Emendamento di FdI nel dl Fisco: ridurre la plusvalenza sulla vendita degli immobili ristrutturati con il Superbonus. FI va verso il rialzo delle pensioni minime. Modifiche a web tax e sugar tax
Vendere un immobile ristrutturato grazie al Superbonus potrebbe diventare più vantaggioso. Un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio, ora in esame al Senato, prevede un alleggerimento del regime di tassazione delle plusvalenze sugli immobili ristrutturati e venduti entro i 10 anni. Intanto, scenderebbero da 10 a 5 gli anni dell’imponibilità della plusvalenza, poi verrebbero esclusi gli immobili in vendita con il contratto preliminare registrato o trascritto entro il primo gennaio 2024 e, in caso di lavori di riqualificazione sulle parti comuni (e non sul singolo immobile), la tassazione sulla plusvalenza non dovrebbe superare l’ammontare del beneficio fiscale goduto.
La plusvalenza sugli immobili ristrutturati con Superbonus
La proposta di modifica prevede anche che chi ha optato per la cessione del credito, possa dedurre gli oneri finanziari sopportati e che la tassazione della plusvalenza sia collegata all’effettiva fruizione del Superbonus in dichiarazione dei redditi. Questo tipo di plusvalenza era stata introdotta dalla scorsa legge di Bilancio, ma, spiega la Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari che ha chiesto un intervento sulla norma, «l’attuale disciplina sta determinando una contrazione nelle compravendite rischiando così di rallentare il mercato immobiliare e quindi l’intero comparto».
Bonus ristrutturazioni al 50% (solo per prima casa)
Anche la manovra torna sul tema casa confermando nel 2025 il bonus ristrutturazione al 50% (spalmabile in 10 anni) ma solo per le prime case e con il tetto di 96mila euro. Dalla seconda casa in poi l’agevolazione scende al 36%.
Emendamenti: domani lo stop
Entro le 16 di domani in commissione Bilancio alla Camera scade la presentazione degli emendamenti al disegno di legge Bilancio. Maggioranza e opposizioni sono al lavoro per rivedere alcune misure del ddl approvato dal Consigli dei ministri il 15 ottobre. Forza Italia punta ad un nuovo aumento (almeno altri 5 euro) delle pensioni minime, ora di appena 3 euro (da 615 euro mensili a 618). Ma FI concentrerà i propri emendamenti soprattutto sul fisco, a partire dalla rimodulazione dell’Irpef con l’abbassamento della seconda aliquota dal 35% al 33% e l’ampliamento della fascia di reddito fino a 60 mila euro, operazione però molto costosa. Dipenderà quindi dai risultati del concordato preventivo biennale, di cui il governo potrebbe riaprire i termini fissando una nuova scadenza al 10 o al 15 dicembre. Anche se la Cgia di Mestre già parla di «flop», avendo calcolato che l’erario incasserà circa 1,3 miliardi di euro anziché i 2 stimati. Da rivedere poi la web tax allargata a tutti e la sugar tax in vigore dal prossimo luglio. La Lega proverà ad ampliare la flat tax fino a 100 mila euro e ridurre la tassazione per le cripto-valute, passata dal 26% al 42%.
Blocco turn over Pa
Al lavoro anche sul blocco del turn over nella Pa, ora fissato al 25%, percentuale che potrebbe scendere per i settori più in sofferenza come il comparto sicurezza e difesa».
Incontro Meloni-sindacati
Ma lunedì è anche il giorno dell’incontro a Palazzo Chigi della premier Meloni con i sindacati, rimandato la scorsa settimana. I tre leader di Cgil, Cisl e Uil – Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri – saranno ricevuti per parlare della manovra alle 9, con uno sciopero generale contro già proclamato da Cgil e Uil.
La norma Ivass
Ivass in Banca d’Italia
E già in legge di Bilancio potrebbe essere inserita la norma per portare l’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, all’interno della Banca d’Italia, misura dovuta ad una sempre maggiore importanza banca-assicurazione nel comparto del credito e della finanza (diversi i gruppi impegnati in entrambi i settori) e per avere più integrazione dei supervisori dei due enti.
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