Leonardo è pronta a pagare fino a 1.500 euro a ogni suo dipendente che aiuterà l’azienda a trovare le persone giuste da assumere. La società a controllo pubblico che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza ha inviato nei giorni scorsi una comunicazione interna ai suoi dipendenti sperando di riuscire a portare in azienda nuovi talenti.
«Caro collega, aiutaci ad assumere. Se trovi il candidato giusto ti diamo un premio fino a 1.500 euro», si legge nel messaggio. Un incentivo che certamente spingerà ogni dipendente a cercare le persone con il profilo giusto che dimostra anche la difficoltà del gruppo a trovare i candidati adeguati e qualificati.
Per pubblicizzare l’iniziativa Leonardo – che nel mondo ha 53mila dipendenti, di cui 33mila in Italia – ha diffuso sul portale aziendale tre volantini colorati. «Cerco amica geniale», si legge su uno. «Chi trova un amico trova un tesoro», recita un altro. E il terzo afferma: «Questo annuncio non è per te». Poi più in piccolo l’azienda spiega. «Cerchiamo persone di talento, che tu conosci già». «Le vorresti vedere in Leonardo?», dice ancora il volantino. «Presentale su Workday. Se hanno il profilo giusto entreranno a far parte del nostro gruppo e tu riceverai un premio per averlo scoperto». Se un dipendente segnalerà un candidato in grado di superare la selezione e il periodo di prova riceverà il premio fino a 1.500 euro.
Ma che profili cerca Leonardo? Le posizioni aperte sono nelle aree engineering e information technology. L’azienda vuole insomma lauereati Stem, l’acronimo dall’inglese “science, technology, engineering and mathematics” che indica le discipline tecnico-scientifiche.
L’azienda guidata da Roberto Cingolani negli ultimi due anni ha aumentato l’organico di circa 3mila persone e da qui al 2028 prevede di assumere altri 6-7mila dipendenti. La società sottolinea inoltre che i suoi stipendi sono del 20% circa più altri della media nazionale, anche per le posizioni meno remunerate.
L’idea per le nuove assunzioni però non è piaciuta ai sindacati, che hanno criticato il metodo utilizzato dall’azienda perché, sostengono, instaura relazioni industriali lontane dalla logica della trattativa sindacale. Le organizzazioni dei lavoratori sottolineano inoltre che gli ingressi sono spesso con contratti di somministrazione a tempo, anche se poi, ammettono, quasi tutti vengono confermati.
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