Sette italiani su dieci vogliono il posto fisso e pubblico

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Il mito del «posto fisso e pubblico» tiene duro. Anzi, è più solido che mai e guadagna in attrattiva. Secondo l’ultimo Barometro PA, l’indagine realizzata da FPA, società di Digital360, sette italiani su dieci considerano infatti la Pubblica amministrazione un datore di lavoro attrattivo. La inquadrano come un’esperienza professionale importante (il 28%), oltre che come un impiego stabile (che resta comunque e senza sorprese la risposta predominante, con il 44% dei rispondenti).

Rispetto al passato, insomma, il settore pubblico è percepito come più moderno, digitale e innovativo, sempre più centrale per la crescita del paese, e c’è addirittura un diffuso ottimismo sui miglioramenti che potrà introdurre l’intelligenza artificiale nei prossimi anni. I cittadini invece si spaccano sul Pnrr, dividendosi tra chi lo considera un’opportunità e chi ritiene che si rivelerà un’occasione persa.

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Altro che flessibilità, l’italiano medio vuole (ancora) il posto fisso

L’indagine, realizzata su un campione di 500 persone rappresentativo della popolazione italiana per misurare l’opinione sui processi di innovazione all’interno della PA «evidenzia un deciso miglioramento nell’atteggiamento dei cittadini, un fatto positivo che speriamo possa significare il definitivo superamento della cultura della PA come fardello, anche se bisogna ancora lavorare su una comunicazione che sia in grado di raccontare quanto di buono è stato già realizzato, in particolare sui territori. E se è vero che la Pubblica amministrazione ha ritrovato la giusta centralità nella costruzione del futuro del paese, siamo ancora a metà del guado. L’obiettivo è realizzare una ‘PA aumentata’, grazie all’apporto di persone, tecnologie e relazioni (intese come rete tra tutte le comunità attive nei processi di cambiamento) spiega Gianni Dominici, ad di FPA.

L’immagine della PA

Secondo il Barometro PA, nel 2025 l’immagine della pubblica amministrazione si conferma positiva agli occhi dei cittadini, dopo i buoni risultati registrati già lo scorso anno. Per il 44% degli italiani il settore pubblico è attrattivo come possibile datore di lavoro per sé o per un familiare grazie alla sicurezza e stabilità occupazionale che offre nel tempo, per il 28% invece per l’importante esperienza professionale. Solo al 23% non interessa un’occupazione nel settore pubblico. Rispetto ai servizi erogati dagli enti pubblici, in una sostanziale stabilità, ben un terzo degli italiani (31%) giudica invece la PA «molto più digitale e innovativa» rispetto a un anno fa e solo il 12% la vede ancora analogica e poco innovativa. Tra i diversi ambiti della PA, la maggiore fiducia è riposta nella sanità, poi nella sicurezza e, a pari merito, nei servizi sociali e nella promozione culturale.

L’intelligenza artificiale

Nei prossimi anni, la PA rappresenterà uno dei settori più interessati dall’adozione di intelligenza artificiale e in questo ambito cresce di dieci punti in un anno la quota di ottimisti: per il 34% dei cittadini le nuove soluzioni potranno contribuire a rafforzare la pubblica amministrazione. Anche se non mancano i dubbiosi (per il 24% è una tecnologia come le altre) e gli scettici (per il 20% la PA non è pronta a gestire questa rivoluzione) mentre il 22% non ha un’opinione. Tra i tanti aspetti, per gli italiani l’IA può incidere soprattutto nella qualità dei servizi offerti (53%) e nella semplificazione del linguaggio tecnico e normativo (42%, un’idea diffusa soprattutto tra i giovani). In minor misura, a migliorare efficienza e produttività (39%) o a prevenire frodi o truffe (33%).

Lavoro pubblico

D’altra parte, secondo il decimo Annual Report di FPA, lo spazio esiste: dopo decenni di disinvestimenti in termini economici e di personale, si è cioè ripreso a investire nel lavoro pubblico, con nuove assunzioni e politiche di employer branding per attrarre nuovi specialisti e giovani. Anche se l’Italia, contrariamente ad alcuni pregiudizi, continua ad avere un numero totale in proporzione alla popolazione inferiore a quello dei principali paesi europei: contiamo infatti 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, mentre sono 6,1 in Germania, 7,3 in Spagna, 8,1 in UK, 8,3 in Francia. Inferiori anche in proporzione agli occupati: sono 14 impiegati pubblici ogni 100 occupati contro il 16,9 in UK, il 17,2 in Spagna, il 19,2 in Francia. L’età media degli impiegati pubblici stabili è di 50,4 anni.

A proposito di lavoro e carriera, secondo il primo studio della rinnovata edizione di «People at Work 2025» di ADP Research, solo un quarto (24%) della forza lavoro globale è sicuro di possedere le competenze necessarie per avanzare al livello successivo nel prossimo futuro, mentre solo il 17% dei lavoratori concorda pienamente sul fatto che il proprio datore di lavoro stia investendo nelle competenze necessarie per il proprio avanzamento professionale. Valori che in Italia scendono ulteriormente: solo il 14% dei lavoratori italiani (15% uomini e 14% donne) ha infatti fiducia nelle proprie competenze, mentre appena il 10% confida nel datore di lavoro per la propria crescita professionale (11% uomini e 8% donne).

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