La “Carta d’identità Esg” per imprese competitive

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In queste pagine, alcune foto dell’evento Ostiense Next

Promuovere la semplificazione e la collaborazione lungo le filiere per la sostenibilità e competitività del sistema imprenditoriale. È questo l’obiettivo di Open-es, l’iniziativa di sistema che, attraverso una piattaforma digitale gratuita lanciata da Eni nel 2021 in collaborazione con Boston Consulting Group e Google Cloud, vede oggi il coinvolgimento di più di 30 partner che stanno guidando la sua evoluzione, e una community di oltre 26mila aziende impegnate nel definire e perseguire concreti piani di sviluppo.

Un’alleanza, quella di Open-es, che riunisce attori del mondo industriale, finanziario, associativo e istituzionale, creando una vera e propria alliance di sistema per facilitare l’integrazione dei principi ESG nelle strategie aziendali. Un’iniziativa che sta registrando un ottimo successo, come dimostrano sia il numero crescente di aziende coinvolte che il livello di impegno e partecipazione attivo di soggetti diversi, come banche, assicurazioni, istituzioni e persino asset manager, che si uniscono per offrire soluzioni concrete per il miglioramento sostenibile delle imprese.

La mission di Open-es è duplice: promuovere la collaborazione tra le diverse realtà del sistema economico e semplificare il processo di rendicontazione e miglioramento delle performance ESG attraverso una piattaforma semplice e che punta a minimizzare il carico burocratico in questo ambito per le imprese. Un obiettivo fondamentale è quello di supportare in particolare le piccole e medie imprese, che rappresentano una parte significativa del tessuto produttivo italiano e che spesso faticano a intraprendere il cammino verso la sostenibilità per la mancanza di risorse e strumenti adeguati.

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La piattaforma consente alle aziende di creare una “Carta d’identità ESG”, che diventa lo strumento per valutare e monitorare i progressi nel tempo, consentendo anche la validazione delle azioni da parte di certificatori terzi. Questo processo aiuta le imprese a migliorare la propria posizione sui mercati, a ottenere l’accesso a servizi finanziari e a posizionarsi meglio verso i propri clienti e investitori. In aggiunta sulla piattaforma, Open-es offre un vasto ecosistema di soluzioni pratiche e servizi innovativi attraverso il Development Hub, un marketplace che mette in contatto le Pmi con esperti e tecnologie avanzate per colmare le lacune in termini di sostenibilità. L’iniziativa è anche molto attiva sul fronte della formazione, con progetti come “Open-es Camp” e il format mensile “Competenze ESG”, che offrono agli imprenditori e ai manager delle piccole e medie imprese strumenti pratici per affrontare le sfide legate alla sostenibilità. Open-es, di recente, haanche avviato con Federmanager un programma formativo per i manager con il progetto “Carta d’Identità ESG Manager”, una certificazione che aiuta a sviluppare le competenze necessarie per gestire la sostenibilità all’interno delle aziende. Uno degli aspetti distintivi dell’iniziativa lanciata da Eni è la capacità di unire le forze tra attori diversi, anche dello stesso settore, come nel caso delle grandi società di consulenza e revisione, che collaborano per supportare le filiere nel loro percorso di sostenibilità. L’alleanza ha attratto anche l’interesse di grandi realtà istituzionali e finanziarie, tra cui Cassa Depositi e Prestiti e SACE che negli ultimi mesi si sono unite all’alleanza per accelerare lo sviluppo di catene del valore resilienti e sostenibili, in linea con gli obiettivi strategici italiani e globali. La sinergia tra grandi aziende, piccole e medie imprese, startup e università ha preso recentemente forma anche nell’evento, organizzato da Open-es e ROAD – Rome Advanced District in collaborazione con Wired, “Ostiense Next”, che si è svolto a metà novembre presso il Gazometro di Roma Ostiense, un’area di archeologia industriale che Eni sta recuperando e trasformando in un importante centro di innovazione tecnologica. Un evento pensato per catalizzare nuove idee, partnership e progetti e per esplorare l’importanza degli ecosistemi collaborativi nella condivisione di percorsi virtuosi e innovativi attraverso la cooperazione appunto di imprese, istituzioni e player tecnologici, per disegnare insieme un futuro sempre più sostenibile e tecnologicamente avanzato per il nostro Paese. Perché – e questo è uno dei pilastri dell’iniziativa – solo lavorando insieme, unendo le forze tra diversi settori e realtà imprenditoriali, creando sinergie tra le filiere produttive e il territorio, è possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita e innovazione e rispondere alle sfide globali della sostenibilità. Non è un caso che come luogo dell’evento sia stato scelto proprio il Gazometro, «uno dei quartieri più promettenti d’Europa, grazie alla presenza di un grandissimo asse di mobilità viaria, di una Università fondamentale per la nascita dei distretti di innovazione, e di numerose aziende operanti in diversi settori che favoriscono l’incontro di conoscenze e saperi di stampo tecnologico con quelli che vengono dal mondo della creatività», ha spiegato nel corso dell’evento Mattia Voltaggio, Program manager officer di Road (Rome Advanced District).

