Non si spegne la polemica sul recente affidamento del servizio di educativa scolastica (assistenza a minori e giovani adulti con disabilità) per la durata di 24 mesi, ad una Cooperativa Sociale di Bergamo, che si è aggiudicata il bando di gara bandito dal Comune.
A questo proposito, i consiglieri comunali dei gruppi politici di Novità a Cremona, Lega e Forza Italia, insieme alle consigliere Maria Vittoria Ceraso e Paola Tacchini, hanno la convocazione urgente della Commissione di Vigilanza, presieduta dal consigliere Chiara Capelletti, in presenza dell’Assessore Marina Della Giovanna e della dirigente delle Politiche Sociali.
“Abbiamo altresì chiesto che la Commissione possa essere aperta alle associazioni di rappresentanza delle Cooperative Sociali ed alle rappresentanze delle associazioni delle famiglie” fanno sapere i consiglieri, in un documento firmato da Alessandro Portesani (Novità a Cremona), Jane Alquati (Lega) e Andrea Carassai (Forza Italia).
“Una decisione, spiega il documento, ancor più urgente dopo le inconsistenti rassicurazioni dell’Assessore Della Giovanna, che il Sindaco Virgilio ha scelto per guidare i Servizi Sociali del Comune di Cremona. Lo stesso primo cittadino ha dimostrato l’ennesima incoerenza. In campagna elettorale dedicava la parola chiave “cura” al sostegno delle fragilità, al potenziamento delle reti territoriali, al ruolo fondamentale del terzo settore territoriale. Da sindaco, invece, ha prima tolto alla Antares Onlus la disponibilità della sede, senza trovargliene un’altra e poi, scegliendo di utilizzare lo strumento della procedura aperta, ha azzerato una storia ultradecennale di collaborazione di tutte le cooperative sociali del territorio, svendendo questo patrimonio immateriale per un risparmio di 27.000 euro, in due anni, su un appalto del valore di oltre 3 milioni di euro”.
“Nell’ultima settimana – prosegue la nota -, i consiglieri dei nostri gruppi consiliari erano già stati sollecitati da famiglie di minori con disabilità, da lavoratori di cooperative sociali del territorio, da insegnanti che esprimevano preoccupazione e delusione per il recente affidamento alla cooperativa bergamasca. Nel frattempo, abbiamo appreso dai giornali il grido di allarme del sistema della Cooperative Sociali. I nostri gruppi condividono le preoccupazioni rappresentate dalla Comunità Cremonese su questo tema così delicato, in quanto l’esito della procedura di affidamento voluta dalla Giunta Virgilio inevitabilmente provocherà qualche discontinuità nel servizio Saap per i minori disabili della nostra città”.
“Gli operatori oggi impiegati nella gestione del servizio potrebbero decidere di accettare incarichi presso altri servizi gestiti dalle cooperative del territorio. La semplicistica dichiarazione dell’Assessore Della Giovanna, che garantisce “la continuità organizzativa e occupazionale” e la “prosecuzione dei contratti dei lavoratori”, non considera che i lavoratori di queste imprese sono persone e non “bulloni” o “pacchi” da spostare da un posto all’altro. Potranno liberamente scegliere se continuare a lavorare sul servizio Saap con il nuovo gestore o rimanere nelle imprese attuali su altri servizi. Purtroppo, la continuità educativa non si garantisce con burocratiche “previsioni del bando di gara”.
“Temiamo, di contro, l’impoverimento di competenze che il sistema territoriale di offerta dei servizi educativi subirà a seguito dell’eventuale passaggio di 156 educatori ad una Cooperativa di Bergamo, che sul nostro territorio non gestisce nemmeno un servizio. Molti di questi operatori sono impiegati dalle cooperative del territorio in altri importanti servizi, quali i dopo-scuola, i centri-estivi, i servizi semiresidenziali per le persone disabili, i servizi educativi e di prevenzione del disagio giovanile, La riduzione del numero di operatori disponibili potrebbe rendere più difficile l’organizzazione di questi servizi sul territorio”, stigmatizza il testo.
“Siamo determinati a comprendere quali scelte politiche dell’amministrazione Virgilio abbiano condotto a questa allarmante situazione e se non vi fossero altre strade percorribili per non sottoporre i nostri cittadini più fragili al rischio di perdere relazioni importanti. Ad esempio, l’Azienda Sociale Cremonese, di cui il Comune di Cremona fa parte, da anni adotta i sistemi di accreditamento per l’affidamento dei servizi, che non hanno mai provocato problemi simili a quelli causati dalle decisioni di Virgilio. Così un genitore di un bambino disabile di Bonemerse può scegliere il progetto educativo che ritiene più adeguato al proprio figlio. Un genitore di un bambino disabile di Cremona non sceglie nulla, ma subisce quello che qualcun altro ha deciso per lui, sulla base del risparmio economico e non della qualità e della continuità del progetto di vita del proprio figlio” concludono Portesani, Alquati e Carassai.
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Marco Olzi (capogruppo Fratelli d’Italia), secondo cui la scelta di affidamento “lascia perplessi e preoccupati. Il collega Matteo Carotti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha giustamente presentato un’interrogazione per chiedere chiarezza su criteri e conseguenze di questo appalto, ed è nostro dovere sostenerlo affinché l’amministrazione renda conto delle proprie decisioni.
