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Una manovra prudente che lascerĂ poco spazio ai voli pindarici, ma che centrerĂ gli obiettivi prefissati dal governo. Non solo sul fronte dei conti pubblici, ma anche su quello della politica economica. Ăˆ il programma al quale anche ieri ha incessantemente lavorato a Via XX Settembre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ieri non ha partecipato al Consiglio dei ministri proprio per concentrarsi su questi dossier. Dopo l’ok al Psb del Parlamento, occorre varare il Documento programmatico di Bilancio (che contiene i numeri della manovra) e che Bruxelles attende entro il 15 ottobre. Ecco perchĂ© si sta pensando di convocare il Consiglio dei ministri per lunedì mattina in modo da rispettare per tempo le consegne.
La spesa pubblica 2025 sarĂ convogliata sulla conferma del taglio del cuneo fiscale e sugli sgravi per le famiglie. La formula del taglio degli oneri contributivi, secondo quanto si apprende, sarĂ differente rispetto a quella in vigore per dispiegare meglio i propri effetti e renderli piĂ¹ efficaci. Dunque, si sta pensando a ulteriori migliorie oltre alla conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef piĂ¹ basse al 23% in modo tale da potenziare l’impatto della misura sui redditi superiori a 28mila euro lordi annui. Il finanziamento della manovra e, quindi, anche di questi provvedimenti sarĂ conseguito, soprattutto, riducendo le spese (e non con aumenti di entrata indiscriminati). Sono, pertanto, previsti tagli significativi nei ministeri piĂ¹ costosi. Il target di 2,5 miliardi, ufficiosamente fissato per i dicasteri, potrebbe perciĂ² essere superato. Finora hanno risposto all’appello il ministero del Turismo e quello dell’Ambiente. Senza indicazioni Giorgetti procederebbe comunque a tagli lineari. L’unica voce che non subirĂ riduzioni è la spesa sanitaria, su cui il governo si è impegnato a mantenere l’incidenza sul Pil. «Come ha detto Giorgetti, la sanitĂ avrĂ il suo spazio» in manovra, ha confermato ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci che si aspetta un aumento di fondi per almeno 2 miliardi.
Da Palazzo Chigi si rileva che la comunicazione relativa alla prossima legge di Bilancio è stata «onesta, comprensibile e disinteressata». Le strumentalizzazioni da parte dell’opposizione hanno scarso fondamento. D’altronde, lo stesso ministro Giorgetti, in un videointervento inviato a un evento milanese, è voluto tornare sulla questione dei bonus edilizi con conseguente revisione delle rendite catastali. Riqualificare «l’enormitĂ del patrimonio edilizio, sia pubblico sia privato costruito prima del 1960 è un obiettivo a cui la finanza pubblica potrĂ dare una spinta, ma che passerĂ prima di tutto dalla capacitĂ di mobilitare capitali privati su progetti di lungo termine», ha detto sottolineando la necessitĂ di «riqualificare il patrimonio immobiliare del nostro Paese». Anche il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha specificato che «non devono essere messe tasse aggiuntive ma le regole devono essere rispettate».
La sintesi dell’orientamento politico è stata effettuata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, che mercoledì scorso ha replicato duramente ai Cinque stelle che chiedevano il taglio delle accise sui carburanti in luogo del riallineamento previsto dal Psb.
«Lo rivendichiamo, costava 10 miliardi», aveva replicato Fazzolari specificando che «il governo Meloni ha deciso di non bruciarli: stiamo facendo una manovra che tendenzialmente è di 24 miliardi, capiamo qual è l’entitĂ di dieci miliardi».
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