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Come previsto dalla Legge di Bilancio 2025 i dipendenti pubblici possono restare al lavoro fino a 70 anni. Come funziona la novità e quando scatta il trattenimento in servizio?
In pensione fino a 70 anni nella PA? Ecco come funzionerà dal 2025.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione ha firmato la direttiva con le indicazioni applicative per il trattenimento in servizio, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025.
Le Amministrazione possono infatti trattenere in servizio, previo consenso, il personale dirigenziale e non dirigenziale per far fronte ad attività di tutoraggio e di affiancamento ai nuovi assunti e per esigenze funzionali.
Vediamo come funziona la novità secondo le istruzioni fornite dal Ministero.
Pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici: quando scatta il trattenimento in servizio
La Legge di Bilancio 2025 oltre a confermare gli strumenti per l’uscita anticipata già in vigore nel 2024 ha introdotto anche una serie di importanti novità in materia di previdenza.
Tra queste anche una misura che interessa direttamente i dipendenti della pubblica amministrazione. Nello specifico, l’articolo 1, comma 165, specifica che le amministrazioni possono trattenere in servizio i propri dipendenti fino al compimento dei 70 anni d’età, nel limite del 10 per cento delle capacità assunzionali, per lo svolgimento di attività di tutoraggio e di affiancamento ai nuovi assunti e per esigenze funzionali non che non possono essere assolte diversamente (espletabili quindi solamente dal personale individuato).
L’obiettivo è infatti quello di affiancare ai nuovi assunti il personale che è già in possesso di adeguate competenze ed esperienza.
A fornire le indicazioni operative per l’applicazione della novità è il documento firmato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, pubblicato sul sito.
Come detto, questa possibilità può essere applicata dalle PA fino al compimento del settantesimo anno di età del lavoratore o della lavoratrice interessata e nel limite massimo del 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente.
Ad ogni modo, le novità non si applicano al personale delle magistrature (ordinaria, amministrativa, contabile e tributaria) e quello delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Quali sono dunque i criteri per l’applicazione della novità?
Come funziona il trattenimento in servizio nella PA
La nuova disposizione può essere attuata esclusivamente su specifica valutazione dell’amministrazione e non è cumulabile con altri istituti che prevedono il trattenimento in servizio (sono esclusi quindi anche i dipendenti con altre deroghe al pensionamento già attive).
Nello specifico, la misura:
- non attribuisce al lavoratore alcun diritto o automatismo al trattenimento in servizio e non ipotizza, in alcun modo, la presentazione, da parte sua, di richieste in tal senso;
- attribuisce esclusivamente alla parte “datoriale” il potere di individuare il personale di cui ritiene necessario il trattenimento in servizio;
- stabilisce che le esigenze organizzative possono essere quelle di attività di tutoraggio e di affiancamento ai neoassunti e quelle riconducibili ad esigenze funzionali non diversamente assolvibili, da intendersi come espletabili solamente dal personale individuato;
- condiziona la possibilità di trattenimento alla valutazione del merito. Potranno infatti essere trattenuti in servizio solo i dipendenti che abbiano conseguito una valutazione della performance ottima o eccellente (o giudizio corrispondente secondo il rispettivo ordinamento);
- condiziona il trattenimento al consenso dell’interessato.
Sarà quindi esclusivamente l’amministrazione a individuare il personale per un eventuale trattenimento in servizio, secondo una valutazione basata sul merito. I dipendenti non vi accedono automaticamente, né devono presentare alcuna domanda.
Prima di poter procedere, le PA dovranno valutare attraverso gli atti di programmazione annuale e pluriennali (PIAO):
- la sussistenza e la “dimensione” delle esigenze funzionali (nei limiti e per gli ambiti indicati);
- la durata di tali esigenze.
Solo in seguito l’amministrazione potrà individuare i dipendenti a cui chiedere la disponibilità per il trattenimento in servizio. Questi poi decideranno se accettare o meno la proposta.
Non è prevista una durata minima per il trattenimento (solo il limite massimo di 70 anni d’età). I tempi saranno dettati dall’esigenza che la PA intende affrontare adottando tale misura e “comunque auspicabilmente in misura adeguata a preservare la continuità gestionale ed evitare frammentazioni”, almeno un anno suggerisce la direttiva ministeriale. La durata sarà dunque valutata caso per caso. Anche nel caso dei dirigenti gli incarichi potranno avere una durata inferiori ai tre anni previsti ordinariamente.
Come specificato nelle istruzioni, infine, è esclusa qualsiasi ipotesi di richiamo in servizio per il personale che è già in pensione.
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