TikTok, tutti i Paesi dove l’app è già vietata. Non solo Stati Uniti, in Nepal stop perché «danneggia l’armonia sociale»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


La piattaforma di proprietà di ByteDance è stata già bloccata o limitata in molte nazioni, la più grande delle quali è l’India. Nel Paese asiatico schiacciato tra India e Cina la ragione è del tutto originale

Gli Stati Uniti, dove TikTok è appena stato oscurato e si attende l’intervento di Tump, è soltanto l’ultimo dei Paesi che nel mondo hanno già bloccato o limitato fortemente l’utilizzo della celebre app social di origine cinese. 
In ordine cronologico, il precedente più vicino è quello del Nepal. Prima del piccolo Stato asiatico incastrato tra India e Cina, il social cinese amato dai giovani (il 66% degli utenti ha meno di 30 anni) e di proprietà del colosso tecnologico ByteDance era già stato preso di mira altrove: proibito in alcuni casi, come in India, e limitato in altri, ad esempio per i funzionari pubblici dell’Unione europea. Nella maggior parte delle volte contano i rischi per la sicurezza dei dati personali, ma in altre – come per il Nepal – ci sono ragioni che hanno a che fare con gli effetti che l’uso della piattaforma avrebbe sulla società.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

«Danneggia l’armonia sociale»

Danneggia «l’armonia sociale» e «incoraggia la diffusione di messaggi d’odio». Con queste motivazioni il governo di Katmandu ha deciso di proibire TikTok nel proprio Paese. Così, in attesa dei preparativi tecnici, la popolare app che conta più di un miliardo e mezzo di utenti globali è stata bloccata in Nepal. Secondo i dati forniti dal governo, negli ultimi quattro anni sono stati registrati più di 1.600 crimini informatici legati alla piattaforma. A differenza di altri casi, quando a destare preoccupazione sono stati i metodi opachi di raccolta dati di ByteDance, nel piccolo Stato asiatico sembrano interessati soprattutto a limitare la diffusione di contenuti ritenuti illeciti
Il Nepal è l’ultimo di una lunga serie di Paesi che negli ultimi anni hanno deciso di porre un freno alla diffusione di TikTok. Sesta piattaforma più utilizzata al mondo, secondo i dati riportati dall’agenzia di marketing We Are Social, negli ultimi anni è finita al centro di polemiche e di scontri tra Paesi, diventando – per la sua proprietà cinese – un elemento dello scontro geopolitico tra potenze globali, con i rischi legati all’integrità dei dati personali che vengono elevati a problema di sicurezza nazionale. Questo perché la legislazione di Pechino in tema di trattamento dati potrebbe in linea teorica permettere al governo centrale di accedere alle informazioni degli utenti, anche se in presenza di condizioni stringenti.




















































Tutti gli Stati che hanno limitato TikTok

Diversi Paesi hanno limitato l’uso dell’app solo per alcune categorie di utenti, altri l’hanno vietata del tutto. Negli  Stati Uniti già a dicembre 2022 era stato proibito il social su tutti i dispositivi di proprietà del Congresso e dei suoi membri. Ora lo stop totale. Nel frattempo anche le istituzioni europee, dallo scorso febbraio – partendo dalla Commissione – avevano disposto la cancellazione dell’app dai dispositivi dei loro dipendenti. Per evitare un allargamento del divieto agli oltre 150 milioni di utenti europei, la piattaforma nel Vecchio Continente ha proposto una soluzione, chiamata Project Clover, che garantisce lo stoccaggio dei dati in server localizzati in Irlanda e in Norvegia (lo stesso progetto, il Project Texas, è stato avanzato anche negli Stati Uniti). 

Dopo la decisione della Commissione europea, seguita dal Consiglio e dal Parlamento, altri singoli Stati ne hanno seguito l’esempio, dalla Francia al Belgio fino dalla Danimarca. A questi se ne sono aggiunti altri, tutti non a caso in rapporti politici più o meno tesi con la Cina.

Il ban è stato introdotto a Taiwan, l’isola che Pechino considera (con le buone o con le cattive) parte del proprio territorio nazionale, e in Australia, che negli ultimi anni si è confrontata con il gigante asiatico su diversi dossier critici. E insieme a Canberra si sono mossi anche gli altri quattro membri dei Five Eyes, l’alleanza d’intelligence tra Stati Uniti, CanadaRegno Unito, Nuova Zelanda e, appunto, Australia. E in Italia? Dopo aver paventato l’ipotesi di bloccarlo, il ministro Zangrillo è tornato sui suoi passi, anche se ha specificato come sia «opportuno approfondire il tema e capire se effettivamente esistono dei rischi legati alla sicurezza degli utenti».

Chi ha bloccato del tutto la piattaforma

La legge degli Stati Uniti, ora operativa, era stata anticipata da uno dei 50 stati, il Montana – che a maggio 2024 ha deciso di bandire il social per chiunque

Ma il primo grande Paese, con il suo miliardo di abitanti, ad operare un blocco totale è stata l’India, che nel 2020 ha imposto il divieto di TikTok a più di 200 milioni di utenti (e ad altre 58 app cinesi, tra cui WeChat e Tencent) dopo alcuni scontri al confine himalayano con la Cina in cui sono morti 20 militari indiani. La piattaforma di proprietà di ByteDance è poi vietata anche in Iran, in Afghanistan (perché l’app contiene «contenuti immorali») e in alcuni Paesi asiatici, mentre il Pakistan l’ha già bandita quattro volte non per problemi di privacy ma per «contenuti inappropriati».

19 gennaio 2025

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito personale

Delibera veloce

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link