Terra e acqua: le zone umide del cremonese

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Di Annachiara Pini

Nascoste nel cuore della Pianura Padana, le zone umide del cremonese sono ecosistemi unici, spesso sottovalutati, ma di straordinaria importanza per le comunità locali. Nel Parco Regionale Oglio Sud, lungo il sinuoso corso del fiume Oglio, queste aree si rivelano fondamentali per la biodiversità, la regolazione delle acque e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Tuttavia, la loro esistenza è minacciata da pressioni ambientali e umane che richiedono interventi urgenti.

 

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Le zone umide sono spesso percepite come luoghi marginali, terre di confine tra acqua e terra che sembrano non avere un ruolo chiaro nell’equilibrio della natura. Niente di più falso. Questi ecosistemi funzionano come polmoni verdi e spugne naturali: immagazzinano acqua durante le piogge, riducono il rischio di inondazioni e rilasciano lentamente l’umidità nei periodi di siccità. In una regione come la Lombardia, soggetta a eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, la capacità delle zone umide di tamponare le crisi idriche è fondamentale.

foto della zona umida di cremona

Cremona (foto)

Non solo. Le zone umide depurano naturalmente le acque, filtrando sedimenti e sostanze inquinanti grazie alla vegetazione che cresce nelle loro acque poco profonde. Questo processo riduce l’impatto dell’attività umana sugli ecosistemi fluviali, migliorando la qualità delle acque nei fiumi e laghi.

All’interno del Parco Regionale Oglio Sud, una area protetta che si estende per 12.800 ettari tra Cremona e Mantova, le zone umide costituiscono il cuore pulsante di un mosaico ecologico straordinario. Questi habitat ospitano una fauna incredibilmente diversificata: dalle eleganti sagome degli aironi cinerini che si stagliano contro il cielo, ai richiami discreti degli anfibi che popolano le acque stagnanti. Ogni anno, specie migratorie come anatre, oche selvatiche e rapaci trovano rifugio lungo le rive dell’Oglio, trasformando il parco in una tappa strategica per il loro viaggio stagionale. Gli ecosistemi umidi sono inoltre fondamentali per la riproduzione di pesci e anfibi, che necessitano di acque calme e ben ossigenate per completare il loro ciclo di vita.

La protezione di questi delicati ecosistemi non è lasciata al caso. L’Ente Parco Oglio Sud, con sede a Calvatone, è impegnato da decenni in progetti di rinaturalizzazione e gestione sostenibile. Il progetto “Dem.O.S.” è uno dei fiori all’occhiello di questa strategia, con oltre 150.000 alberi piantati per rafforzare il corridoio ecologico del fiume e ripristinare le aree umide degradate. Grazie a iniziative come queste, il parco non solo preserva la biodiversità, ma aiuta anche a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Un altro esempio virtuoso è rappresentato dalla partecipazione al progetto BioClima, finanziato dalla Regione Lombardia, che mira a combattere il riscaldamento globale attraverso la piantumazione di migliaia di nuovi alberi e il miglioramento degli habitat naturali. Azioni come queste non sono semplicemente interventi tecnici, ma un impegno concreto per il futuro del territorio e delle comunità che vi abitano.

Un aspetto centrale del lavoro del Parco è l’educazione ambientale. Progetti come “Territorio scuola a cielo aperto” coinvolgono studenti, insegnanti e famiglie in attività che insegnano l’importanza della natura e il ruolo vitale delle zone umide. Il Bioblitz, un evento che invita i cittadini a esplorare e catalogare le specie presenti nel parco, trasforma il pubblico in protagonisti attivi della conservazione.

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“Le zone umide non sono solo un rifugio per gli animali, ma anche una risorsa indispensabile per le persone” spiega il personale del Parco. Questo approccio partecipativo dimostra come la tutela dell’ambiente non possa prescindere dal coinvolgimento della società civile.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide, celebrata il 2 febbraio, è un’occasione per riflettere sull’importanza di questi ecosistemi e sull’urgenza di salvaguardarli. Il messaggio è chiaro: la protezione delle zone umide non è un lusso, ma una necessità per garantire un futuro sostenibile.

 

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