Se esiste un Paradiso in terra, si trova sulle dolci colline della Lucchesia, dove i prati della pianura cedono il passo agli uliveti che trapuntano i versanti, le chiome a ombrello dei pini marittimi disegnano a terra nuvole d’ombra nelle torride estati e l’aria sa di qualcosa che solo qui c’è: e non stiamo parlando delle essenze dei fiori, ma del profumo dell’armonia, della pace e della bellezza, che in questo luogo benedetto acquistano consistenza e si fissano nella memoria come un imprinting.
Proprio qui sorge Villa Boccella, una grande proprietà risalente al XVII secolo: la mette in vendita, probabilmente a malincuore, una famiglia inglese che la possiede dal 2000 e che oggi si affida alla professionalità di Knight Frank, società di intermediazione e consulenza immobiliare tra le più prestigiose al mondo, e la sua associata Serimm Real Estate, agenzia di comprovata esperienza nel segmento residenziale di lusso sul territorio, che rappresenta la casa madre per il nord ovest della Toscana.
A meno di un’ora da Lucca
«Ci troviamo nella frazione di Ponte a Moriano, Comune di Lucca, a meno di 20 minuti di auto dal centro storico, 30 minuti dalle spiagge della Versilia e dall’aeroporto internazionale di Pisa e a poco più di un’ora da Firenze. Stiamo parlando di una dimora che conta 35 camere distribuite in 7 principali fabbricati (la Villa, la Dependance, lo Studio, La Madonnina, le due Limonaie e la Boccellina) per un totale di circa 3.100 metri quadri abitabili, immersi in 14 ettari di terra», dice Alessandro Deghè di Serimm.
«Si stima un valore compreso tra 15 e 20 milioni di euro. Gli acquirenti ideali potrebbero coincidere con un gruppo famigliare numeroso – che ami riunirsi pur continuando a godere di autonomia e libertà – oppure con un imprenditore, che voglia trasformare questa affascinante proprietà in un boutique hotel».
Il buen retiro di Arrigo Benedetti
Per una decina d’anni, precisamente dal 1959 alla fine degli anni Sessanta, se la godette Arrigo Benedetti, famoso giornalista, editore e partigiano, lucchese di nascita e fondatore di testate arcinote come Oggi (1939), L’Europeo (1945) e L’Espresso (1955). Non c’è dubbio che si trattasse del migliore buen retiro immaginabile per lui, che desiderava immergersi nella quiete della sua campagna per ritemprarsi e scrivere: qui, infatti, videro la luce il suo Diario di campagna (che uscì nel 1979, tre anni dopo la sua scomparsa) e altre opere letterarie.
Lusso e rispetto
Il lusso e l’eleganza della dimora sono visibili dappertutto, così come l’amore, la passione e l’impegno che sono stati la cifra degli interventi di restauro, ristrutturazione e decorazione degli spazi interni ed esterni voluti dai proprietari (i lavori sono iniziati nel 2001, un anno dopo averla acquistata): nulla appare stonato o fuori posto, nulla si discosta da ciò che ci si aspetta da una villa secentesca toscana, dove coppi, cotto, marmo e pietra la fanno da padrone nella struttura degli edifici e i necessari dispositivi tecnologici (come pannelli solari e impianto di climatizzazione) sono abilmente celati in modo che non intacchino l’atmosfera d’autrefois.Â
Allo stesso modo vanno interpretate le scelte di arredamento come le romantiche (e superaccessoriate) cucine firmate Barthel Firenze, i tessuti delle tappezzerie, i candidi lini di tendaggi e baldacchini, l’abbondanza di ferro battuto e di legni laccati in tinte pastello, gli stucchi e le boiserie delle stanze di rappresentanza. «I proprietari hanno fatto un restauro filologico della proprietà nel segno della conservazione delle sue caratteristiche storiche», continua Deghè. «Ciò è vero sia nel layout delle singole unità abitative sia nelle scelte di materiali locali e di recupero. Una scelta certamente più impegnativa per loro, ma rispettosa dello charme della dimora».
Giardini pieni di rose
Quanto agli esterni, sono all’altezza degli interni: prima di tutto vanno notati i collegamenti tra un edificio e l’altro della proprietà , un incanto nell’incanto, perché si tratta di viottoli e vialetti alberati che hanno il potere di trasformare una breve passeggiata tra la villa e i suoi satelliti in un’esperienza appagante e addirittura commovente. E poi i fiori ovunque: sui muri esterni degli edifici, biancheggianti di gelsomini nella bella stagione, nelle aiuole, nelle bordure, nei grandi vasi agli angoli delle piscine (ce ne sono ben quattro). Su tutto dominano le rose: una in particolare attira gli occhi degli intenditori per la bellezza del colore e la fragranza del profumo, la marchesa Boccella.
Ma ce ne sono anche altre: il merito pare vada a un certo Carlo Mele, giardiniere e botanico, a cui i proprietari della villa hanno affidato il verde. Poiché sua moglie amava le rose, Mele chiese di poterne coltivare il più possibile. I proprietari furono entusiasti della richiesta e accondiscesero senz’altro. Ecco perché i giardini di Villa Boccella sono pieni di rose meravigliose, che contribuiscono ad aggiungere splendore a questo luogo che veramente non teme confronti. (Riproduzione riservata)
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