La soldatessa Agam Berger è stata rilasciata per prima e consegnata alla Croce Rossa. Condotta sul palco allestito per la sua liberazione, Berger ha salutato sorridente. Rimasta ostaggio per 482 giorni nelle mani di Hamas, la soldatessa era stata catturata il 7 ottobre insieme ad altre cinque commilitoni, due giorni dopo essere arrivata alla base al confine con Gaza.
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Dopo di lei, anche la 29enne israelo-tedesca Arbel Yehoud e l’80enne Gadi Moses sono stati consegnati dalla Jihad Islamica alla Croce Rossa. La giovane israelo-tedesca e l’80enne sono stati entrambi rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. A seguire i 5 ostaggi thailandesi.
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Israele ha inviato ai mediatori del Qatar un messaggio furibondo per le modalità del rilascio di Arbel Yehud e Gadi Moses, costretti a muoversi schiacciati dalla folla e nel caos prima di essere consegnati alla Croce Rossa, definendo i filmati arrivati dal Khan Younis ‘immagini dell’orrore’. Lo riferiscono i media israeliani.
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Più di mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nel nord di Gaza attraverso le strade al-Rashid e Salah al-Din nelle ultime 72 ore. Lo afferma il governo di Gaza, come riporta Al Jazeera.
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L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. IL PUNTO
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Tre ostaggi israeliani e cinque thailandesi, rapiti da Hamas e dalla Jihad islamica palestinese il 7 ottobre 2023, sono tornati in libertà dopo 482 giorni di prigionia a Gaza nell’ennesimo show inscenato dai miliziani palestinesi che stavolta ha fatto infuriare Benyamin Netanyahu. La soldatessa osservatrice dell’Idf Agam Berger (20 anni), l’ultima in mano ai terroristi dopo il rilascio delle altre quattro sabato scorso, la 29enne civile Arbel Yehud e Gadi Moses, 80 anni compiuti in cattività, portano a 10 su 33 il numero dei rapiti tornati finora in Israele nell’ambito dell’accordo firmato a Doha. Pongsak Thenna, Sathian Suwannakham, Watchara Sriaoun, Bannawat Seathao e Surasak Lamnau invece hanno finalmente potuto lasciare la Striscia in base a un accordo separato tra il governo di Bangkok e Hamas. Le operazioni per la consegna dei rapiti alla Croce Rossa sono iniziate stamattina presto, prima a Jabalya, nel nord della Striscia, con l’allestimento di un palco (previsto solo per la soldatessa) in uno spiazzo sterrato circondato da edifici sventrati dai bombardamenti, macerie ovunque, travi penzolanti. Tra un muro pericolante e l’altro, le bandierine palestinesi, musica araba ad alto volume, acclamazioni. Alle nove Agam è sbucata dalle rovine accompagnata da miliziani di Hamas che, anche in questo terzo round in mondovisione, si sono presentati davanti alle telecamere di al Jazeera (oltre a quelle, numerose, della stessa organizzazione) in divisa militare nuova di zecca, volto coperto, occhiali e armi d’assalto. La giovane è stata accompagnata sul palco con il certificato di liberazione incorniciato. Le hanno detto di salutare e sorridere, lo ha fatto. Poi, velocemente, è stata portata verso il convoglio della Croce Rossa. Per la prima volta da quando è entrato in vigore l’accordo, un ostaggio è stato liberato nella zona settentrionale della Striscia, dopo mesi di scontri corpo a corpo e bombardamenti che hanno cambiato la faccia del nord di Gaza. La liberazione non è filata liscia invece per Arbel, Gadi e i cittadini thailandesi. Il punto d’incontro, deciso dalle fazioni fondamentaliste, è stato fissato vicino a quel che resta della casa a Khan Younis di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso dall’Idf a ottobre. Anche in questo caso, la location nel sud dell’enclave è stata usata per la prima volta da quando è partita l’intesa. La calca di miliziani, civili, arrampicati ovunque sulle macerie, nello spiazzo con i veicoli dei terroristi e della Croce Rossa, ha da subito mostrato una situazione che avrebbe potuto sfuggire al controllo. I sette ostaggi sono arrivati con i suv, la folla li ha circondati premendo sui mezzi. Le portiere non sono state aperte, la massa spingeva, scattava foto, girava video, tra le urla dei miliziani per farli spostare, in un caos violento. Immagini difficili da guardare, trasmesse in diretta da al Jazeera e rilanciate dalle emittenti internazionali. Poi è comparso il volto terrorizzato di Arbel, piccola piccola, schiacciata tra decine di corpi, stretta tra un cordone di miliziani per sottrarla alla pressione. \”Vedo le immagini sconvolgenti del rilascio dei rapiti. Questa è un’ulteriore prova della crudeltà impensabile di Hamas\”, ha dichiarato Benyamin Netanyahu. Che, furibondo, ha chiesto ai mediatori che sia garantita la sicurezza degli ostaggi durante le liberazioni. E per ritorsione ha fatto bloccare gli