È qui, infatti, nell’area del Gazometro (circa 13 ettari di proprietà Eni), che nel 2023 ha visto la luce Road, promosso dall’azienda del cane a sei zampe insieme con altre grandi company italiane (FS, Autostrade, Cisco, Maire, Bridgestone, Nextchem e Acea) con l’obiettivo di creare, nel centro di Roma un luogo di sperimentazione tecnologica e culturale. Il primo distretto di innovazione tecnologica dedicato alle nuove filiere energetiche, aperto a collaborazioni di ricerca industriale applicata, in sinergia con il mondo della ricerca e dell’università – dalle discipline Stem all’architettura, dal design alle scienze umane – con l’ambizione di contribuire alla nascita della “Ostiense Valley”, un luogo vocato all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo nell’ambito della sostenibilità.

«Open-es è la testimonianza di come un’alleanza e un dialogo costruttivo fra i vari player coinvolti nel processo di cambiamento e innovazione possano consentire di comprendere il percorso per affrontare nella maniera migliore le sfide della sostenibilità, offrendo strumenti concreti alle aziende, che spesso devono scontrarsi con non poche difficoltà economico-organizzative e tecnologiche», ha sottolineato nel corso dell’evento Costantino Chessa, Head of Procurement di Eni. «La parola chiave deve essere proprio concretezza, innanzitutto sul fronte delle imprese. Il nostro sistema è composto per il 90% da Pmi alle quali dobbiamo fornire strumenti semplici da utilizzare e che consentano di avviare concretamente un percorso. Concretezza significa anche non duplicare i dati; solo avendo una base dati condivisibile da tutte le aziende possiamo evitare che la sostenibilità sia vista come un onere burocratico dalle imprese. La nostra priorità anche per il 2025 sarà fornire strumenti semplici e concreti all’interno della piattaforma digitale». E proprio in tema di dati, nella suggestiva cornice del Gazometro Ostiense, sono stati presentati i risultati del rapporto “Open-es Navigatore ESG”: uno studio che ha analizzato il grado di maturità delle imprese italiane sui temi ESG allo scopo di individuare priorità e azioni concrete su cui concentrare gli sforzi nel 2025 per cogliere appieno il potenziale di competitività connesso a questi aspetti. In particolare è emerso che è possibile aumentare del 34% il potenziale competitivo delle imprese puntando su 5 azioni prioritarie, alla portata di tutte le aziende (formazione e strumenti di misurazione, definizione dei processi, target e piani di miglioramento) e che incidono su 8 priorità ESG: catene del valore, economia circolare, gestione di impatti, rischi e opportunità, efficienza energetica, cambiamento climatico, diritti umani, inclusione, salute e sicurezza. «E’ fondamentale che le imprese partano dall’individuare il collegamento nel proprio contesto di business tra fattori ESG ed elementi chiave per il proprio posizionamento di mercato: costi, ricavi e risorse per la crescita. Questa analisi distintiva ci mostra infatti che c’è ancora un 60% e oltre di potenziale di competitività connesso ad una gestione efficace dei rischi e opportunità in ambito ESG», ha sottolineato Stefano Fasani, program manager di Open-es. «Oggi sono più di 26mila le imprese attive nella piattaforma e il recente ingresso all’interno dei partner di Cdp-Cassa depositi e prestiti e SACE vuole testimoniare un ulteriore passo di natura istituzionale che vogliamo portare avanti tramite questa alleanza, dando sempre più risposte e strumenti concreti e adatti ad accompagnare ogni impresa unendo mondo industriale e finanziario-assicurativo. Mondi diversi, ma complementari, che hanno unito le forze per semplificare le richieste a cui le aziende sono chiamate oggi a rispondere nel loro percorso di sostenibilità, focalizzando gli sforzi sulla competitività e l’attuazione di piani di sviluppo». La strada è tracciata, ora non resta che seguirla, per accompagnare e supportare le imprese nel percorso di transizione, coniugando crescita e obiettivi ESG.



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