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Ecco come i giornali hanno dato conto dell’accordo tra Assicurazioni Generali e la francese Natixis sul risparmio gestito. Fatti, commenti e curiosità
Avviso ai lettori: questa è un’analisi sull’accordo di carta.
E non solo perché quello firmato lunedì scorso tra Generali e Natixis è un memorandum of understanding, ovvero un preaccordo non vincolante che getta solo le prime fondamenta di una nuova joint venture nel risparmio gestito. Ma soprattutto perché qui ci preme analizzare come la carta, ovvero i quotidiani italiani, hanno trattato l’operazione presentata martedì 21 gennaio al mercato.
I fatti nel giornalismo andrebbero sempre separati delle opinioni ma non siamo nati ieri e quindi per avviare questa riflessione è interessante capire chi – e perché – è molto critico con queste nozze, chi è “asettico” e tecnico e chi invece ha assunta un posizione più “di mercato”.
In maniera assai sintetica, e senza timore di essere smentiti, si può facilmente affermare che il Messaggero “tifa” contro l’alleanza tra il Leone e i francesi. L’editore è infatti Francesco Gaetano Caltagirone che con Delfin ha alzato barricate all’interno della compagine azionaria del Leone di cui l’imprenditore romano possiede il 6,2% (e la cassaforte dei Del Vecchio il 9,7%). Il tandem di soci – in polemica con il management delle Generali, sostenuto in assemblea da Mediobanca (che ha il 13,13% del gruppo assicurativo) – sostiene che l’asse fra Trieste e Parigi mette a rischio la “sovranità finanziaria” italiana.
LA POLITICA AGITATA SU GENERALI-NATIXIS
Tesi sostenuta anche dalla politica, sia dall’opposizione (per attaccare Meloni) sia dal partito della premier, ovvero Fratelli d’Italia. Non a caso martedì l’intervento più duro e preoccupato è arrivato il senatore di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso, capogruppo nella commissione Finanze ma soprattutto uno dei relatori del ddl capitali, e in particolare di uno degli emendamenti che puntava a porre paletti molto stringenti ai manager e a dare più spazio di manovra alle liste presentate dai soci di minoranza nelle società quotate (cambiando le regole che oggi consentono al cda uscente di una società quotata di presentare all’assemblea la lista dei nuovi consiglieri da eleggere). Quegli emendamenti erano allineati alle posizioni espresse a giugno del 2023 durante un’audizione in commissione da Caltagirone, editore del Messaggero nonché azionista di Mediobanca e appunto delle Generali (che a maggio riunirà l’assemblea per il rinnovo dei vertici).
I PIZZINI DEL MESSAGGERO DI CALTAGIRONE CONTRO MEDIOBANCA E DONNET
Come ha raccontato il quotidiano romano il pre accordo con Natixis: “Generali-Natixis, vertici stranieri. E Moody’s avvisa: “Ci sono rischi”, è il titolo del pezzo firmato da Rosario Dimito. Quindi si elencano subito i punti deboli dell’operazione: la sede della nuova società a Amsterdam (il ddl Capitali punta a migliorare parti del Testo unico della finanza e ad evitare la fuga verso Paesi dalla normativa più favorevole come l’Olanda), poi i manager di prima linea della nuova società (francesi e un americano) e poi ancora l’avviso dell’agenzia Usa Moody’s (che però rileva anche come l’accordo possa aumentare immediatamente gli utili di Generali nel risparmio gestito di oltre il 10%). Nel cosiddetto taglio basso della stessa pagina del giornale di punta del gruppo caltagironiano c’è un altro articolo sull’”allarme bipartisan” della politica e le dichiarazioni di Orsomarso ma anche di vari esponenti dell’opposizione che chiedono di “accendere un faro” (ieri ampio spazio a un comunicato del pentastellato Mario Turco). Sottolineando che c’è già chi, tra Montecitorio e Palazzo Madama, pensa al golden power e invoca un intervento di Giorgetti.