autobus con i detenuti palestinesi scarcerati nello scambio. Un dietrofront rientrato in poco tempo: dopo le 16 locali, i mezzi si sono mossi dal penitenziario di Ofer verso i punti di incontro. Nello scambio, Israele ha scarcerato 110 detenuti palestinesi di sicurezza. Per la soldatessa sono stati rilasciati in 50, di cui 30 terroristi. Altri tre hanno lasciato la cella per Gadi Moses, oltre ad altri 27 detenuti con condanne più o meno lunghe. Tra i cosiddetti superterroristi che tornano in liberà ci sono Mohammad Abu Warda, di Hamas, condannato a 48 ergastoli per gli attentati del 1996 sulle linee di bus a Gerusalemme e Ashkelon, che causarono la morte di 45 israeliani. E Ismail Radaideh, di Fatah, all’ergastolo per l’uccisione del monaco greco-ortodosso Georgios Tsibouktzakis nel 2001. Nel pomeriggio, ad aspettare gli ostaggi israeliani c’erano le famiglie. Per i cinque thailandesi sono arrivati i funzionari dell’ambasciata. Mentre i rilasci erano in corso, l’inviato Usa Steve Witkoff ha fatto visita alle 4 osservatrici tornate a casa sabato scorso. Poi è andato in piazza degli ostaggi a Tel Aviv, dove è stato acclamato dalla folla
“,”postId”:”195e0ccc-1bb5-43d7-9931-ef006bb78998″},{“timestamp”:”2025-01-30T19:08:42.898Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T20:08:42+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Bbc: \”La Russia accelera il ritiro dalla base militare di Tartus\””,”content”:”
La Russia ha accelerato il ritiro militare dalla Siria, rimuovendo veicoli e container dal suo porto di Tartous, sulla costa mediterranea del paese. Lo riferisce la Bbc dopo che una serie di resoconti di stampa locali avevano riferito di almeno due navi cargo russe salpate da Tartus cariche di equipaggiamenti. La Bbc riferisce che nuove immagini satellitari hanno mostrato come il materiale da settimane stoccato in container sulle banchine del porto militare di Tartus è scomparso proprio mentre due imbarcazioni russe, Sparta e Sparta II, hanno lasciato lo scalo marittimo. Dopo il cambio di potere a Damasco lo scorso 8 dicembre, una serie di filmati avevano mostrato colonne di veicoli russi muoversi verso il porto di Tartus. Immagini satellitari avevano successivamente mostrato veicoli e attrezzature militari stoccate all’interno di container nelle banchine. Una delegazione russa si era recata martedì scorso a Damasco per incontrare le nuove autorità siriane dopo che nei giorni passati era emersa la notizia dell’interruzione del contratto tra il governo siriano e la società russa Stroytransgaz per l’uso del porto di Tartus.
“,”postId”:”a75065d8-7884-4cef-b9dd-ab66e426b9af”},{“timestamp”:”2025-01-30T18:45:54.207Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:45:54+0100″,”altBackground”:false,”title”:” Video conferma liberazione 5 ostaggi thailandesi”,”content”:”
Un video pubblicato dalle autorità israeliane mostra l’arrivo di cinque ostaggi thailandesi, liberati oggi dalla prigionia a Gaza. Pongsak Thenna, Sathian Suwannakham, Watchara Sriaoun, Bannawat Seathao e Surasak Lamnau vengono accolti in una struttura dell’IDF appena fuori Gaza dall’ambasciatore thailandese in Israele, Pannabha Chandraramya, e altri funzionari dell’ambasciata. Vengono ripresi mentre vengono trasportati in elicottero allo Shamir Medical Center vicino a Rishon Lezion, dove vengono accolti dal personale che sventola bandiere thailandesi. Si prevede che i cinque prigionieri liberati, che lavoravano come braccianti agricoli in Israele quando vennero rapiti il 7 ottobre 2023, saranno curati per almeno una settimana prima di tornare a casa e riunirsi alle loro famiglie
“,”postId”:”95573c6a-2f51-4077-9375-ff31950ce354″},{“timestamp”:”2025-01-30T18:43:27.713Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:43:27+0100″,”altBackground”:false,”title”:”raid Idf in Cisgiordania, Israele conferma 10 vittime”,”content”:”
L’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso dieci palestinesi nel raid aereo compiuto ieri in Cisgiordania. \”In un’operazione congiunta dell’esercito e dello Shin Bet (sicurezza interna), ieri sera, i droni dell’aviazione hanno attaccato un gruppo di terroristi armati nell’area di Tammoun\”, si legge in un comunicato dell’esercito, \”dieci terroristi sono stati eliminati nell’attacco\”. Il ministero della Sanita’ palestinese aveva dato già ieri la notizia dell’attacco nel governatorato di Tubas, nel nord della Cisgiordania. Secondo l’esercito israeliano, due delle dieci persone morte nel raid erano coinvolte in un attacco in cui il 20 gennaio era rimasto ucciso un soldato israeliano
“,”postId”:”24799798-cae5-476f-9ce6-1c4f0b0bcfbe”},{“timestamp”:”2025-01-30T18:30:29.782Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:30:29+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Witkoff, domani verrà rilasciato un ostaggio americano”,”content”:”
