Il 26 ottobre un musicista catanese deve recarsi a Napoli per uno spettacolo teatrale. Avendo uno strumento al seguito e conoscendo l’atteggiamento a riguardo delle compagnie low cost scegliamo (siamo l’agenzia che produce l’evento in questione) un volo Ita anche se lo stesso obbliga il passeggero a uno scalo a Fiumicino. Il primo volo Catania-Roma fa più di un’ora di ritardo e salta la coincidenza, Ita riprogramma il volo Roma-Napoli a un orario che non gli avrebbe consentito di essere in tempo a teatro. Ma c’è un po’ di tempo di margine e il collegamento aeroporto-Termini funziona, l’alta velocità lo condurrà a Napoli. Bisogna però rientrare da Napoli a Catania domenica 27 ottobre e al nostro povero musicista (che aveva fatto regolare check-in online) è impedito l’imbarco perché il biglietto risulta annullato (non si sa bene da chi, da Ita immagino) automaticamente non avendo usufruito dell’andata. Risparmiando l’ora abbondante di telefonate a servizio clienti, biglietterie, caposcalo — entità mitica e senza volto che dopo lunghe attese riusciva solo a comunicare ai propri gentili sottoposti che non c’era davvero modo di aiutare lo sfortunato utente fra tratte alternative e overbooking imminenti su ogni volo — il risultato finale è stato il seguente: perdita del biglietto e recupero delle sole tasse, 27 euro a fronte di un esborso ben maggiore, pur avendo usufruito di una sola su quattro tratte e conseguente acquisto di un biglietto Intercity Napoli-Catania (77 euro) con arrivo alle pendici dell’Etna alle 21.30 quando la questione è iniziata a Capodichino intorno alle 10 di mattina. Morale: Capitani coraggiosi, italianità, partner arabi, partner tedeschi, rilancio, cassa integrazione, stipendi dei manager, asset strategico etc etc. Ma siamo davvero così sicuri che ne valga la pena?Stefano Tealdo
1 novembre 2024
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