Siccità, la Puglia lancia un Sos a Roma – Economia e politica

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Accomunate per mesi dallo stesso dramma siccitoso, Puglia e Basilicata appaiono destinate a separare i propri destini idrici; infatti, il Tavoliere è la zona che più fatica ad uscire dal tunnel della siccità che da mesi colpisce ampie zone del Sud Italia: i volumi invasati nelle dighe della Capitanata, pur avendo invertito il trend negativo dalla metà di dicembre scorso, sono lente a ripianare l’enorme deficit (-98,7 milioni di metri cubi rispetto al 2024), che affligge la provincia foggiana. L’incremento di circa 3,6milioni di metri cubi d’acqua, registrato questa settimana, è ben poca cosa rispetto ad altre realtà meridionali: in Basilicata, l’incremento settimanale dei volumi invasati ammonta ad oltre 20 milioni di metri cubi, portando a 50 milioni i metri cubi affluiti in due settimane (circa il doppio di quanto accaduto in oltre un mese nella confinante Puglia), riducendo il deficit sul 2024 a 49,51 milioni di metri cubi.

 

Puglia, l’appello del presidente Emiliano al Governo

Con questi numeri tra le mani, ieri, 30 gennaio 2025 – il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una nota al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e ai ministri competenti, tra cui Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica), Tommaso Foti (Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Nello Musumeci (Protezione Civile), Roberto Calderoli (Affari Regionali), Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), oltre che al commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, per affrontare la grave crisi idrica che sta colpendo il Sud Italia e la Puglia in particolare.

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La comunicazione è stata indirizzata anche all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, al presidente della Giunta Regionale del Molise, al Consorzio per la Bonifica della Capitanata e all’Acquedotto Pugliese, coinvolgendo in conoscenza anche il presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Loredana Capone, e i consiglieri regionali della Provincia di Foggia.

 

Nella lettera, il presidente Emiliano ha evidenziato la necessità di interventi urgenti per razionalizzare l’uso delle risorse idriche e ha avanzato una proposta per la realizzazione di opere di collegamento tra l’invaso di Occhito sul Fortore in provincia di Foggia e l’invaso del Liscione, creato dalla diga che a Guardialfiera sbarra fiume Biferno in provincia di Campobasso, con l’obiettivo di ottimizzare la distribuzione dell’acqua tra Molise e Puglia.

 

“È nota a tutti l’opportunità derivante dall’utilizzo delle risorse idriche dell’invaso del Liscione, le cui disponibilità eccedenti l’utilizzo attuale non sono utilizzate, ma finiscono inutilmente in mare” sottolinea il presidente Emiliano nella missiva.

 

“Appare imprescindibile – continua – definire, sotto la regia dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, un quadro complessivo delle disponibilità e degli utilizzi attuali e potenziali della risorsa idrica, partendo da un’analisi storica e da una valutazione parametrica degli utilizzi comuni. Al fine di utilizzare più razionalmente ed efficacemente le risorse dell’invaso, è necessaria la realizzazione di due determinanti opere di collegamento a valle dello stesso. La prima riguarda un percorso di circa 18 chilometri verso Sud, che consentirebbe di ampliare le aree molisane che possono beneficiare della disponibilità idrica dell’invaso. Un ulteriore collegamento di circa 5 chilometri consentirebbe di convogliare le risorse idriche, eccedenti le esigenze del Molise, verso il nodo di Finocchito, incrementando così la disponibilità idrica dell’intera Capitanata. Il tutto, ovviamente, prevedendo adeguati ristori a favore della Regione Molise”.

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Per Emiliano, infine “Il successo dell’operazione rinnoverebbe lo spirito di una strategia condivisa, come avvenne con la istituzione dell’Acquedotto Pugliese, la cui visione lungimirante continua a portare benefici alle popolazioni interessate. La collaborazione tra Governo, Regione Molise e Regione Puglia può rappresentare un modello innovativo ed efficace di sinergia tra soggetti istituzionali, nell’interesse esclusivo della tutela dei cittadini e delle imprese”.

 

Sud, la Sicilia migliora

Anche in Sicilia migliora la situazione idrica dei bacini (+mln. mc. 11,33 in 15 giorni), ma casi come quello della diga di Castelvetrano, il cui invaso deve essere svuotato per timori sulla tenuta antisismica, confermano atavici e trascurati problemi infrastrutturali.

 

“L’auspicio – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue – è che le annunciate nuove piogge su terreni fortemente inariditi del Sud Italia non si trasformino in devastanti e purtroppo conosciuti nubifragi, consolidando un andamento meteo caratterizzato da una marcata estremizzazione degli eventi atmosferici”.