Steve Witkoff, inviato del Presidente Trump in Medio Oriente, ha dichiarato alla ABC che uno degli ostaggi americani verrà rilasciato domani. La notizia è rilanciata anche dal quotidiano israeliano Haaretz
“,”postId”:”d8ca0b32-4e16-4dbc-908f-24a74c5c0dbc”},{“timestamp”:”2025-01-30T18:25:20.520Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:25:20+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Trump: deporteremo i simpatizzanti di Hamas”,”content”:”
La mia promessa agli ebrei americani è questa: con il vostro voto, sarò il vostro difensore, il vostro protettore e sarò il migliore amico che gli ebrei americani abbiano mai avuto alla Casa Bianca. Darò ordini chiari al mio procuratore generale di perseguire in modo aggressivo le minacce terroristiche, gli incendi dolosi, gli atti vandalici e la violenza contro gli ebrei americani. A tutti gli stranieri residenti che si sono uniti alle proteste pro-jihadiste, vi avvisiamo: nel 2025 vi troveremo e vi deporteremo. Inoltre, annullerò rapidamente i visti per studenti di tutti i simpatizzanti di Hamas nei campus universitari, che sono stati infestati dal radicalismo come mai prima\”. Lo ha affermato il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Le sue parole sono ribadite in una scheda della Casa Bianca sulle decisioni di Trump per combattere l’antisemitismo
“,”postId”:”071f6dd8-f655-4f83-9664-a25304994203″},{“timestamp”:”2025-01-30T18:18:52.696Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:18:52+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Onu, Unrwa continua lavoro in territori palestinesi”,”content”:”
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) continua le sue attività nei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est, nonostante l’entrata in vigore di una nuova legislazione che il governo israeliano sta recidendo tutti i legami con il Paese, ha affermato il portavoce del segretario generale. \”Continuano a fornire aiuti e servizi alle comunità che servono. Le cliniche Unrwa in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono aperte. E le operazioni umanitarie a Gaza continuano\”, ha spiegato Stephane Dujarric, aggiungendo che i dipendenti stranieri dell’agenzia in Israele hanno lasciato il paese
“,”postId”:”a237301d-50d6-4e98-8116-5b341e74d579″},{“timestamp”:”2025-01-30T18:07:07.048Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T19:07:07+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Usa: Gabbard difende incontro con Assad, nega contatti Hezbollah”,”content”:”
Tulsi Gabbard, designata come direttore della National Intelligence, durante la sua audizione di conferma al Senato, ha difeso la sua decisione di recarsi nel 2017 in Siria per incontrare l’ex presidente Bashar al-Assad ma ha negato di aver avuto contatti con membri di Hezbollah in Libano. Interpellata sugli argomenti del colloquio con il deposto dittatore dal senatore democratico Martin Heinrich, Gabbard ha spiegato di avergli posto \”dure domande sulle azioni del suo regime\” incluso \”l’utilizzo di armi chimiche\”. A chi invece le chiedeva se avesse incontrato esponenti di Hezbollah durante la tappa libanese della sua visita in Medio Oriente. Gabbard ha risposto: \”No, e’ un’accusa assurda\”. Gabbard ha invece fatto marcia indietro sulle critiche espresse all’epoca contro l’uccisione del comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Qassem Soleimani. Gabbard ha spiegato di aver temuto all’epoca che l’eliminazione di Soleimani avrebbe innescato una guerra regionale. Ma così non è stato e quindi, ha sottolineato, \”il presidente ha avuto ragione.\”
“,”postId”:”f7b920ff-a5d8-4148-bed2-7afe392617dc”},{“timestamp”:”2025-01-30T17:24:12.497Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T18:24:12+0100″,”altBackground”:false,”title”:” Israele rilascia Morgantini e il giornalista del Sole 24 0re”,”content”:”
Sono stati rilasciati dalla polizia israeliana Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell’Europarlamento e nota attivista italiana, e il giornalista del Sole 24 ore Roberto Bongiorni, fermati stamane a Tuba (a sud di Hebron), perché sarebbero entrati in una \”zona militare\”. Entrambi sono stati portati alla stazione di polizia della colonia di Kiryat Arba per essere poi rilasciati grazie all’intervento della ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme. Lo fa sapere la Farnesina
“,”postId”:”8fb6a4f0-0b9d-47b3-a87e-04346f0bf58f”},{“timestamp”:”2025-01-30T17:21:13.493Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T18:21:13+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Hamas conferma, ‘Deif e Issa uccisi a Gaza l’anno scorso'”,”content”:”
Il portavoce di Hamas, Abu Obaida, ha fornito la prima conferma ufficiale dell’organizzazione che due dei suoi leader principali, Mohammed Deif e Marwan Issa, sono stati uccisi a Gaza l’anno scorso. Lo riporta Haaretz. Israele aveva annunciato a luglio di aver ucciso Deif, il capo militare dell’organizzazione e a marzo di aver ucciso Issa, il vice capo militare di Hamas.
