Agricoltura 4.0: il digitale cresce, ma gli investimenti rallentano


David – stock.adobe.com

Il 2024 segna una battuta d’arresto per il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0, con un calo dell’8% rispetto all’anno precedente e investimenti complessivi pari a 2,3 miliardi di euro. La riduzione è dovuta principalmente al calo nella spesa per macchinari e attrezzature, che rappresentano rispettivamente il 29% e il 26,5% del totale del mercato.
Sono questi i primi dati che emergono dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, di cui GS1 Italy è partner, e che quest’anno è intitolato “Smart agrifood: è tempo di una nuova consapevolezza!”.
In controtendenza rispetto al quadro generale, tuttavia, si registra una crescita nell’adozione di soluzioni software avanzate, come i Farm Management Information System (FMIS), i Decision Support System (DSS) e le piattaforme di monitoraggio e mappatura del suolo e delle colture.
Si tratta, spiegano gli analisti degli Osservatori, di un trend che segnala un cambiamento nelle strategie aziendali, sempre più orientate alla gestione intelligente dei dati per affrontare le sfide del settore.

Figura 1 – Il mercato dell’Agricoltura 4.0 nel 2024

Fonte: Politecnico di Milano “Osservatorio Smart Agrifood” 2024

L’impatto degli incentivi e il peso delle grandi aziende

Il rallentamento degli investimenti registrato lo scorso anno è legato anche alla riduzione delle agevolazioni pubbliche, che negli anni precedenti hanno avuto un ruolo chiave per il settore. L’84% delle aziende agricole che utilizzano soluzioni 4.0 ha usufruito almeno di un incentivo, e l’81% dei provider tecnologici conferma che questi strumenti sono stati determinanti nella crescita del mercato.
C’è un ulteriore dato del quale tener conto: nonostante il rallentamento complessivo, la superficie coltivata con soluzioni 4.0 è rimasta quasi invariata, passando dal 9% del 2023 al 9,5% del 2024. A trainare l’adozione delle tecnologie sono le aziende di maggiori dimensioni e le organizzazioni di produttori, che hanno un approccio più strutturato alla digitalizzazione. Se tra le aziende agricole indipendenti solo il 38% utilizza soluzioni di Agricoltura 4.0, la percentuale sale al 44% per le cooperative e al 55% per le organizzazioni di produttori.

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Digitalizzazione: cresce la consapevolezza, ma restano le difficoltà

L’Osservatorio Smart Agrifood ha evidenziato un’evoluzione nelle motivazioni che spingono le aziende a investire in digitale. Se in passato la priorità era l’ottimizzazione delle risorse, oggi emergono nuove esigenze: il 41% delle imprese punta a migliorare la capacità previsionale, il 38% la gestione e al controllo dell’azienda, il 32% la pianificazione delle attività e il 31% la comprensione più approfondita dei processi produttivi.

Tuttavia, la maturità digitale del settore è ancora limitata: solo l’8% delle aziende agricole è considerato “maturo” dal punto di vista tecnologico, il 35% è in fase di trasformazione, mentre il 57% è in ritardo.
Soprattutto, sottolinea l’Osservatorio, proprio nel gruppo dei ritardatari, oltre il 90% delle imprese non ha ancora effettuato alcun investimento in tecnologie digitali e non prevede di farlo nel breve periodo.

Le principali difficoltà riscontrate dalle imprese riguardano la mancanza di interoperabilità tra le piattaforme, la carenza di competenze specializzate e l’incertezza sul ritorno degli investimenti. Il settore si trova quindi a un bivio: da un lato, c’è una crescente consapevolezza dei benefici del digitale; dall’altro, persistono barriere che ostacolano una diffusione più ampia e strutturata delle tecnologie.

