La Consulta boccia la moratoria: una svolta per l’eolico e il fotovoltaico
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la moratoria sugli impianti di energia rinnovabile in Sardegna. La sentenza arriva in seguito al ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la legge regionale che, a luglio, aveva bloccato per 18 mesi la costruzione di impianti eolici e fotovoltaici sull’Isola. Sebbene la norma sia stata successivamente abrogata con la legge sulle aree idonee, i giudici hanno ritenuto necessario pronunciarsi, sottolineando i principi fondamentali che guideranno le decisioni future. Il direttore de L’Unione Sarda, Emanuele Dessì, è intervenuto in studio per commentare la notizia.
(Pixabay)
Il Decreto Draghi e la competenza statale
Il fulcro della sentenza riguarda l’articolo 3 della moratoria, approvata in emergenza per contrastare l’espansione delle energie rinnovabili in Sardegna. Il governo ha contestato il provvedimento, sostenendo che violasse le competenze statali in materia energetica. La Regione, invece, ha difeso la sua posizione appellandosi allo Statuto Speciale, che le conferisce poteri in edilizia, urbanistica e tutela paesaggistica. Tuttavia, la Corte ha stabilito che il Decreto Draghi rappresenta il riferimento normativo principale in materia.
Il futuro dell’energia rinnovabile in Sardegna
Nonostante la bocciatura della moratoria, il dibattito sulle rinnovabili resta acceso. La legge regionale sulle aree idonee, approvata il 5 dicembre, continua a disciplinare il settore, mentre si attende un ulteriore pronunciamento della Consulta. Anche il Tar del Lazio è chiamato a esprimersi sul decreto Pichetto Fratin, con un’udienza fissata per il 19 marzo. Nel frattempo, l’opposizione e i comitati ambientalisti continuano a manifestare contro l’invasione delle pale eoliche, chiedendo maggiore tutela per il territorio.
Intervista a cura di Alessandra Carta
Caffè Corretto del 12-03-2025
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