Bergamotto di Reggio Calabria Igp, il giorno del disciplinare: ecco cosa prevede

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I produttori del territorio sono arrivati a Catanzaro da tutta la provincia per dare il loro contributo alla fase conclusiva del procedimento per l’attribuzione del marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta) al bergamotto di Reggio Calabria. Circa trecento persone del tessuto sociale, economico e civico hanno partecipato alla riunione di pubblico accertamento svolta questa mattina nel palazzo della Regione, evento che attesta il consenso collettivo al disciplinare per l’Igp approvato dal ministero dell’agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste il 20 dicembre 2024. 

Un appuntamento atteso a lungo dopo le travagliate vicende dell’iter sostenuto dalla maggioranza dei bergamotticoltori reggini, bloccato nella contrapposizione con il gruppo che promuove l’estensione al frutto della Dop attualmente riconosciuta solo per l’essenza.

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A caldo, mentre è a bordo del pullman sulla via del rientro, commenta l’imprenditore Giuseppe Falcone, referente del comitato di categoria che ha difeso l’azione verso l’Igp: “Tutto si è svolto senza problemi. Sono stati esposti i contenuti del disciplinare e non ci sono state contestazioni. In qualche intervento sono state suggerite modifiche riguardanti argomenti tecnici, gli unici ammesse in audizione, ad esempio sul numero massimo di impianti. Deduzioni di cui è stata presa nota e che saranno considerate nella stesura definitiva”.  

Piccole tensioni si sono registrate in apertura della riunione, con l’abbandono dei rappresentanti di Coldiretti e Confagricoltura. “Mi è sembrata una nota stonata – conclude Falcone – perché questo è un incontro di presentazione al pubblico di un disciplinare già approvato. Non è la sede per mettere in discussione l’Igp in un procedimento che è ormai concluso”. 

Il disciplinare presentato in audizione sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale

Adesso il disciplinare che ha ottenuto l’endorsement pubblico sarà pubblicato nella gazzetta ufficiale e in visione per 30 giorni, trascorsi i quali andrà al vaglio di Bruxelles per l’approvazione finale. Il fronte della Dop non esiste più per il frutto, poiché lo stesso prodotto non può cumulare entranbe le certificazioni di qualità. Eventuale scenario futuro resta un’evoluzione dell’attuale Igp in Dop, ma sempre partendo dalla base del disciplinare ormai approvato. 

Emozione e sollievo per l’agronomo Rosario Previtera, presidente del comitato promotore per l’Igp autore della richiesta – ben oltre tre anni fa – e del disciplinare. L’obiettivo di radunare la filiera produttiva nella Cittadella regionale è stato raggiunto e oggi è stata una giornata di festa e condivisione. 

Il logo dell’indicazione geografica protetta e le caratteristiche del frutto

Il bergamotto di Reggio Calabria Igp è rappresentato da un logo composto da un cerchio azzurro con al centro l’immagine stilizzata a colori di un bergamotto e la dicitura in lettere verdi su sfondo bianco. Ecco le condizioni e i requisiti a previsti negli 8 articoli del disciplinare perché un frutto della specie botanica citrus bergamia abbia questa indicazione geografica protetta.

La certificazione è riservata ai frutti delle cultivar Fantastico, Femminello e Castagnaro appartenenti alla citrus bergamia. All’atto dell’immissione al commercio, i frutti delle categorie commerciali Extra, I e II devono avere queste caratteristiche: colore della buccia da verde chiaro a giallo; forma sferoidale o a pera; dimensioni da medio a grande con calibro minimo di 50 millimetri; peso non inferiore a 90 grammi; polpa di colore giallo o giallo-verde (citrino); succo della polpa di colore giallo e con specifici livelli di acidità indicati nel disciplinare. Si spiega nel documento: “Fermo restando che i requisiti previsti devono essere rispettati per il prodotto fresco, possono essere utilizzati esclusivamente per la trasformazione e fregiarsi della Igp Bergamotto di Reggio Calabria, quei frutti appartenenti a categorie, classi di calibro, colore della buccia e peso diversi rispetto alle caratteristiche di cui sopra. Viene ammessa una forma dei frutti anche non sferoidale o piriforme, con peso inferiore a 90 g e calibro minore di 50 mm. Tali frutti non possono essere destinati al consumatore finale”.

