Esclusivo – Assalto dei turisti napoletani a Roccaraso, c’è una proposta! – Amolivenews

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Procedura celere

 


Mentre si infuocano le discussioni sui social a seguito della nota vicenda di domenica scorsa a Roccaraso. Ugo Del Castello, scrittore, studioso del territorio, nonché redattore di Amolivenews, ha scritto una lettera aperta al sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato per prospettargli soluzioni lungimiranti, proiettate alla soluzione dell’annoso problema, non più procrastinabile, delle domeniche d’inverno nella stazione sciisitica più importante del centro-sud Italia.

 

Il testo della lettera consegnata da Del Castello al Comune di Roccaraso.

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Procedura celere

 

Egregio Sig. Sindaco,
da cittadino di Roccaraso attento alle varie problematiche del paese, giungo con la presente per invitarla ad esaminare la mia idea sull’annosa problematica invernale che tante preoccupazioni diffonde da troppo tempo nella nostra comunità.

Tranne il divieto dell’uso degli slittini, emesso quaranta anni fa dal sindaco Mario Liberatore e poi reiterato, cui va aggiunto il divieto in essere per gli autobus di raggiungere l’Aremogna, se non previa autorizzazione, poco o niente di veramente concreto è stato più fatto e si sono riproposti ciclicamente fenomeni di estrema preoccupazione di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini, delle attività economiche e delle stesse persone che raggiungono in numero esagerato l’area in argomento. Numerosi sono gli incidenti, anche gravi, che sono accaduti nel corso delle passate stagioni invernali.

Quello che le indico non ha la pretesa di essere in assoluto il rimedio della problematica in atto, ma vuole anche essere motivo di proposizione per una discussione seria, intavolata insieme dalla comunità roccolana e dalla amministrazione che la rappresenta e da lei guidata.

Ho letto il comunicato stampa relativo alla decisione assunta a livelli superiori per limitare gli accessi a soli 100 autobus e quindi degli “scivolatori” sulla neve a Roccaraso. Non c’è nulla da obiettare ed è chiaro che sia esclusivamente una misura tampone, necessaria ed obbligatoria, dopo la scorsa e per certi versi drammatica ultima vicenda domenicale.

Ma la soluzione del problema più generale non si è mossa di un dito e non poteva essere altrimenti, perché a mio avviso è necessario intervenire in maniera importante sull’area interessata e ci vuole del tempo, almeno quello necessario per arrivarci pronti alla prossima stagione invernale: per la revisione di atti comunali, accettazione di operatività da parte di due operatori sciistici e impiego di risorse finanziarie per attuare alcuni interventi necessari a eliminare la disponibilità di spazi liberi per scivolare e sostare nella maniera che conosciamo in quel sito, praticamente al centro del paese.

Da diversi anni, vuoi per l’innalzamento della quota neve, vuoi per l’incapacità delle amministrazioni che si sono susseguite, non si è risolta (almeno credo, da quando ho abbandonato il mio lavoro di responsabile del settore finanziario del Comune di Roccaraso) una vera e propria diatriba di commistione delle concessioni del suolo sotto il trampolino di salto, per una piccola manovia (società SITAR) e il campo scuola (Scuola Sci Roccaraso-Aremogna).

Questo ha portato, da parte della Scuola Sci ad abbandonare l’insegnamento dei primi rudimenti dello sci in quel campetto; e da parte della Società di esercitare il trasporto per mancanza di sciatori. In pratica, scaduta la concessione per la manovia, la scuola sci voleva riassumerla per offrire ai clienti il servizio completo. Mentre la società affermava che essendo titolare della vicina concessione della seggiovia e in base alle norme vigenti che regolamentano tale attività, solo lei poteva esercitare la gestione di quell’impianto.

Un bel rebus che però ha consentito che l’area libera dagli sciatori principianti fosse presa nel frattempo d’assalto dagli “scivolatori” professionisti della domenica. Bene, il Comune, se non lo ha nel frattempo fatto, risolva positivamente il problema, perché questo è il primo luogo da sottrarre all’assalto domenicale. Per quanto riguarda l’occupazione estiva del campo di Tiro con l’arco che insiste sul posto la concessione attuale può eventualmente essere spostata in un luogo vicino e probabilmente con un beneficio maggiore.

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L’area in discussione si trova esposta completamente a nord, direttamente sotto il trampolino di salto e da novembre a fine febbraio praticamente non vede il sole se non per un breve periodo nella mezza mattinata. Per garantire l’insegnamento dello sci e la risalita in manovia quello spazio potrebbe essere munito di un piccolo impianto di innevamento artificiale. La cui realizzazione può essere a carico dei due soggetti in discussione, previo azzeramento del canone di concessione.

Oppure a carico del Comune con l’interesse precipuo di condurre il disegno di risoluzione del problema domenicale e non averne altri di varia natura. Riaprire quel luogo di insegnamento dello sci consentirebbe, come per il passato, a chi non vuole o non ha la possibilità di salire all’Aremogna di arrivarci a piedi.
Spostandosi sul grande prato di fronte è ipotizzabile la creazione di un bosco con la piantumazione di essenze nel numero adeguato, della grandezza iniziale sufficiente e nella geometria di posizionamento giusta per evitare di scivolarci dentro; la predisposizione del pendio deve essere realizzata a gradoni per interromperne la continuità e meglio conseguire il risultato auspicato.

La parte più in basso, ai margini di Piazza Giochi della Gioventù va riservata all’eventuale spostamento del campo di Tiro con l’arco.

A seguire e alla stessa maniera, gli ultimi cento metri della ex pista numero Quattro devono tornare ad essere un bosco congiuntamente a tutta l’area sottostante, avendo l’ovvia accortezza di lasciare libero il giusto spazio per il rientro delle piste funzionali alla seggiovia. In questa maniera oltre ad aver sottratto tutta l’area alle attività degli scivolatori domenicali si sono create le giuste, necessarie e inappellabili condizioni per emettere una eventuale ordinanza di inaccessibilità e di uso diverso di tutta l’area così riorganizzata, simile a quella emessa per il divieto di accesso degli autobus all’Aremogna e del contestuale divieto di uso di attrezzi per scivolare sulla quella neve diversi dagli sci.

Sarà poi oggetto di discussione e di eventuale soluzione l’esigenza che si prospetterà di dover accogliere comunque un determinato e contingentato numero di persone in altro luogo ai margini del paese per coloro che vorranno divertirsi sulla neve, con la collegata necessità di assicurare una corretta sosta degli autobus. Credo che non si debba andare oltre i venti per poco più di mille persone.

Non credo sia un intervento impossibile e ritengo sia comunque una strada da sperimentare. La piantumazione che si effettuerebbe non farebbe altro che arricchire il patrimonio verde comunale e potrebbe contenere, per soddisfare le esigenze del turista estivo, piccoli spazi aperti con panchine.
In questo contesto e d’intesa con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell’Aquila, aggiungerei la risistemazione del trampolino di salto per elevarlo a monumento dello sci roccolano. Costituirebbe questo un ulteriore elemento deterrente per raggiungere l’obiettivo evocato.
La saluto.
 

Ugo Del Castello

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