IL GIORNALE CON DE PAOLINI PARE UN PO’ IL MESSAGGERO
Un inciso: quando il Giornale era ancora proprietà della famiglia Berlusconi tutte le volte che veniva riportato un articolo su Mediaset o su Fininvest veniva sottolineato con una parentesi che si trattava dell’editore, un sistema trasparente nei confronti del lettore. Non abbiamo trovato precisazioni simili sul Messaggero. E a proposito del Giornale, non si può non notare la linea pro Caltagirone-Delfin del vicedirettore Osvaldo de Paolini (ex vicedirettore del Messaggero) sulle nozze Generali-Natixis. Linea emersa in una recente analisi pubblicata il 17 gennaio (“Allarme sul risparmio italiano, faro sull’asse Generali-Natixis”) in cui si evidenziava: “L’idea che 650 miliardi gestiti dalla compagnia di Trieste finiscano in una entità a maggioranza francese accende interrogativi sul debito pubblico”. Sottolineando il fatto che i socie privati erano stati “tenuti all’oscuro delle trattative” e che Mediobanca “è in evidente conflitto d’interesse”. Martedì il Giornale ha pubblicato un articolo firmato da Marcello Astorri (richiamato in prima pagina) sulle “bordate” di maggioranza e opposizione contro l’accordo e dal titolo: “Il Parlamento boccia Generali-Natixis” .
GLI EQUILIBRI DI CORRIERE E SOLE
Passiamo al Corriere della sera, che potremmo mettere tra i “neutri”. Nell’articolo di oggi il racconto dell’operazione è tecnico e il titolo bilanciato: “Generali leader con Natixis”, è il virgolettato dell’ad di Generali, Philippe Donnet. Equilibrato da “la politica cauta sul super polo”. Pura cronaca, insomma.
Tecnico anche il pezzo sul Sole 24 Ore di Laura Galvagni (che per il quotidiano di Confindustria segue il settore assicurativo) che sigla anche l’articolo di taglio basso sulle contromosse dei grandi soci Caltagirone e Delfin. Insomma, sopra più attenzione alle parole dei manager di Trieste e sotto più agli azionisti, però con un approfondimento giornalistico.
A MILANO FINANZA L’EDITORE CONTRO CALTAGIRONE
Tecnici e neutri anche Anna Messia su MF (il cui editore, però, nel suo editoriale di sabato scorso ha attaccato Caltagirone e la linea del Messaggero criticando i “nuovi tentativi egemonici di Caltagirone e degli eredi Del Vecchio sulle Generali”), di Giovanni Pons su Repubblica (ma le reazioni della politica sono state confinate in un boxino di poche righe in fondo alla pagina), e l’articolo della Stampa cofirmato da Giuliano Balestrieri e Danilo Ceccarelli. Il quotidiano torinese ha dedicato comunque due pagine all’operazione pubblicando anche un retroscena a doppia firma Gianluca Paolucci-Francesco Spini sulla reazione della politica e sulla missione a Roma dei vertici del Leone per fornire chiarimenti al Tesoro avvenuta in dicembre.
IL DOMANI DI DE BENEDETTI SPARACCHIA SU CALTAGIRONE
Assai pungente l’articolo di Vittorio Malagutti sul Domani: “Caltagirone e l’attacco a Generali, dietro la difesa del risparmio gli interessi degli amici di Meloni”. Il mirino del quotidiano di De Benedetti, è puntato sui “megafoni mediatici” dell’imprenditore romano ma soprattutto sulla “retorica sovranista” del governo che è impegnato a favorire la nascita di un “polo patriottico” anche sul fronte bancario e che “preme perché siano innanzitutto gli italiani a sostenere l’enorme debito pubblico di Roma”.
LA PAROLA AL MERCATO
La morale di questa analisi? Che quando la politica – e il giornalismo “tifoso” – entrano nel campo della finanza, non fanno bene né agli elettori né ai lettori. Alla fine deciderà comunque il mercato.
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