“,”postId”:”f42ac13a-8624-4f8b-8689-b112c56bc96b”},{“timestamp”:”2025-01-30T17:03:31.654Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T18:03:31+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Trovati in Libano altri corpi tra le macerie dei bombardamenti”,”content”:”
Il cadavere e frammenti di un altro corpo di persone uccise dai bombardamenti israeliani sono stati rinvenuti dalla Protezione civile tra le macerie nella cittadina di Khiam, nel sud del Libano. Lo riferisce il quotidiano libanese l’Orient le Jour online, secondo cui a Khiam, teatro di scontri violenti tra Hezbollah e Israele prima del cessate il fuoco, sono stati finora rinvenuti almeno cinquanta cadaveri. La Protezione civile ha inoltre confermato che due escavatori utilizzati per la ricerca sono stati distrutti dagli attacchi dei droni israeliani a Taybé
“,”postId”:”bcf39df9-9bd6-4fdf-b9a9-48062c864cd1″},{“timestamp”:”2025-01-30T17:00:35.292Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T18:00:35+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Bus con palestinesi liberi accolti a Ramallah da ovazioni”,”content”:”
Nonostante il divieto che Israele ha cercato di imporre ai palestinesi di non celebrare la liberazione dei detenuti, i due bus con i prigionieri usciti dal carcere di Ofer oggi sono stati accolti a Ramallah da una folla festante. Circondati da auto e moto che suonavano il clacson, i pullman sono arrivati tra gli applausi dei palestinesi radunati nelle strade della città e i cori \”il popolo ama le brigate Al Qassam\” e \”Allah è grande\”. Ad attendere gli ormai ex detenuti anche squadre di medici per i primi accertamenti. Il convoglio ha impiegato più di un’ora e mezza per percorrere circa 20 chilometri. Durante il tragitto sono scoppiati scontri tra giovani palestinesi e forze di sicurezza israeliane, che hanno aperto il fuoco. Già prima della partenza degli autobus, i soldati israeliani avevano aperto il fuoco su decine di persone, tra cui giornalisti, lì riunite per assistere alla partenza dei prigionieri: 14 palestinesi sono rimasti feriti. Israele ha fatto uscire 110 prigionieri dalle carceri israeliane – di cui circa 95 a Ramallah – nel terzo round di scambi con gli ostaggi. La scarcerazione è stata ritardata di qualche ora dal governo Netanyahu in segno di protesta per condizioni in cui gli ostaggi israeliani sono stati liberati in mattinata nella Striscia di Gaza
“,”postId”:”f298c0ec-37c2-42d0-9567-41932ead9a9c”},{“timestamp”:”2025-01-30T16:49:27.382Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T17:49:27+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media, verso inizio seconda fase negoziati Gaza”,”content”:”
Potrebbe iniziare presto la seconda fase dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. A riferirlo e’ il giornalista di Axios Barak Ravid che, sul suo profilo X, cita Gal Hirsc, incaricato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu di coordinare gli sforzi per ottenere la restituzione di tutti gli ostaggi del 7 ottobre 2023.
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\”Siamo nella fase preparatoria per la prosecuzione dei negoziati
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e ci stiamo avviando verso la seconda fase\”, ha detto Hirsc a
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Ravid. L’avvio della nuova tornata di trattative coincidera’ con
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la visita di Netanyahu al presidente americano Doland Trump, la
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settimana prossima, a quanto riferito sempre da Axios.
“,”postId”:”db98182e-a07a-463f-a721-5ea79e3c212e”},{“timestamp”:”2025-01-30T16:24:21.207Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T17:24:21+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Trump: Bloccati fondi per preservativi a Gaza. Guardian: Non è vero”,”content”:”
Donald Trump sostiene che il suo governo \”ha identificato e fermato l’invio di 50 milioni di dollari a Gaza per l’acquisto di preservativi per Hamas\”, un’affermazione che richiama quanto dichiarato martedi’ scorso dalla sua portavoce nel suo primo briefing con la stampa. Tuttavia, non ci sono prove per sostenere questa tesi. Stando a una ricostruzione del Guardian, che cita un rapporto federale pubblicato lo scorso anno, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) non ha fornito alcun fondo per l’acquisto di contraccettivi in tutto il Medio Oriente, men che meno di preservativi per Gaza. Gli unici contraccettivi forniti o finanziati dall’agenzia governativa dedicata alla lotta contro la poverta’ negli anni fiscali 2021, 2022 e 2023 sono stati inviati in Giordania nel 2023 per un valore di 46 mila dollari. Nello stesso anno Usaid ha fornito o finanziato preservativi maschili per 7,1mln di dollari e femminili per 1,1 milioni, principalmente destinati all’Africa. In altre parole, la Casa Bianca sostiene che il governo Biden abbia fornito oltre sei volte il valore di preservativi totale a un piccolo territorio in una regione che di solito non riceve quel tipo di prodotto dagli Stati Uniti.
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Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell’Europarlamento e nota attivista italiana, è stata fermata dalla polizia israeliana a Tuba, a sud di Hebron, perché sarebbe entrata in una \”zona militare\”. Fermato anche un giornalista del Sole 24ore, Roberto Bongiorni, che era con lei. Entrambi sono stati portati alla stazione di polizia della colonia di Kiryat Arba. Dovrebbero essere presto rilasciati – secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina – anche grazie all’intervento della ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme.
“,”postId”:”b7271bba-2a6e-494d-8e61-bcee376f4f67″},{“timestamp”:”2025-01-30T15:33:29.462Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-30T16:33:29+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Convoglio detenuti palestinesi lascia carcere israeliano”,”content”:”
Il convoglio di detenuti palestinesi che doveva partire ore fa, ha lasciato poco dopo le 16 la prigione israeliana di Ofer. In precedenza, la scarcerazione è stata ritardata fino a che Israele ha ottenuto attraverso i mediatori l’assicurazione che i prossimi rilasci di ostaggi avranno modalità sicure per i rapiti. Lo riferiscono i media locali.