Non si tratta di mettere in discussione la legittimità della gara, ma di evidenziare una criticità evidente: il rischio di compromettere la continuità educativa per i minori con disabilità e di penalizzare chi, nel nostro territorio, ha costruito un sistema di assistenza integrata che funziona. Le cooperative cremonesi, che hanno gestito il servizio per anni, non sono semplici erogatori di prestazioni: sono parte di una rete territoriale che coinvolge famiglie, scuole e istituzioni. Sono una garanzia di qualità e stabilità per chi ogni giorno affronta le difficoltà di una disabilità.
L’assessore Della Giovanna ha cercato di rassicurare famiglie e lavoratori, affermando che la continuità organizzativa e occupazionale sarà garantita e che l’assegnazione ha privilegiato la qualità del servizio. Ma le sue parole non ci bastano. Non basta dire che il nuovo aggiudicatario ha preso impegni, vogliamo sapere con quali strumenti concreti si garantirà la stabilità di operatori e studenti. Chi lavorava nel servizio manterrà davvero il proprio posto? Gli educatori cremonesi saranno tutelati o si ritroveranno con orari ridotti e condizioni peggiorative? Quali garanzie ci sono che l’inserimento di un nuovo soggetto non comprometta i delicati equilibri costruiti negli anni tra studenti, famiglie e operatori?
C’è poi un’altra questione fondamentale: nel bando di gara, quanto è stato valorizzato il radicamento territoriale? Si è tenuto conto dell’esperienza e della capacità delle cooperative locali di rispondere con tempestività ed efficacia ai bisogni delle famiglie? Oppure si è guardato solo ai numeri, sacrificando l’aspetto umano e sociale del servizio? La giunta afferma che il criterio principale è stato la qualità progettuale, ma chi meglio delle cooperative che operano da anni sul territorio può offrire un servizio di qualità? La conoscenza delle dinamiche scolastiche locali, delle esigenze specifiche di ogni singolo caso, non è qualcosa che si acquisisce dall’oggi al domani con un semplice passaggio di consegne.
Inoltre, non possiamo ignorare l’impatto occupazionale di questa decisione. Gli educatori cremonesi rischiano di vedere il proprio lavoro ridimensionato o addirittura perduto, con conseguenze drammatiche per le loro famiglie. Il tessuto economico locale si indebolisce, mentre si favorisce un soggetto esterno che dovrà ricostruire da zero relazioni e metodologie di intervento. Si tratta di una scelta miope, che ignora il valore delle competenze maturate nel tempo da chi conosce il territorio e le sue esigenze.
L’assegnazione di un appalto di oltre tre milioni di euro non può essere trattata con superficialità. Il Comune di Cremona ha il dovere di rispondere a queste domande e di dimostrare che le scelte fatte non penalizzano i soggetti più fragili né il tessuto sociale ed economico della nostra città.
Come Fratelli d’Italia, continueremo a vigilare affinché la giunta non si trinceri dietro dichiarazioni di circostanza, ma dimostri con i fatti che questa decisione non comporterà danni per studenti, famiglie e lavoratori. La nostra priorità è difendere gli interessi di Cremona e dei suoi cittadini, non avallare scelte che rischiano di indebolire un sistema consolidato a favore di una cooperativa estranea al territorio. L’amministrazione deve rendersi conto che non sta gestendo un semplice appalto, ma un servizio essenziale per l’inclusione e il benessere di tanti ragazzi e delle loro famiglie. Se davvero il Comune ritiene prioritario il benessere di questi studenti, allora lo dimostri con i fatti, non solo con le parole” conclude Olzi.
Non manca anche una presa di posizione da parte del mondo cooperativo. “In merito alla gara per il Saap, Servizio di Assistenza per l’Autonomia Personale, del Comune di Cremona, non aggiudicata alla compagine locale di cooperative (di cui tre nostre socie) che da dieci anni si occupa del servizio, e a seguito della presa di posizione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane costituita da Confcooperative, Lega delle Cooperative, Agci, anche il nostro presidente, Davide Longhi e il nostro Cda vogliono intervenire sulla vicenda” si legge in una nota.
“Solco Cremona è a fianco delle cooperative associate (Cosper, Gamma, Meraki) e alla cooperazione sociale coinvolta nella gestione del servizio Saap che, dopo dieci anni, si accinge a passare ad una cooperativa estranea al territorio” sottolinea Longhi.
“Stiamo seguendo con impegno la vicenda per capire come sostenere al meglio le cooperative nelle situazioni che dovranno affrontare, sia nei confronti di ragazzi, famiglie e mondo scolastico, sia nei confronti dei lavoratori, tra cui molti che hanno scelto di diventare soci, che operano sul servizio.
Il cda del Consorzio esprime anche rammarico e preoccupazione. Rammarico perché nella complessiva valutazione tecnico/economica, il riconoscimento delle competenze delle nostre cooperative, in particolare quelle relative alla capacità di fare sistema e di costruire legami con le comunità e le loro organizzazioni, sono passate in secondo piano. Sono competenze che non si improvvisano e che appartengono a chi vive il territorio.
Preoccupazione perché gli investimenti fatti in questi anni per lo sviluppo di una filiera di servizi, che vanno dalla scuola all’inserimento lavorativo, di cui il Saap è uno snodo centrale, non vengano depotenziati. Questo andrebbe a discapito dei percorsi di vita delle persone disabili in una fase, quella scolastica, molto delicata.
Come Consorzio, attraverso le cooperative, siamo comunque pronti a rimettere nuova energia nel sistema, perché i giovani con disabilità, con le loro famiglie e le scuole, sono patrimonio del presente, su cui costruire il futuro” conclude il presidente.
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