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Da principio, i soldi per le proprie attività a Omar Mohamed, l’imprenditore calabrese di 39 anni al centro dell’inchiesta di Finanza e Dda sul riciclaggio di denaro della criminalità organizzata, gli sono arrivati dal cugino Aldo Poerio, volto noto della ’ndrangheta. Denaro che per il pm Flavio Lazzarini era certamente di provenienza delittuosa legata all’associazione di tipo mafioso. Non solo con la ’ndrangheta, però, aveva legami Omar.
Il suo principale “finanziatore”, cui lui si rivolgeva neppure fosse un istituto di credito privato, era Massimo Nicotera, ora in carcere, come Omar, su disposizione del gip Domenico Truppa. Napoletano, membro del clan camorristico ’Veneruso-Rea’ e già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, nel 2023 è stato arrestato col capo Francesco Rea per estorsione aggravata. Nicotera, nel giro di pochi mesi del 2023, presta a Mohamed prima centomila euro, per aiutarlo a pagare “in nero” parte dell’acquisto del ristorante Ostrica Pazza in via Orefici, poi altri duecentomila, “in chiaro”, via bonifico alla società di Omar Spazio 85 Srl, per l’acquisto di un immobile da 223mila euro. Ben più di quanto, stando a quanto dichiara al fisco, ha guadagnato in tutta la vita.
Poi, il denaro va ripulito. Allora, per giustificare il bonifico del napoletano, i due organizzano un escamotage: l’accusa ricostruisce la simulazione di una fittizia compravendita immobiliare in favore di Nicotera, con un contratto preliminare fasullo da presentare in caso di controllo dell’antiriciclaggio. La causale del bonifico parla appunto di caparra per l’acquisto dell’immobile. E i centomila euro in contanti? Vengono consegnati brevi manu in mazzette di cinque-settemila euro in tagli dai 10 ai 200 euro, per un totale di 103.000 infilati in uno zaino.
La restituzione avviene in parte in contanti, in parte viene ’ripulita’ tramite vari artifizi. Per esempio, Omar “regala” a Nicotera una Porsche Macan, acquistandola in leasing e intestandola alla propria società, la Spazio 85: la prima rata è di 32.000 euro, da scalare, dirà il calabrese intercettato, dal debito. In un altro caso, ecco uno scooter Honda Sh, pure intestato alla sua società.
Quando c’è bisogno di liquidità, Mohamed si serve anche di un imprenditore edile del Modenese, che emette fatture false a favore della Spazio 85 per oltre 250mila euro. In un’occasione, Omar gli invia 15mila euro ’d’acconto’, che subito l’altro restituisce trattenendone due a compenso della prestazione resa, secondo gli inquirenti. Ma l’indagato chiede pure agli istituti di credito; quando in un’occasione non ottiene i finanziamenti desiderati, chiede consiglio a un conoscente vicino alle cosche di Gioia Tauro, il quale gli consiglia, tra gli altri, un usuraio romano vicino al clan dei Casamonica. Tutti legami, questi con il mondo dei clan, che non è per ora chiaro come nascano, parentela con Poerio a parte.
Ancora. Per riciclare il denaro, Omar coinvolge pure il padre, medico. Cui intesta, fittiziamente per l’accusa, il 10% della sua società, così da giustificare dubbi movimenti di denaro sul suo conto giustificandoli con “finanziamenti soci”; soldi che però poi il padre gli rende, anche versandoglieli direttamente sul conto personale.
Infine, nel 2021 la Spazio 85 riesce pure a ottenere 300mila dal Decreto liquidità per supportare le imprese dopo il Covid. Ma quel denaro finisce per lo più in Rolex, leasing per una Lamborghini, una Mercedes, una Ferrari e una Porsche Carrera, bonifici a favore del suo conto personale, anziché per la sua attività.
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