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“Bene il chiarimento di Giorgetti, ma sulla manovra saremo attenti”. Così
Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori, in vista del 39
meeting di Capri, con al centro le prospettive di sviluppo dell’Africa e dell’area Mediterraneo. “Con un debito pubblico come il nostro è imprescindibile l’attenzione ai conti e, in questo senso, apprezziamo l’atteggiamento del governo. Le risorse sono poche, occorre concentrarle sui capitoli di sviluppo e la conferma del taglio del cuneo fiscale in maniera strutturale è uno dei principali. Noi siamo disponibili ad una revisione delle tax expenditures per destinare risorse in modo strutturale agli investimenti”.Â
Di Stefano ha indicato le priorità in vista della manovra: “Produttività al centro” con “Transizione 5.0, la misura più rilevante in termini di stanziamento, per gestire la trasformazione digitale e il green, è fondamentale. Anche se serve semplificarne l’accesso. E poi intelligenza artificiale e mini reattori nucleari, due frontiere su cui si misurerà la futura capacità competitiva del Paese”.Â
Il mismatch – ha aggiunto in veste di Delegato all’Education – è ancora un problema:  “se in questi anni la disoccupazione è diminuita, il numero dei Neet è sceso e quello dei laureati è cresciuto, il gap tra domanda e offerta di lavoro è rimasto lo stesso. Sono ancora insufficienti i diplomati degli istituti tecnici e i laureati nelle materie Stem. Le imprese, grazie a 1,5 miliardi stanziati da Draghi con il Pnrr, sono impegnate con gli Its Academy a dare una risposta, partecipando direttamente ai percorsi di formazione”.Â
Sul tema degli investimenti post Pnrr il presidente degli industriali under 40 ha detto: “Ora dobbiamo accelerare sui progetti e utilizzare i fondi nel miglior modo possibile. Certo, il 2026 è vicino e ci sono alcuni capitoli che, per dispiegare le proprie potenzialità , dovrebbero essere accompagnati da politiche di sostegno nazionali anche oltre quella data”.Â
E sul piano strutturale di bilancio “Una strategia pluriennale in continuità con la spinta riformatrice del Pnrr è certamente positiva. Tuttavia alcune indicazioni sono generiche e abbiamo individuato qualche criticità . Una in particolare: la riforma complessiva dell’Ires, imposta che ha un fortissimo impatto sulle imprese, è la grande assente nel Piano. Superata l’Irap non ci possono essere squilibri verso l’imposta sul reddito delle società ”.Â
Sulla crisi dell’auto e il green deal Di Stefano ha sottolineato: “La corretta ambizione rispetto agli obiettivi ambientali non può prescindere dal necessario pragmatismo. Lo stop al motore endotermico fissato al 2035 si sta dimostrando un boomerang. L’Europa non si può trasformare in una Rust Belt. E come l’auto altri settori sono a rischio a causa di questa furia ideologica, come l’acciaio e la ceramica”.Â
Giunto alla fine del suo mandato come Presidente dei Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano ha ricordato le sfide e i risultati raggiunti: “Sono stati anni complessi, ma ricchi di sfide, con trasformazioni veloci e di grande impatto. Ho iniziato il mio mandato con la pandemia, poi i grandi choc del commercio globale e la crisi energetica, i conflitti in Europa e in Medio Oriente. Sono orgoglioso di aver rappresentato tanti giovani imprenditori italiani che insieme al Paese hanno mostrato la loro parte migliore durante il periodo pandemico.Abbiamo portato alcuni temi all’attenzione generale, come il ritorno al nucleare, ma anche chiesto e ottenuto dal governo la rimodulazione dei basket bond a misura dei giovani imprenditori”.Â
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