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Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha incontrato a Doha il capo dell’ufficio politico di Hamas, Muhammad Ismail Darwish, e diversi esponenti del politburo della fazione palestinese. Lo riferiscono i media iraniani. Ieri Darwish, alla guida di una delegazione di Hamas, era stato ricevuto ad Ankara dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
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Israele ha ricevuto garanzie dai mediatori sul fatto che non si ripeteranno in futuro le scene di caos a cui si è assistito oggi durante il rilascio dei sette ostaggi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha sottolineato l’ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riferito dal Times of Israel. Netanyahu aveva bollato come \”scioccanti\” le scene in cui si vedeva una degli ostaggi, Arbel Yehoud, avanzare a piedi terrorizzata dalla presenza di una folla e di miliziani armati e a volto coperto che le si accalcavano intorno. Il primo ministro aveva deciso di posticipare di alcune ore la liberazione dei 110 detenuti palestinesi che, ricevute ora le garanzie, dovrebbe iniziare alle 16 ore italiane.
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Nel Sud di Gaza, sono stati rilasciati da Hamas 8 ostaggi, 5 tailandesi e 3 israeliani: la 29enne civile Arbel Yehud, la soldatessa ventenne Agam Berger e Gadi Moses, che ha compiuto 80 anni in cattività. In cambio saranno rilasciati 110 detenuti palestinesi, di cui 33 ergastolani, 47 condannati a diverse pene detentive e 30 minorenni e donne.
La soldatessa Agam Berger è stata rilasciata per prima e consegnata alla Croce Rossa. Condotta sul palco allestito per la sua liberazione, Berger ha salutato sorridente. Rimasta ostaggio per 482 giorni nelle mani di Hamas, la soldatessa era stata catturata il 7 ottobre insieme ad altre cinque commilitoni, due giorni dopo essere arrivata alla base al confine con Gaza.
Dopo di lei, anche la 29enne israelo-tedesca Arbel Yehoud e l’80enne Gadi Moses sono stati consegnati dalla Jihad Islamica alla Croce Rossa. La giovane israelo-tedesca e l’80enne sono stati entrambi rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. A seguire i 5 ostaggi thailandesi.
Israele ha inviato ai mediatori del Qatar un messaggio furibondo per le modalità del rilascio di Arbel Yehud e Gadi Moses, costretti a muoversi schiacciati dalla folla e nel caos prima di essere consegnati alla Croce Rossa, definendo i filmati arrivati dal Khan Younis ‘immagini dell’orrore’. Lo riferiscono i media israeliani.
Più di mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nel nord di Gaza attraverso le strade al-Rashid e Salah al-Din nelle ultime 72 ore. Lo afferma il governo di Gaza, come riporta Al Jazeera.
Approfondimenti:
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Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. IL PUNTO
Tregua Medioriente, chi è Zakaria Zubeidi. VIDEO
Nuovo show di Hamas con gli ostaggi, ira di Netanyahu
Tre ostaggi israeliani e cinque thailandesi, rapiti da Hamas e dalla Jihad islamica palestinese il 7 ottobre 2023, sono tornati in libertà dopo 482 giorni di prigionia a Gaza nell’ennesimo show inscenato dai miliziani palestinesi che stavolta ha fatto infuriare Benyamin Netanyahu. La soldatessa osservatrice dell’Idf Agam Berger (20 anni), l’ultima in mano ai terroristi dopo il rilascio delle altre quattro sabato scorso, la 29enne civile Arbel Yehud e Gadi Moses, 80 anni compiuti in cattività, portano a 10 su 33 il numero dei rapiti tornati finora in Israele nell’ambito dell’accordo firmato a Doha. Pongsak Thenna, Sathian Suwannakham, Watchara Sriaoun, Bannawat Seathao e Surasak Lamnau invece hanno finalmente potuto lasciare la Striscia in base a un accordo separato tra il governo di Bangkok e Hamas. Le operazioni per la consegna dei rapiti alla Croce Rossa sono iniziate stamattina presto, prima a Jabalya, nel nord della Striscia, con l’allestimento di un palco (previsto solo per la soldatessa) in uno spiazzo sterrato circondato da edifici sventrati dai bombardamenti, macerie ovunque, travi penzolanti. Tra un muro pericolante e l’altro, le bandierine palestinesi, musica araba ad alto volume, acclamazioni. Alle nove Agam è sbucata dalle rovine accompagnata da miliziani di Hamas che, anche in questo terzo round in mondovisione, si sono presentati davanti