CIA (CONSIGLIO PAT) * SANITÀ TRENTINO: “ TURNOVER, LA REPLICA DELL’APSS È UN CAPOLAVORO DI AUTO-REFERENZIALITÀ”

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23.31 – giovedì 23 gennaio 2025

Turnover sanitario: la replica dell’APSS, un capolavoro di auto-referenzialità.

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In merito alla nota stampa (sotto LINK Opinione – ndr) diramata dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Apss Trentino) in risposta alla mia conferenza stampa sull’allarmante situazione del turnover del personale sanitario in Trentino, ritengo doveroso fare alcune precisazioni per ristabilire la correttezza del dibattito pubblico e sottolineare le evidenti contraddizioni presenti nella replica aziendale.

Fin dall’esordio, il comunicato dell’APSS si distingue per una giustificazione di comodo: la presunta fisiologia del turnover. Questa banalità, è stata comunque evidenziata durante la conferenza stampa e non cambia minimamente la gravità dei dati che ho presentato. Riconoscere che un certo livello di turnover sia naturale è ovvio, ma il problema che emerge dai dati è di altra natura: un saldo negativo strutturale, con carenze che si ripercuotono in modo grave sui servizi ai cittadini.

Proseguendo, si cerca di invalidare l’analisi basata sui dati ottenuti dalla stessa Apss con richieste formali di accesso agli atti, affermando che i numeri forniti non sarebbero sommabili algebricamente. Questo tentativo di confusione è inaccettabile: in due richieste distinte avevo chiesto, in modo chiaro e specifico, quanti medici e infermieri hanno abbandonato volontariamente l’Apss negli ultimi cinque anni e, nello stesso periodo, quanti sono andati in pensione. Le risposte fornite dall’Apss, accompagnate peraltro da un’intimazione a non divulgare i dati, sono eloquenti: quanto emerso è scomodo e imbarazzante. Nonostante ciò, poiché ritengo che questi numeri appartengano ai cittadini che finanziano la spesa pubblica, non ho esitato a condividerli.

È altresì surreale il tentativo di sostenere che, per “consentire una migliore lettura dei dati e fugare eventuali dubbi” sarebbero stati necessari ulteriori chiarimenti. Una “perla” che sembra implicare che i dati forniti in mesi e mesi, a fronte di richieste formali, necessitino di una successiva opera di decifrazione per tramite della direzione aziendale. Una posizione francamente assurda, che non si concilia minimamente con la trasparenza richiesta a un ente pubblico. I dati, per loro natura, devono essere chiari, completi e utilizzabili per guidare le decisioni in un’ottica di miglioramento continuo. Pensare il contrario è del tutto lontano da ogni logica di gestione moderna e orientata ai risultati. Forse un’ammissione implicita: le loro risposte sono così confuse che loro stessi si aspettano di essere contattati per capirle? Ma dubbi non ce n’erano: i numeri non hanno bisogno di interpreti, parlano da soli. Le tabelle inviate sono scritte in lingua italiana, e non necessitano di un traduttore. Una tabella parla di abbandoni volontari, l’altra di pensionamenti: termini chiari e distinti.

Infine, il tentativo di sostenere che il saldo complessivo tra assunzioni e cessazioni sarebbe positivo è smentito dalla realtà quotidiana che i cittadini vivono negli ospedali e nei servizi sanitari del territorio. Le difficoltà nel coprire i turni nei Pronto Soccorso, il sovraccarico per il personale in servizio e le carenze nelle cure domiciliari e nella sanità pubblica sono fatti evidenti, che non possono essere nascosti dietro a freddi numeri autoreferenziali. Anzi, proprio questo approccio superficiale rischia di allontanare ancora di più i professionisti da un sistema che non li valorizza e non affronta con serietà le criticità segnalate.

Il mio obiettivo è e rimane quello di garantire un sistema sanitario che risponda in modo efficace e tempestivo ai bisogni dei cittadini, affrontando con decisione le sfide legate al turnover e al benessere del personale. Inoltre, è evidente che se il saldo tra assunzioni e fuoriuscite fosse realmente positivo, come sostiene l’Apss, non si spiegherebbe il continuo ricorso a medici “gettonisti” o il reclutamento di infermieri all’estero, fino a spingersi in India. Questo è un chiaro indicatore di un sistema in affanno, ben lontano dall’equilibrio che l’APSS vorrebbe far credere.

Auspico che Apss adotti un approccio più trasparente, aperto e orientato al miglioramento, abbandonando questa tendenza all’auto-referenzialità e impegnandosi realmente per affrontare le criticità strutturali che affliggono il nostro sistema sanitario.

Dopo questa replica, appare innegabile quanto sia urgente e imprescindibile condurre un’analisi indipendente dei dati. Solo un esame imparziale e trasparente può garantire una comprensione chiara delle dinamiche in atto e fornire le basi per decisioni strategiche informate. Questo approccio non è solo necessario per risolvere le criticità attuali, ma rappresenta l’unico modo per ricostruire la fiducia dei cittadini e dei professionisti nella gestione del sistema sanitario provinciale.

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*
Claudio Cia
Consiglio Provincia autonoma Trento (Gruppo Misto)

 

 

 

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