L’app cinese ha scatenato il panico dopo aver rilasciato modelli di intelligenza artificiale in grado di superare i migliori d’America a basso costo. AMilano scivola Prysmian
L’intelligenza artificiale cinese mette in crisi i mercati occidentali, mandando ko tutti i principali titoli europei e americani legati al settore. A partire da quello di Nvidia, il colosso dei microchip che cede circa il 12% a Wall Street in pre-apertura. L’app cinese DeepSeek ha scatenato il panico dopo aver rilasciato modelli di intelligenza artificiale in grado di superare i migliori d’America, nonostante siano costruiti a un costo inferiore e con chip meno potenti.
Giù i titoli tech, a Milano tonfo di Prysmian
I titoli tecnologici di Wall Street si avviano a un crollo di 1.000 miliardi di dollari in seguito ai progressi della start-up cinese. I future del Nasdaq 100 viaggiano in calo del 3,9% in pre-apertua, una mossa che cancellerebbe 1,04 miliardi di dollari dall’indice tecnologico. La settimana scorsa DeepSeek ha presentato il suo ultimo modello di intelligenza artificiale, che ha raggiunto prestazioni paragonabili a quelle dei rivali statunitensi OpenAI e Meta, ma sostiene di utilizzare un numero di chip Nvidia molto più basso. Le azioni di Nvidia, che è stata uno dei maggiori vincitori della rivoluzione dell’AI, sono scese di quasi il 12% nelle contrattazioni pre-mercato. A Piazza Affari è Prysmian, esposta sul comparto dell’elettrificazione, a pagare di più le turbolenze nel settore dell’AI: il titolo è il peggiore del listino e accusa un calo dell’8,7%, al pari di Schneider Electric (-10,2%) a Parigi e di Siemens Energy (-21,7%) a Francoforte. Colpito anche il settore dei chip, con St che arretra dell’1,3%.
Cos’è DeepSeek
La start-up cinese DeepSeek ha presentato il suo sistema di intelligenza artificiale, in grado di eguagliare le capacità di chatbot all’avanguardia di aziende come OpenAI e Google, dopo Natale. Già questa è una notizia enorme ma non è l’unica. Il team che ha lavorato al sistema in un documento di ricerca ha spiegato di aver utilizzato solo una frazione dei chip per computer altamente specializzati su cui le principali aziende di intelligenza artificiale fanno affidamento per addestrare i suoi sistemi. Il New York Times ha spiegato che, sulla base dei test di riferimento utilizzati dalle aziende americane di intelligenza artificiale, il chatbot DeepSeek ha risposto a domande, risolto problemi logici e scritto i propri programmi per computer garantendo la stessa efficienza di qualsiasi altro prodotto già presente sul mercato. L’azienda cinese punta molto sulla natura open source del suo prodotto, che consentirà a chiunque in tutto il mondo di copiarne il codice e usarlo gratuitamente. La sfida con ChatGpt, le cui applicazioni più performanti sono a pagamento, è aperta.
La competizione con gli Usa
Il successo di DeepSeek spaventa gli Stati Uniti, che avevano rafforzato i controlli sulle esportazioni di microchip proprio in chiave anti-cinese, con l’obiettivo di limitare la capacità di Pechino di creare un’industria avanzata dei semiconduttori per l’intelligenza artificiale. Come ha scritto il Nyt, questa strategia non ha funzionato. La start up cinese, infatti, non solo è riuscita a sopperire alla carenza di microchip costruendo un chatbot che ne usa meno e risulta quindi più economico. Ma è riuscita addirittura a costruire una tecnologia altamente competitiva.
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