alle telecamere di al Jazeera (oltre a quelle, numerose, della stessa organizzazione) in divisa militare nuova di zecca, volto coperto, occhiali e armi d’assalto. La giovane è stata accompagnata sul palco con il certificato di liberazione incorniciato. Le hanno detto di salutare e sorridere, lo ha fatto. Poi, velocemente, è stata portata verso il convoglio della Croce Rossa. Per la prima volta da quando è entrato in vigore l’accordo, un ostaggio è stato liberato nella zona settentrionale della Striscia, dopo mesi di scontri corpo a corpo e bombardamenti che hanno cambiato la faccia del nord di Gaza. La liberazione non è filata liscia invece per Arbel, Gadi e i cittadini thailandesi. Il punto d’incontro, deciso dalle fazioni fondamentaliste, è stato fissato vicino a quel che resta della casa a Khan Younis di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso dall’Idf a ottobre. Anche in questo caso, la location nel sud dell’enclave è stata usata per la prima volta da quando è partita l’intesa. La calca di miliziani, civili, arrampicati ovunque sulle macerie, nello spiazzo con i veicoli dei terroristi e della Croce Rossa, ha da subito mostrato una situazione che avrebbe potuto sfuggire al controllo. I sette ostaggi sono arrivati con i suv, la folla li ha circondati premendo sui mezzi. Le portiere non sono state aperte, la massa spingeva, scattava foto, girava video, tra le urla dei miliziani per farli spostare, in un caos violento. Immagini difficili da guardare, trasmesse in diretta da al Jazeera e rilanciate dalle emittenti internazionali. Poi è comparso il volto terrorizzato di Arbel, piccola piccola, schiacciata tra decine di corpi, stretta tra un cordone di miliziani per sottrarla alla pressione. “Vedo le immagini sconvolgenti del rilascio dei rapiti. Questa è un’ulteriore prova della crudeltà impensabile di Hamas”, ha dichiarato Benyamin Netanyahu. Che, furibondo, ha chiesto ai mediatori che sia garantita la sicurezza degli ostaggi durante le liberazioni. E per ritorsione ha fatto bloccare gli autobus con i detenuti palestinesi scarcerati nello scambio. Un dietrofront rientrato in poco tempo: dopo le 16 locali, i mezzi si sono mossi dal penitenziario di Ofer verso i punti di incontro. Nello scambio, Israele ha scarcerato 110 detenuti palestinesi di sicurezza. Per la soldatessa sono stati rilasciati in 50, di cui 30 terroristi. Altri tre hanno lasciato la cella per Gadi Moses, oltre ad altri 27 detenuti con condanne più o meno lunghe. Tra i cosiddetti superterroristi che tornano in liberà ci sono Mohammad Abu Warda, di Hamas, condannato a 48 ergastoli per gli attentati del 1996 sulle linee di bus a Gerusalemme e Ashkelon, che causarono la morte di 45 israeliani. E Ismail Radaideh, di Fatah, all’ergastolo per l’uccisione del monaco greco-ortodosso Georgios Tsibouktzakis nel 2001. Nel pomeriggio, ad aspettare gli ostaggi israeliani c’erano le famiglie. Per i cinque thailandesi sono arrivati i funzionari dell’ambasciata. Mentre i rilasci erano in corso, l’inviato Usa Steve Witkoff ha fatto visita alle 4 osservatrici tornate a casa sabato scorso. Poi è andato in piazza degli ostaggi a Tel Aviv, dove è stato acclamato dalla folla
Bbc: “La Russia accelera il ritiro dalla base militare di Tartus”
La Russia ha accelerato il ritiro militare dalla Siria, rimuovendo veicoli e container dal suo porto di Tartous, sulla costa mediterranea del paese. Lo riferisce la Bbc dopo che una serie di resoconti di stampa locali avevano riferito di almeno due navi cargo russe salpate da Tartus cariche di equipaggiamenti. La Bbc riferisce che nuove immagini satellitari hanno mostrato come il materiale da settimane stoccato in container sulle banchine del porto militare di Tartus è scomparso proprio mentre due imbarcazioni russe, Sparta e Sparta II, hanno lasciato lo scalo marittimo. Dopo il cambio di potere a Damasco lo scorso 8 dicembre, una serie di filmati avevano mostrato colonne di veicoli russi muoversi verso il porto di Tartus. Immagini satellitari avevano successivamente mostrato veicoli e attrezzature militari stoccate all’interno di container nelle banchine. Una delegazione russa si era recata martedì scorso a Damasco per incontrare le nuove autorità siriane dopo che nei giorni passati era emersa la notizia dell’interruzione del contratto tra il governo siriano e la società russa Stroytransgaz per l’uso del porto di Tartus.
