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Dal momento in cui Natalie Nakase ha visto i Golden State Warriors vincere il loro primo anello NBA sotto la guida della nuova proprietà (2015), ha capito che voleva lavorare a San Francisco.
Quel giorno, la Nakase ha detto di essere stata colpita non solo dal fatto che gli Warriors avessero vinto, ma dalla felicità e dalla gioia che hanno mostrato durante tutta la stagione. Anche quando le cose si facevano dure.
Ironia della sorte, il suo sogno si è avverato nove anni dopo. In un certo senso, perlomeno.
Perché ieri, è stato annunciato che la Nakase sarà la prima allenatrice delle Golden State Valkyries, franchigia di espansione della WNBA, di proprietà degli Warriors.
Certo, è consapevole che il lavoro con le Valkyries comporta le stesse aspettative che Joe Lacob aveva per gli Warriors quando ha preso il comando della squadra: vincere un anello entro cinque anni.
“Capisco le aspettative che ci sono. È stato detto molto chiaramente” ha detto la Nakase durante la sua conferenza stampa di presentazione, ricordando una conversazione avuta con Lacob, in cui lui ha parlato proprio di questo piano quinquennale per le Valkyries. “Io ho subito pensato che avremmo vinto. E lo voglio davvero, proprio per la sua passione, la sua energia e la sua convinzione. Ho pensato subito che volevo lavorare per Joe. E non solo, voglio portare a casa un anello per lui”.
Mentre gli Warriors accumulavano anelli su anelli, la Nakase si chiedeva quale fosse l’ingrediente segreto del loro successo. Una volta lo ha chiesto a Willie Green, che è stato assistente allenatore per il team. E lui le ha dato una risposta semplice: “Joe assume solo gente in gamba”.
La Nakase arriva a Golden State con 16 anni di esperienza da allenatrice professionista, comprese le ultime tre stagioni come assistente allenatrice delle Las Vegas Aces, campionesse WNBA nel 2022 e 2023.
Si è distinta come migliore candidata per le Valkyries proprio per la sua natura estremamente curiosa, per la sua etica del lavoro e per il suo saper essere un collante. L’allenatrice, forte anche del consiglio di Green, ha detto che spera di costruire una squadra che abbia alla base la fame della vittoria e una forte etica del lavoro.
“Bisogna davvero lavorare duro, perché se si cerca di battere squadre affermate, bisogna poter arrivare a quel livello entro un paio di anni” ha detto.
Una scommessa dura da vincere. Ce la farà la nostra eroina?
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