Il Piemonte si prepara a vivere un nuovo capitolo della sua lunga e prestigiosa storia enologica con Grandi Langhe 2025, un evento che punta a consolidare ulteriormente la reputazione della regione come culla di vini di qualità riconosciuti in tutto il mondo. In programma il 27 e 28 gennaio alle Ogr Torino, la manifestazione coinvolgerà 500 cantine, con uno spazio dedicato alla stampa per presentare le nuove annate delle Doc e Docg piemontesi. Ma questo appuntamento non è solo una celebrazione dei grandi vini: è un simbolo di unità, innovazione e apertura ai mercati internazionali.
Sergio Germano, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, e Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine, sono i protagonisti di questo dialogo corale che guarda al futuro del vino piemontese, tra promozione, tutela del territorio e la sfida primaria di mantenere alta l’eccellenza in un contesto globale sempre più competitivo.
Una vetrina unica per il territorio
Grandi Langhe è più di una manifestazione: è una celebrazione del territorio e della sua capacità di innovare. Germano descrive così l’evento: «Grandi Langhe rappresenta una piattaforma essenziale per presentare le nuove annate e stabilire relazioni con i mercati internazionali. Quest’anno abbiamo ampliato il numero di espositori, con quasi 400 cantine da Langhe e Roero e un 20% di aziende provenienti dal resto del Piemonte. L’obiettivo è creare un’offerta completa che attragga player da tutto il mondo».
La manifestazione non si limita ai tradizionali desk di degustazione, ma introduce spazi dedicati alla stampa per migliorare l’esperienza professionale. «Abbiamo pensato a una sala dove la stampa possa degustare oltre 700 vini in tranquillità, serviti da sommelier. Questo approccio offre una prospettiva più approfondita sulle nuove annate», aggiunge Germano.
Monchiero sottolinea il valore strategico di Grandi Langhe per il brand Piemonte: «Questo evento non è solo una vetrina per i nostri vini, ma un momento cruciale per rafforzare l’identità enologica della regione. Grandi Langhe è un banco di prova che dimostra la qualità e la forza del nostro territorio nel contesto globale». E allarga il concetto: «La capacità del Piemonte di rimanere fedele alla sua identità, pur aprendosi alle sfide del mercato globale, è una delle nostre caratteristiche vincenti. Grandi Langhe ci offre l’opportunità di raccontare non solo i vini, ma le persone e le storie dietro ogni etichetta. Questo livello di autenticità è ciò che ci distingue e rende il Piemonte un territorio unico nel panorama internazionale».
Una delle parole chiave è “valorizzazione”. E il presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco, Sergio Germano la declina così: «La promozione non si ferma al solo evento, ma si estende all’incoming internazionale. Abbiamo lavorato per attrarre visitatori da tutto il mondo, portandoli a vivere direttamente il nostro territorio. È fondamentale che i professionisti del settore tocchino con mano ciò che il Piemonte offre: paesaggi, tradizioni e, ovviamente, vini di eccellenza».
Monchiero aggiunge un pensiero finale “corale”: «Questo evento è la dimostrazione concreta di come il nostro settore sappia fare squadra. Non è un risultato casuale, ma il frutto di una visione comune e della collaborazione tra Consorzi e produttori. Siamo tutti ambasciatori di un patrimonio che va protetto e valorizzato in ogni sua sfaccettatura».
L’attualità e il consumo consapevole
Il vino è condivisione, vetrina, ma diventa anche un argomento di attualità con l’impatto delle recenti modifiche al Codice della strada. Germano riflette: «L’aumento dei controlli genera una comprensibile preoccupazione, ma è fondamentale promuovere un approccio consapevole al consumo. Il vino deve essere gustato nei giusti contesti, come parte di un’esperienza conviviale e culturale, senza eccessi che possano mettere a rischio la sicurezza».
Monchiero concorda e approfondisce: «Il Piemonte, con la sua tradizione di eccellenza, si è sempre distinto per un consumo di vino che valorizza la qualità più che la quantità. È una sfida educativa che dobbiamo raccogliere, insegnando ai consumatori a vivere il vino come un elemento di piacere e non di abuso. Il nostro obiettivo è rafforzare questa visione, legando il vino a momenti di convivialità e celebrazione, senza perdere di vista la responsabilità».
Il passato e il futuro: sfide e opportunità
Il 2024 per il settore vitivinicolo è stato un anno difficile, ma che è riuscito a regalare risultati a molti produttori piemontesi. «Nonostante un’estate complessa, con piogge nelle fasi critiche per il Nebbiolo e altre uve tardive, i vini del 2024 si distinguono per finezza ed equilibrio. Due settimane di sole in più avrebbero potuto garantire maggiore intensità, ma i produttori che hanno saputo agire con prontezza hanno ottenuto risultati eccellenti. È stata una prova di competenza e capacità di adattamento», la disamina di Germano.
Monchiero pone, invece, l’accento sulla resilienza del comparto: «La ripresa delle precipitazioni è stata un segnale positivo dopo due anni di siccità che avevano messo in difficoltà molte zone. Nonostante un calo nei consumi globali, il Piemonte ha retto grazie alla qualità intrinseca dei suoi vini. La nostra decisione di puntare sulle denominazioni di eccellenza ci ha permesso di mantenere una posizione solida nei mercati più esigenti».
Il presidente di Piemonte Land of Wine amplia la riflessione: «Il 2024 ha mostrato quanto sia cruciale investire nella sostenibilità e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. I produttori piemontesi hanno saputo rispondere alle difficoltà con innovazione e professionalità, dimostrando che il nostro territorio è all’avanguardia anche in contesti sfidanti. Questo approccio è un esempio di come la qualità nasca non solo dal prodotto finale, ma da ogni scelta compiuta in vigna e in cantina».
Germano aggiunge: «Il clima ci ha messi alla prova, ma i vini del 2024 raccontano una storia di finezza ed eleganza, privilegiando equilibrio ed espressività aromatica rispetto alla concentrazione. Chi ha saputo intervenire nei momenti giusti ha ottenuto risultati eccellenti, dimostrando che il nostro è un settore in grado di rispondere con prontezza alle sfide più complesse».
Monchiero, infine, sottolinea l’importanza della lungimiranza: «I produttori piemontesi si sono dimostrati capaci di adattarsi rapidamente, affrontando le difficoltà con competenza e dedizione. Il 2024 ci ha insegnato che la qualità è la nostra arma migliore per affrontare un mercato sempre più competitivo e attento ai dettagli».
L’entusiasmo per il futuro è palpabile. Germano afferma: «Il nostro territorio ha tutte le carte in regola per crescere e rafforzarsi ulteriormente. Grandi Langhe sarà solo l’inizio di un anno ricco di opportunità. Abbiamo dimostrato che, unendo le forze, possiamo competere con le grandi regioni vinicole del mondo».
Monchiero concorda e guarda avanti con ottimismo: «Il 2025 sarà l’anno della conferma e della crescita. Siamo pronti a raccogliere le sfide del mercato globale e a portare il Piemonte sempre più in alto».
Articolo a cura di Daniele Vaira
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