La zona di produzione e le garanzie sulla tracciabilità del prodotto

La zona di produzione dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria coincide con i confini amministrativi dei seguenti comuni della provincia di Reggio Calabria: Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara, Reggio Calabria, Motta San Giovanni, Montebello Ionico, Melito di Porto Salvo, Roghudi, San Lorenzo, Bagaladi, Condofuri, Bova, Bova Marina, Palizzi, Brancaleone, Staiti, Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano, Africo, Bianco, Caraffa del Bianco, Sant’Agata del Bianco, Casignana, Samo, Bovalino, Platì, Careri, San Luca, Benestare, Ardore, Ciminà, Sant’Ilario dello Jonio, Portigliola, Locri, Antonimina, Gerace, San Giovanni di Gerace, Siderno, Grotteria, Mammola, Gioiosa ionica, Marina di Gioiosa, Roccella Jonica, Caulonia, Stignano, Riace, Stilo, Placanica, Bivongi, Camini, Monasterace.

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Una mappa rigorosa a garanzia dell’origine, e infatti si legge nel disciplinare: “È necessario monitorare ogni fase del processo produttivo documentando per ognuna gli input e gli output. Attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, dei produttori e dei confezionatori, nonché attraverso la denuncia tempestiva alla struttura di controllo dei quantitativi prodotti, è garantita la tracciabilità del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo”.

Gli impianti, la lavorazione e le tecniche agricole per ottenere il prodotto 

Meticolosi articoli del disciplinare sono dedicati ai metodi di ottenimento del prodotto, di cui riportiamo ampi stralci. I sistemi di conduzione degli impianti di produzione sono riconducibili alle tecniche agronomiche consolidate nel territorio in agricoltura convenzionale, integrata e biologica. Sono utilizzati “gli impianti di bergamotto già esistenti e gli impianti ottenuti da nuova costituzione o da riconversione varietale di agrumeti esistenti, garantendo materiale di propagazione utilizzato (marze, portinnesti, piante innestate) di categoria C.A.C. (Conformitas Agraria Communitatis), prodotto e garantito secondo le disposizioni legislative vigenti”. I sesti di impianto possono essere “di varia combinazione e comunque tali da garantire una densità di impianto massima di 625 piante ad ettaro per gli impianti convenzionali e di 833 piante ad ettaro per impianti semi-intensivi, con una produzione massima di 400 q/ha di bergamotto in entrambe i casi”. 

“Le lavorazioni, la cui frequenza e tipologia dipende dalla natura del terreno e dalle condizioni climatiche, dovranno interessare normalmente lo strato di terreno tale da evitare danni all’apparato radicale e tale da salvaguardare l’equilibrio della rizosfera. Le lavorazioni superficiali non saranno superiori a 20 cm di profondità. Sono ammesse pratiche di minimum tillage e no tillage, nonché di inerbimento controllato al fine di migliorare la fertilità fisica e la microporosità del terreno (nonché l’apporto di azoto nel caso di leguminose) soprattutto in presenza di terreni argillosi e di potenziale ristagno idrico e asfissia radicale. Sono ammessi esclusivamente impianti irrigui a basso volume sottochioma. Per gli impianti bergamotticoli esistenti non è ammessa l’irrigazione a pioggia”.

“L’epoca di raccolta va da ottobre a marzo a seconda delle condizioni climatiche. E’ ammessa la sola raccolta manuale e prestando la massima cura, nel rispetto dell’integrità dell’esocarpo del frutto. Per i frutti destinati al mercato del fresco è permesso il condizionamento in cella di refrigerazione tramite la conservazione a temperature che non possono superare i 10°C e per un periodo massimo di 30 giorni dalla raccolta. Non sono ammesse pratiche di maturazione artificiale dei frutti”.

Ecco perché il bergamotto di Reggio Calabria appartiene a questo territorio

Nel disciplinare si mette in evidenza il forte legame con il territorio che sottende la richiesta di riconoscimento dell’Igp. Una certificazione “giustificata dalla reputazione e notorietà dell’agrume conosciuto sin dal 1750, dovute a fattori geografici, pedo-climatici, storico-culturali riconosciuti. Gli studi effettuati a partire da fine 1800 e fino ad oggi, dimostrano come questi fattori abbiano influenzato e influenzino la coltivazione del bergamotto e le sue peculiarità”.

