di trovare virgolettate dichiarazioni che non ho mai detto né pensato e riportati fatti che non sono avvenuti”, come ha detto papale papale Meloni: “Io assicuro rispetto per il vostro lavoro, mi permetto di chiederne per il mio”.
Il quadro è molto complicato e, come ha detto Meloni (ma l’Ordine e i giornalisti non sembra abbiano raccolto), occorrerebbe una riforma che investa tanti aspetti: dall’intelligenza artificiale all’equo compenso, fino alla “protezione di giornalisti che vanno in giro per il mondo, con le strutture dello Stato italiano” (l’allusione melonia
E anche il tema delle democrazie forse in crisi merita una riflessione meno stereotipata. Se libertà e diritti sono sotto attacco, lo sono anche da parte anche della magistratura: da Trump a Todde, da Toti a Bolsonaro i casi non mancano. E della tecnologia, come ha ricordato Mattarella, della finanza, dei poteri fortissimi dell’economia. E sono comunque declinati in modi diversi a seconda delle coordinate spazio-temporali: negli Usa vige ancora la pena di morte, per fortuna da noi considerata inammissibile, scuola e sanità soffrono un problema di sostenibilità per ragioni demografiche, non per la cattiveria di qualcuno. E poi, ha senso annullare un voto perché influenzato da un social, come in Romania? Le regole anti-fake sono davvero diverse dalla censura? Sediamoci a ragionare pacatamente, come propone il presidente del Consiglio.
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