Video conferma liberazione 5 ostaggi thailandesi
Un video pubblicato dalle autorità israeliane mostra l’arrivo di cinque ostaggi thailandesi, liberati oggi dalla prigionia a Gaza. Pongsak Thenna, Sathian Suwannakham, Watchara Sriaoun, Bannawat Seathao e Surasak Lamnau vengono accolti in una struttura dell’IDF appena fuori Gaza dall’ambasciatore thailandese in Israele, Pannabha Chandraramya, e altri funzionari dell’ambasciata. Vengono ripresi mentre vengono trasportati in elicottero allo Shamir Medical Center vicino a Rishon Lezion, dove vengono accolti dal personale che sventola bandiere thailandesi. Si prevede che i cinque prigionieri liberati, che lavoravano come braccianti agricoli in Israele quando vennero rapiti il 7 ottobre 2023, saranno curati per almeno una settimana prima di tornare a casa e riunirsi alle loro famiglie
raid Idf in Cisgiordania, Israele conferma 10 vittime
L’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso dieci palestinesi nel raid aereo compiuto ieri in Cisgiordania. “In un’operazione congiunta dell’esercito e dello Shin Bet (sicurezza interna), ieri sera, i droni dell’aviazione hanno attaccato un gruppo di terroristi armati nell’area di Tammoun”, si legge in un comunicato dell’esercito, “dieci terroristi sono stati eliminati nell’attacco”. Il ministero della Sanita’ palestinese aveva dato già ieri la notizia dell’attacco nel governatorato di Tubas, nel nord della Cisgiordania. Secondo l’esercito israeliano, due delle dieci persone morte nel raid erano coinvolte in un attacco in cui il 20 gennaio era rimasto ucciso un soldato israeliano
Witkoff, domani verrà rilasciato un ostaggio americano
Steve Witkoff, inviato del Presidente Trump in Medio Oriente, ha dichiarato alla ABC che uno degli ostaggi americani verrà rilasciato domani. La notizia è rilanciata anche dal quotidiano israeliano Haaretz
Trump: deporteremo i simpatizzanti di Hamas
La mia promessa agli ebrei americani è questa: con il vostro voto, sarò il vostro difensore, il vostro protettore e sarò il migliore amico che gli ebrei americani abbiano mai avuto alla Casa Bianca. Darò ordini chiari al mio procuratore generale di perseguire in modo aggressivo le minacce terroristiche, gli incendi dolosi, gli atti vandalici e la violenza contro gli ebrei americani. A tutti gli stranieri residenti che si sono uniti alle proteste pro-jihadiste, vi avvisiamo: nel 2025 vi troveremo e vi deporteremo. Inoltre, annullerò rapidamente i visti per studenti di tutti i simpatizzanti di Hamas nei campus universitari, che sono stati infestati dal radicalismo come mai prima”. Lo ha affermato il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Le sue parole sono ribadite in una scheda della Casa Bianca sulle decisioni di Trump per combattere l’antisemitismo
Onu, Unrwa continua lavoro in territori palestinesi
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) continua le sue attività nei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est, nonostante l’entrata in vigore di una nuova legislazione che il governo israeliano sta recidendo tutti i legami con il Paese, ha affermato il portavoce del segretario generale. “Continuano a fornire aiuti e servizi alle comunità che servono. Le cliniche Unrwa in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono aperte. E le operazioni umanitarie a Gaza continuano”, ha spiegato Stephane Dujarric, aggiungendo che i dipendenti stranieri dell’agenzia in Israele hanno lasciato il paese
Usa: Gabbard difende incontro con Assad, nega contatti Hezbollah
Tulsi Gabbard, designata come direttore della National Intelligence, durante la sua audizione di conferma al Senato, ha difeso la sua decisione di recarsi nel 2017 in Siria per incontrare l’ex presidente Bashar al-Assad ma ha negato di aver avuto contatti con membri di Hezbollah in Libano. Interpellata sugli argomenti del colloquio con il deposto dittatore dal senatore democratico Martin Heinrich, Gabbard ha spiegato di avergli posto “dure domande sulle azioni del suo regime” incluso “l’utilizzo di armi chimiche”. A chi invece le chiedeva se avesse incontrato esponenti di Hezbollah durante la tappa libanese della sua visita in Medio Oriente. Gabbard ha risposto: “No, e’ un’accusa assurda”. Gabbard ha invece fatto marcia indietro sulle critiche espresse all’epoca contro l’uccisione del comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Qassem Soleimani. Gabbard ha spiegato di aver temuto all’epoca che l’eliminazione di Soleimani avrebbe innescato una guerra regionale. Ma così non è stato e quindi, ha sottolineato, “il presidente ha avuto ragione.”
Israele rilascia Morgantini e il giornalista del Sole 24 0re
Sono stati rilasciati dalla polizia israeliana Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell’Europarlamento e nota attivista italiana, e il giornalista del Sole 24 ore Roberto Bongiorni, fermati stamane a Tuba (a sud di Hebron), perché sarebbero entrati in una “zona militare”. Entrambi sono stati portati alla stazione di polizia della colonia di Kiryat Arba per essere poi rilasciati grazie all’intervento della ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme. Lo fa sapere la Farnesina
Hamas conferma, ‘Deif e Issa uccisi a Gaza l’anno scorso’
Il portavoce di Hamas, Abu Obaida, ha fornito la prima conferma ufficiale dell’organizzazione che due dei suoi leader principali, Mohammed Deif e Marwan Issa, sono stati uccisi a Gaza l’anno scorso. Lo riporta Haaretz. Israele aveva annunciato a luglio di aver ucciso Deif, il capo militare dell’organizzazione e a marzo di aver ucciso Issa, il vice capo militare di Hamas.