Ma perché il bergamotto di Reggio Calabria ha qualità uniche. “E’ verificato – si dice nel testo – che al di fuori della definita “area vocata”, il citrus bergamia non esprime le proprie caratteristiche qualitative in termini di frutto, polpa e suo succo, oltre ad essere soggetto a problematiche fitosanitarie importanti. E’ dimostrato come il bergamotto che in passato è stato coltivato a macchia di leopardo lungo i litorali calabresi, nel tempo abbia ridotto l’areale fitoclimatico ottimale all’area vocata definita ormai storica”. 

Una zona vasta ma con elementi climatici omogenei ottimali per la coltivazione del bergamotto di Reggio Calabria, grazie all’effetto mitigante delle temperature in relazione al fenomeno delle correnti marine e quindi al conseguente spostamento di masse di aria a temperature costanti, dallo Stretto di Messina verso il mare jonio.

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Una storia affascinante e lunga più di 250 anni tra cultura e tradizioni

Geografia, scienza ma anche cultura e tradizioni, costruite lungo un arco temporale di più di 250 anni: “Del Bergamotto di Reggio Calabria in Europa e in Italia si hanno notizie fin dal 1600 per usi anche gastronomici (prodotto fresco e succo, liquoristica, canditi e altri prodotti al bergamotto). E si fa risalire al 1400 la prima piantumazione di bergamotto a Reggio Calabria. Fu Nicola Parisi a impiantare nel 1750 il primo bergamotteto intensivo a Cala junchi o Rada Giunchi di Reggio Calabria oggi nei pressi del centro cittadino sul lungomare. L’ascesa della coltura del bergamotto fu inarrestabile nei decenni e nei secoli successivi, con la creazione della cosiddetta ‘borghesia del bergamotto’ consolidatasi fino al sisma del 1908”.

Una storia affascinante che questa mattina è stata ripercorsa illustrando il disciplinare durante la pubblica audizione. “L’utilizzo e la commercializzazione del frutto e derivati ha caratterizzato fino agli anni ’70 del ‘900, l’economia agricola ed agoindustriale di Reggio Calabria e dell’area vocata bergamotticola della provincia di Reggio Calabria interessando così l’area dello Stretto, l’area grecanica, l’area della Locride, all’interno dell’attuale Città Metropolitana di Reggio Calabria più di 3.000 ettari di bergamotteto. In alcuni periodi antecedenti agli anni ’30 e fino agli anni ’60 si è arrivati anche a coltivare circa 4.000 ettari in area vocata”.

Oggi, si ricorda nel disciplinare, vengono coltivati più di 1.500 ettari di bergamotto, una produzione in continua crescita e che comprende centinaia di prodotti agroalimentari e alimentari realizzati dalle aziende del territorio: “Il Bergamotto di Reggio Calabria quale prodotto identitario e peculiare è annoverabile sia come prodotto medicamentoso sia come prodotto classificabile nutraceutico tra i superfood e functional food ovvero come prodotto antiossidante a pieno titolo inserito nella dieta mediterranea”. 

Cosa dice il disciplinare sul controllo di conformità del prodotto Igp

Un articolo cruciale del disciplinare riguarda ul controllo sulla conformità del prodotto Igp. Possono ottenere la denominazione Bergamotto di Reggio Calabria Igp solo i bergamotti “prodotti, condizionati e confezionati nell’area di riferimento indicata dal presente disciplinare poiché i frutti destinati al consumo fresco e alla trasformazione devono essere lavorati in prossimità della raccolta e dei luoghi di raccolta in quanto notoriamente soggetti a facile deperibilità”. Il prodotto è immesso al consumo “in contenitori e/o vassoi di legno, plastica, cartone, altro materiale ecosostenibile e compostabile”, o “in sacchi retinati di peso massimo di 5 Kg. La confezioni dei frutti freschi destinate direttamente al consumo “recano obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di stampa chiari e leggibili la denominazione Bergamotto di Reggio Calabria Igp e il logo”. I bergamotti destinati alla trasformazione, “possono essere consegnati anche alla rinfusa, in imballaggi o contenitori conformi alla normativa vigente, identificati con apposita etichetta riportante la dicitura Bergamotto di Reggio Calabria Igp destinato alla trasformazione ed è facoltativo il logo europeo”.

Il disciplinare di produzione dell’indicazione geografica protetta Bergamotto di Reggio Calabria sarà pubblicato integralmente sulla gazzetta ufficiale. 

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