Il governatore campano al San Carlo: «Dobbiamo combattere le banalizzazioni. Il danno che sta procurando Netanyahu è immenso, ma dobbiamo ricordare a tutti che gli israeliani non sono Netanyahu»
«Ci capita di vedere manifestazioni a Roma con centinaia di giovani che fanno il saluto fascista e ci capita di ascoltare qualche esponente istituzionale che rivendica con orgoglio il fatto di conservare a casa il busto di Mussolini. L’antifascismo, e l’antisemitismo che va combattuto, sono cose serie», dice il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca alle celebrazioni della Giornata alla Memoria al San Carlo di Napoli. Nell’occasione, il rabbino Cesare Moscati aveva palesato preoccupazione per il ritorno di un antisemitismo già latente riferendo i timori della comunità di Napoli, dove, nei giorni scorsi, è stato arrestato, in provincia, un marocchino accusato di terrorismo che, secondo la Digos, stava studiando attentati alla sinagoga di piazza dei Martiri.
«Subito dopo la fine della seconda guerra – prosegue De Luca – la parola d’ordine è stata mai più, ma nel corso dei decenni gli anticorpi e la memoria hanno finito quasi per dileguarsi, per consumarsi e così oggi assistiamo a episodi vergognosi» ed «è necessario interrogarsi se oggi giovani manifestano col saluto romano o contro gli ebrei, sta succedendo qualcosa di terribile, dobbiamo capire e fare di tutto per rispondere, per reagire. Noi dobbiamo inginocchiarci davanti a Liliana Segre e, rispetto alla sua paura che la Shoah non sarà più ricordata, dobbiamo prendere l’impegno a fare di tutto per tenere vivi i valori che le hanno consentito di sopravvivere a quella tragedia. Ma se vogliamo parlare un linguaggio di verità, dobbiamo dirci che la Notte dei Cristalli è lontana, il rastrellamento nel ghetto di Roma è lontano, perfino le immagini di Auschwitz sono lontane, ma sono vicine e davanti a noi le immagini dei bambini morti di freddo a Gaza».
De Luca ha parlato di «situazione maledettamente difficile» evidenziando che «siamo qui per ribadire che la Shoah è barbarie senza eguali, la disumanizzazione, la perdita dei confini tra l’umano e il bestiale. Non c’è paragone con quanto accaduto allora, ma così come siamo impegnati a coltivare quella memoria, siamo impegnati a venire all’oggi, a eliminare le cause del riproporsi di un antisemitismo che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze. Sul piano umano, dobbiamo insegnare ai giovani che nella vita ci sono valori non negoziabili, valori di dignità e di libertà rispetto ai quali occorre sacrificare tutto se necessario. Poi dobbiamo combattere le banalizzazioni a cui stiamo assistendo. Dobbiamo affrontare le cause del nuovo antisemitismo. Il danno che sta procurando il Governo Netanyahu è immenso, ma dobbiamo ricordare a tutti, e non è facile, che gli israeliani non sono Netanyahu, sono un popolo di grande civiltà ma dobbiamo anche sapere che quello che sta succedendo oggi a Gaza produrrà decine di migliaia di nuovi potenziali terroristi».
Poi De Luca, facendo riferimento ai fatti del 7 ottobre 2023, ha aggiunto: «Non c’è alcun dubbio che Hamas ha compiuto un atto di barbarie perché chi rapisce esseri umani o uccide a sangue freddo persone inermi è un barbaro, non ha giustificazioni, ma la forza della democrazia è la capacità di rispondere all’inciviltà del delitto con la civiltà del diritto: se la tua reazione conta 50mila morti, inevitabilmente nei prossimi anni avrai decine di migliaia di giovani adolescenti che penseranno alla vendetta e non alla convivenza. Noi dall’esterno – ha proseguito il governatore – dobbiamo favorire con pazienza le condizioni per la convivenza di due Stati e due popoli, da soli non potranno farcela». L’auspicio è che «la comunità internazionale voglia assumersi questa responsabilità perché altrimenti, fra pochi anni, avremo il ripetersi della tragedia e l’estensione in tutto il mondo occidentale di una nuova ondata di antisemitismo. Ed è una vergogna che oggi un signore, il più ricco del mondo (Elon Musk, ndr) stia incoraggiando i neonazisti tedeschi ad andare avanti».
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