Trovati in Libano altri corpi tra le macerie dei bombardamenti
Il cadavere e frammenti di un altro corpo di persone uccise dai bombardamenti israeliani sono stati rinvenuti dalla Protezione civile tra le macerie nella cittadina di Khiam, nel sud del Libano. Lo riferisce il quotidiano libanese l’Orient le Jour online, secondo cui a Khiam, teatro di scontri violenti tra Hezbollah e Israele prima del cessate il fuoco, sono stati finora rinvenuti almeno cinquanta cadaveri. La Protezione civile ha inoltre confermato che due escavatori utilizzati per la ricerca sono stati distrutti dagli attacchi dei droni israeliani a Taybé
Bus con palestinesi liberi accolti a Ramallah da ovazioni
Nonostante il divieto che Israele ha cercato di imporre ai palestinesi di non celebrare la liberazione dei detenuti, i due bus con i prigionieri usciti dal carcere di Ofer oggi sono stati accolti a Ramallah da una folla festante. Circondati da auto e moto che suonavano il clacson, i pullman sono arrivati tra gli applausi dei palestinesi radunati nelle strade della città e i cori “il popolo ama le brigate Al Qassam” e “Allah è grande”. Ad attendere gli ormai ex detenuti anche squadre di medici per i primi accertamenti. Il convoglio ha impiegato più di un’ora e mezza per percorrere circa 20 chilometri. Durante il tragitto sono scoppiati scontri tra giovani palestinesi e forze di sicurezza israeliane, che hanno aperto il fuoco. Già prima della partenza degli autobus, i soldati israeliani avevano aperto il fuoco su decine di persone, tra cui giornalisti, lì riunite per assistere alla partenza dei prigionieri: 14 palestinesi sono rimasti feriti. Israele ha fatto uscire 110 prigionieri dalle carceri israeliane – di cui circa 95 a Ramallah – nel terzo round di scambi con gli ostaggi. La scarcerazione è stata ritardata di qualche ora dal governo Netanyahu in segno di protesta per condizioni in cui gli ostaggi israeliani sono stati liberati in mattinata nella Striscia di Gaza
Media, verso inizio seconda fase negoziati Gaza
Potrebbe iniziare presto la seconda fase dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. A riferirlo e’ il giornalista di Axios Barak Ravid che, sul suo profilo X, cita Gal Hirsc, incaricato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu di coordinare gli sforzi per ottenere la restituzione di tutti gli ostaggi del 7 ottobre 2023.
“Siamo nella fase preparatoria per la prosecuzione dei negoziati
e ci stiamo avviando verso la seconda fase”, ha detto Hirsc a
Ravid. L’avvio della nuova tornata di trattative coincidera’ con
la visita di Netanyahu al presidente americano Doland Trump, la
settimana prossima, a quanto riferito sempre da Axios.
Trump: Bloccati fondi per preservativi a Gaza. Guardian: Non è vero
Donald Trump sostiene che il suo governo “ha identificato e fermato l’invio di 50 milioni di dollari a Gaza per l’acquisto di preservativi per Hamas”, un’affermazione che richiama quanto dichiarato martedi’ scorso dalla sua portavoce nel suo primo briefing con la stampa. Tuttavia, non ci sono prove per sostenere questa tesi. Stando a una ricostruzione del Guardian, che cita un rapporto federale pubblicato lo scorso anno, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) non ha fornito alcun fondo per l’acquisto di contraccettivi in tutto il Medio Oriente, men che meno di preservativi per Gaza. Gli unici contraccettivi forniti o finanziati dall’agenzia governativa dedicata alla lotta contro la poverta’ negli anni fiscali 2021, 2022 e 2023 sono stati inviati in Giordania nel 2023 per un valore di 46 mila dollari. Nello stesso anno Usaid ha fornito o finanziato preservativi maschili per 7,1mln di dollari e femminili per 1,1 milioni, principalmente destinati all’Africa. In altre parole, la Casa Bianca sostiene che il governo Biden abbia fornito oltre sei volte il valore di preservativi totale a un piccolo territorio in una regione che di solito non riceve quel tipo di prodotto dagli Stati Uniti.
Morgantini e un giornalista del Sole fermati vicino Hebron
Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell’Europarlamento e nota attivista italiana, è stata fermata dalla polizia israeliana a Tuba, a sud di Hebron, perché sarebbe entrata in una “zona militare”. Fermato anche un giornalista del Sole 24ore, Roberto Bongiorni, che era con lei. Entrambi sono stati portati alla stazione di polizia della colonia di Kiryat Arba. Dovrebbero essere presto rilasciati – secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina – anche grazie all’intervento della ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme.
Convoglio detenuti palestinesi lascia carcere israeliano
Il convoglio di detenuti palestinesi che doveva partire ore fa, ha lasciato poco dopo le 16 la prigione israeliana di Ofer. In precedenza, la scarcerazione è stata ritardata fino a che Israele ha ottenuto attraverso i mediatori l’assicurazione che i prossimi rilasci di ostaggi avranno modalità sicure per i rapiti. Lo riferiscono i media locali.
Mo: ministro Esteri Iran incontra Darwish a Doha
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha incontrato a Doha il capo dell’ufficio politico di Hamas, Muhammad Ismail Darwish, e diversi esponenti del politburo della fazione palestinese. Lo riferiscono i media iraniani. Ieri Darwish, alla guida di una delegazione di Hamas, era stato ricevuto ad Ankara dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Mo: ufficio Netanyahu, ‘ricevute garanzie su prossime liberazioni ostaggi’
Israele ha ricevuto garanzie dai mediatori sul fatto che non si ripeteranno in futuro le scene di caos a cui si è assistito oggi durante il rilascio dei sette ostaggi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha sottolineato l’ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riferito dal Times of Israel. Netanyahu aveva bollato come “scioccanti” le scene in cui si vedeva una degli ostaggi, Arbel Yehoud, avanzare a piedi terrorizzata dalla presenza di una folla e di miliziani armati e a volto coperto che le si accalcavano intorno. Il primo ministro aveva deciso di posticipare di alcune ore la liberazione dei 110 detenuti palestinesi che, ricevute ora le garanzie, dovrebbe iniziare alle 16 ore italiane.
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