Risalendo la penisola, in Campania si registra un’ulteriore contrazione dei livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, oggi largamente sotto le medie del periodo, mentre invece il fiume Alento registra un’altezza idrometrica superiore allo scorso anno ma inferiore alla media dell’ultimo quinquennio.

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In Abruzzo, i fiumi Pescara e Sinello sono sotto i livelli del 2024. Il manto nevoso sulla Maiella supera, in alcune stazioni di rilevamento, i 90 centimetri, ma a Campo Imperatore è inferiore a 30 centimetri.

 

Centro Italia, tra luci e ombre

Il Lazio vede ridurre le portate di alcuni suoi importanti fiumi come Tevere ed Aniene: il primo registra ora un flusso di soli 87,79 metri cubi al secondo (la scorsa settimana era di oltre 108 metri cubi al secondo), inferiore di circa il 56% rispetto ai valori medi del recente quinquennio. Cresce invece il Velino, la cui portata è però ancora inferiore di circa il 40%, rispetto ai valori tipici del periodo. L’altezza idrica del lago di Albano registra oltre 60 centimetri in meno rispetto ad un anno e mezzo fa (fonte: Autorità di bacino distrettuale Appennino Centrale) mentre, nel vicino lago di Nemi, il gap con il 2024 è ora a 23 centimetri.

 

In Umbria crescono i livelli dei fiumi Paglia, Chiascio e Topino ed anche il lago Trasimeno guadagna 2 preziosissimi centimetri di altezza idrometrica. Nelle Marche, da inizio d’anno, gli invasi hanno registrato un incremento di circa 2 milioni e mezzo di metri cubi nei volumi invasati. Tra i fiumi, che registrano un innalzamento dei livelli idrometrici, figurano l’Esino, il Sentino e la Nera.

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La resilienza  delle città settentrionali (in Toscana, Liguria e Romagna) è stata nuovamente messa alla prova da violenti fenomeni pluviali, difficilmente gestibili (in provincia di Genova le cumulate di pioggia hanno superato i 200 millimetri in 24 ore sulle località di Bargagli e Cichero, così come su alcuni comuni toscani nel massese; mentre frane si sono registrate nello spezzino), facendo ingrossare i fiumi in maniera preoccupante come nei casi del Lamone (32,24 metri cubi al secondo) in Emilia Romagna, Vara ed Entella (cresciuto di oltre 4 metri in 14 ore) in Liguria, Sieve (portata salita da 9,69 metri cubi al secondo a 101,50 metri cubi al secondo) in Toscana. Qui l’Arno ha raggiunto il valore di 325,30 metri cubi al secondo (la scorsa settimana era 52,10 metri cubi al secondo) ed il Serchio è cresciuto in sette giorni da 56,10 metri cubi al secondo a 461,70 metri cubi al secondo.

 

Nord, Po sopra la media del periodo

Grazie alle recenti piogge abbondanti, anche la portata del fiume Po risulta superiore a quella media del periodo lungo tutta l’asta: a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, la portata registrata di circa 1.416 metri cubi al secondo supera del 13% il valore normale del mese di gennaio.

In Veneto i fiumi, che vedono aumentare i flussi in alveo, sono Livenza, Brenta, Piave e Bacchiglione; in calo è l’Adige.
In Lombardia, la neve presente in quota è meno della metà di quanta ve ne dovrebbe essere (parametro Swe – Snow Water Equivalent: -53%); in totale, il deficit di riserva idrica ha toccato il 32,6% sulla media storica. Crescono i livelli dei grandi laghi del Nord, tutti ampiamente sopra media, con il Garda pieno all’85%, il Maggiore al 73,5%, il lago di Como al 52,9% ed il lago d’Iseo al 70%.

 

In Piemonte è sulle zone al confine con la Liguria, dove si registrano le migliori condizioni dei fiumi: tra queste spicca il Tanaro con un aumento di oltre il 590% della propria portata in soli sette giorni. In Valle d’Aosta crescono le portate della Dora Baltea come del torrente Lys. In una settimana su alcune vette si è registrato un accrescimento del manto nevoso di oltre 30 centimetri, ma il quantitativo di neve in quota resta comunque inferiore allo scorso anno.

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“Il quadro che si va consolidando per i mesi a venire – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – è quello di una stagione idrica comunque complessa nelle regioni meridionali, cui si aggiungono le preoccupazioni per le sottodimensionate riserve di neve al Nord. È uno scenario che rende evidente l’esigenza di aumentare la resilienza dei territori attraverso la realizzazione di invasi multifunzionali che, producendo energia, ricaricando la falda, trattengano l’acqua e siano infrastrutture utili al contrasto dei picchi in eccesso o carenza idrica”.



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