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Entro novembre sarà allestito il cantiere per l’abbattimento delle Vele rossa e gialla: appalto fatto e assegnato ora tocca alle gru fare il loro lavoro per cancellare altri due simboli di Gomorra. E il Comune non vuole perdere un solo minuto, tanto che sono partiti già due cantieri per le nuove case in costruzione ce ne sono già 160 rispetto alle 433, tutte dovranno essere consegnate entro il 2026. Va tutto bene dunque? Assolutamente no, perché l’accelerata sull’installazione dei cantieri per l’abbattimento delle Vele è dovuta al sindaco Gaetano Manfredi che ha emanato ormai da circa tre settimane una ordinanza di «sgombero ad horas per motivi urgenti e contingibili di sicurezza pubblica a causa dei rischi che minacciano la pubblica e privata incolumità ».
Una decisione presa sulla scorta dei rilievi fatto dai tecnici di Palazzo San Giacomo. Nella sostanza la gente deve uscire di casa perchĂ© c’è il rischio crollo esattamente come accaduto per la Vela celeste dove a luglio ci hanno rimesso la vita tre persone. Il tema è che chi ha deciso di uscire – ancora in pochi – non trova nessuno che gli affitta una casa malgrado a garantire il pagamento sia il Comune con il cosiddetto “contributo autonomo”. Una norma del Governo che ci ha messo tre milioni ai quali ne va aggiunto uno del Comune. Con la Vela celeste ha funzionato bene, forse sull’onda emotiva dei morti i proprietari hanno aperto non solo gli alloggi ma anche le porto del loro cuore. Ma oggi le cose stanno diversamente: «Chi viene dalle Vele non deve avere uno stigma. Siamo – disse Manfredi il mese scorso rivolgendosi ai napoletani – in una fase transitoria di una situazione che, sono molto fiducioso, noi risolveremo in maniera radicale, ci vuole anche solidarietĂ ed è un atto di civiltà ».Â
Insomma è corsa contro il tempo per trovare un alloggio a chi lascia le Vele. Oggi saranno emesse nuove ordinanze di sgombero nello specifico 11 per la Vela gialla e 60 per quella rossa. Il cronoprogramma del Comune non ammette ritardi riguardo all’abbattimento anche e soprattutto perché il rischio crollo con altre vittime e dietro l’angolo, più concreto di quanto ci si possa immaginare. Palazzo San Giacomo prevede uscite al ritmo di 5-10 famiglie al giorno in modo da arrivare all’installazione del cantiere con le Vele vuote. Il punto è che il ritmo delle ordinanze di sgombero non corrisponde alle uscite reali delle famiglie dai siti perché chi dovrebbe uscire non ha nessuna certezza di trovare un alloggio.
La Curia ha messo a disposizione degli immobili definiti “transitori”, nel senso che ci si può stare dentro un paio di settimane, non un paio di anni il tempo che necessita per la costruzione delle nuove case. E se non si trovano soluzioni per gli sfollati si dovrĂ procedere con gli sgomberi coatti perchĂ© – è bene sottolinearlo ancora – il rischio di un’altra tragedia è reale. Per trovare alloggi agli sfollati si sta muovendo anche la Prefettura e lo stesso Comune ma se non si hanno aperture da parte di proprietari privati diventa difficile trovare la quadra.Â
Non bastasse questo aleggia l’ombra degli abusivi, di chi pur risedendo nelle Vele non ha alcun titolo per esserci e dunque nemmeno di avere la casa nuova. Hanno diritto al “contributo autonomo” che va dai 400 ai 1200 euro a famiglia e alla futura casa solo coloro che risultano essere nelle Vele, con un titolo valido, al censimento di luglio del 2023. E numeri non tornano: A luglio dell’anno scorso furono censite 507 unità familiari: 220 nella Vela celeste, 189 nella rossa e 98 nella gialla. A fronte di 433 nuovi alloggi in costruzioni. Insomma ci sono 68 unità in più rispetto alle case in costruzioni.
Presumibilmente sono loro gli abusivi e saranno anche i primi a essere sfrattati in maniera coatta. Ma non sarĂ semplice perchĂ© molti di questi abusivi – paradossalmente – non stanno nelle case e quindi è impossibile notificargli l’ordinanza. Una cosa simile è accaduta al Rione Amicizia in agosto li dopo svariati tentativi di notificare gli atti intervennero le forze dell’ordine su input della Prefettura e della Magistratura e furono effettuati gli sgomberi. E venne fuori che gli abusivi erano affiliati a clan della camorra. L’autunno alle Vele si annuncia caldo almeno per chi non è in regola.Â
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