«Richieste d’aiuto ignorate. Invece di essere allontanato, Frateschi fu informato»

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LA SENTENZA

L’ex prof di religione e diacono Alessandro Frateschi, condannato a 12 anni per abusi sessuali su diversi minorenni, ha beneficiato di una rete di protezione o comunque è stato aiutato da persone che hanno tentato in diversi modi di coprire gli abusi ed evitare che le vittime presentassero denuncia.
E’ quanto emerge dalle 54 pagine di motivazioni della sentenza di condanna, emessa dal giudice di Latina Laura Morselli che utilizza parole pesanti per descrivere uno degli scandali sessuali più clamorosi degli ultimi decenni. Riferendosi a una delle vittime, un ragazzino ospite di una casa famiglia, la giudice non usa mezzi termini: «Lascia basiti – scrive la giudice – il fatto che (…) rivoltosi sia alla casa famiglia di Genazzano che a quella di Terracina per ricevere protezione, non l’abbia ricevuta e sia rimasto, insieme ad Anna (la sorella, nome di fantasia ndr) in attesa della evoluzione giudiziaria di una denuncia che le operatici delle case famiglie gli avevano assicurato di aver presentato e che invece sembra essere caduta nel nulla».
Richieste d’aiuto ignorate, suore che sapevano tutto ma che non hanno presentato denunce, assistenti sociali e psicologi che hanno tardato nelle segnalazioni o che addirittura non hanno proceduto. La giudice descrive un quadro di incredibile sottovalutazione, nonostante i gravissimi reati emersi, abusi sessuali a danno di minorenni.

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«Altrettanto stupore – scrive Laura Morselli – desta il fatto che, a fronte di una simile inerzia dei soggetti cui si era rivolto il (…), si è verificata una loro “attivazione” a favore del Frateschi che, lungi dall’essere allontanato dai suoi incarchi religiosi ed educativi che lo portavano ad avere rapporti con i minorenni, è stato avvisato in modo tale che potesse esercitare pressioni su (…) per farlo desistere dal presentare una denuncia che il minore e la sorella pensavano fosse stata già inoltrata dagli operatori delle case famiglia».

LE ACCUSE

Sono 5 gli episodi di abusi contestati a Frateschi, 2 tentati e 3 consumati. Nel mirino del prof alcuni suoi alunni del liceo Majorana, dove insegnava religione, ma anche un figlio di amici e un ragazzo orfano, conosciuto in una casa famiglia, che aveva preso addirittura in affidamento. I cinque sono tutti minorenni, tranne uno che nel frattempo ha raggiunto la maggiore età.
Nelle motivazioni la giudice sottolinea: «Frateschi era solito abusare del proprio ruolo di adulto, avente particolari posizioni di tutela e garanzia nei confronti di minori affidati alle sue cure per il suo ruolo di religioso, affidatario di minori da parte del Tribunale e della casa famiglia Gregorio Antonelli, o di storico amico di famiglia e “compare di anello”, o di insegnante, per individuare i minori che si trovavano in una particolare condizione di fragilità (per l’età, per la situazione famigliare o per (…) che da poco aveva perso il nonno e che aveva disagi fisici; o per (…) che nutriva in lui una fiducia incondizionata visti rapporti di amicizia famigliare; o per gli altri suoi alunni, che affrontavano difficoltà scolastiche».

La strategia era chiara: «Li adulava, li circuiva, facendoli sentire particolarmente “amati e apprezzati” inducendoli a porre in lui sempre maggiore fiducia esclusiva, per fargli abbassare totalmente le difese e renderli così impotenti ed increduli nel momento in cui compiva con loro veri e propri atti sessuali di cui i minori erano soggetti passivi, spiazzati, inermi e intimoriti, tanto da provare una vergogna che si protraeva nel tempo».

Alessandro Frateschi fu trasferito in carcere dopo ben 37 violazioni degli arresti domiciliari: riceveva in casa due uomini non identificati, oltre alla moglie e ai figli, inoltre usava il cellulare ripetutamente. Per lui la giudice ha calcolato la pena partendo dalla quantificazione più alta, disponendo anche risarcimenti alle parti civili per circa 100.000 euro complessivi. Tra loro c’è anche la Garante per l’Infanzia, Monica Sansoni, la prima che denunciò tutto ai carabinieri salvando le vittime da ulteriori abusi e demolendo un incredibile muro di omertà.

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