Tracciabilità e IA: due leve strategiche per il futuro dell’agricoltura

Un aspetto sempre più centrale nella trasformazione digitale del settore è la tracciabilità dei prodotti agricoli. L’intelligenza artificiale (IA) sta assumendo un ruolo chiave in questo ambito, migliorando la gestione delle attività in campo, la protezione delle colture e il monitoraggio dei fattori di produzione. Oltre alla qualità, il digitale permette di garantire maggiore trasparenza lungo tutta la filiera, riducendo le frodi e valorizzando le produzioni certificate, come le DOP (Denominazione di origine protetta) e IGP (Indicazione geografica protetta).

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L’IA viene impiegata anche per il monitoraggio ambientale e la sostenibilità, con soluzioni che permettono di ottimizzare l’uso degli input agronomici, ridurre gli sprechi e migliorare la redditività. Esempi concreti arrivano da progetti internazionali: l’uso di DSS nel grano duro in Turchia ha ridotto del 35% l’azoto introdotto nelle colture, mentre in Italia, nell’ambito della produzione di pomodoro da industria, l’integrazione tra DSS e stazioni agrometeorologiche ha generato un beneficio netto di 400 euro per ettaro.

Carbon farming: il digitale a supporto della sostenibilità

Un altro trend emergente è quello del carbon farming, che punta a valorizzare il ruolo dell’agricoltura nella riduzione delle emissioni di CO₂. L’innovazione digitale gioca un ruolo chiave nel monitoraggio e nella verifica del carbonio stoccato nei suoli, favorendo lo sviluppo di modelli di agricoltura rigenerativa e la partecipazione al mercato dei crediti di carbonio.

Dall’analisi di 435 progetti internazionali, emerge che la Cina e gli Stati Uniti guidano il settore con il 43% e il 40% dei crediti erogati, mentre l’Europa si attesta al 18%. Le startup digitali stanno sviluppando strumenti avanzati per il tracciamento del carbonio, con soluzioni basate su big data analytics (45%), mappatura satellitare (40%) e machine learning (25%).

Anche in Italia, l’attenzione verso il carbon farming sta crescendo, con un numero sempre maggiore di aziende agricole interessate a sfruttare queste tecnologie per misurare il proprio impatto ambientale e accedere a nuovi mercati di sostenibilità.

Il ruolo delle startup e il futuro del settore

Nonostante il rallentamento complessivo degli investimenti, il numero di startup attive nel settore AgriFood è aumentato del 7% nel 2024, con un focus particolare sulle soluzioni di IA e machine learning (+22%). Anche se gli investimenti complessivi nelle startup sono scesi a 8,5 miliardi di dollari, si è registrata una crescita nelle aree più innovative, come l’agri-fintech, che punta a semplificare pagamenti digitali, gestione del rischio e accesso al mercato per gli agricoltori.

Guardando al futuro, la diffusione delle tecnologie digitali nell’agricoltura dipenderà da tre fattori principali: la disponibilità di incentivi pubblici, la crescente consapevolezza dei benefici del digitale e il rafforzamento della collaborazione tra gli attori della filiera. Superare le barriere legate alla frammentazione dei dati e alla carenza di competenze sarà cruciale per permettere al settore di evolversi verso un modello più efficiente, sostenibile e competitivo.

Figura 2 – Numero startup attive nel settore Smart Agrifood

Fonte: Politecnico di Milano “Osservatorio Smart Agrifood” 2024

Maria Teresa Della Mura

Giornalista, da oltre 35 anni segue i temi dell’innovazione digitale, con un’attenzione particolare alle implicazioni per le imprese, le organizzazioni (pubbliche e private) e la società. Negli ultimi anni si è occupata della trasformazione in atto in diversi settori, dal manifatturiero al retail, dal farmaceutico all’automotive e fino alla pubblica amministrazione, mantenendo un forte focus su tutto quanto attiene a sostenibilità e ambiente. È stata direttrice di TechCompany360 e Internet4Things. Oggi segue anche il filone dei Future Studies. È coautrice del volume “Umano Digitale – Verso un’etica dell’innovazione”, edito da In Dialogo.

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