Sulla transizione all’elettrico la Cina è dieci anni avanti all’Europa. E sulle rinnovabili l’Italia è fanalino di coda (Christian Meier)

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Nel 2025 la Cina stabilirà nuovamente il record per il numero di nuovi impianti eolici e solari installati. L’Europa è invece quattro volte più indietro rispetto alla Cina in termini di tasso di messa in servizio di nuova capacità di energia verde.
Nel 2024, la capacità di generazione solare ed eolica installata in Cina è cresciuta rispettivamente del 45,2% e del 18%, stabilendo un nuovo record, riporta Reuters, citando la National Energy Administration of China.
L’agenzia cita dati che mostrano come la capacità degli impianti solari è aumentata da 609,49 GW nel 2023 a 886,67 GW nel 2024, mentre quella degli impianti eolici è aumentata di 80 GW, arrivando a 520 GW.
Queste cifre, sia in termini di velocità che di potenza complessiva, rappresentano un record non solo per la Cina, ma per il mondo intero. Gli analisti di Greenpeace affermano che entro il 2025 le energie rinnovabili potrebbero soddisfare interamente la crescita della domanda di nuova elettricità della Cina.

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L’Europa al contrario arranca, e ignora la prospettiva, invece necessaria, anche per la grave crisi climatica che stiamo vivendo, dell’abbandono dell’energia a combustibili fossili. Secondo WindEurope, nel 2025 nei paesi dell’UE saranno avviate nuove centrali elettriche con una capacità di 15 GW e la capacità totale di generazione eolica ammonterà a 231 GW. Le cose sono andate meglio nel 2024 con gli impianti solari. Nel corso dell’anno la loro capacità è aumentata di 66 GW, arrivando a 338 GW.
Tuttavia, non si tratta soltanto di cifre inferiori a quelle cinesi, il risultato palese è che l’Unione Europea non starebbe realizzando i propri piani di transizione energetica.
Reuters sottolinea che la Cina avrà raggiunto il suo obiettivo per il 2030 già a luglio.

“Entro il 2030, la capacità di energia solare dovrebbe superare significativamente quella del carbone, che ancora domina il sistema energetico cinese, di 1.780-1.440 GW”, ha affermato la compagnia petrolifera statale China National Petroleum Company.

Intanto l’Europarlamento informa che “gli ambiziosi sforzi dell’Europa in materia di clima sono illustrati nel pacchetto sul clima Fit for 55. L’obiettivo dell’UE è ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Una delle leggi nel pacchetto è l’aggiornamento della direttiva ‘UE sulle energie rinnovabili, che mira ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico dell’UE. Nel settembre 2023, il Parlamento europeo ha sostenuto il nuovo obiettivo del 42,5% di energie rinnovabili entro il 2030, sebbene i paesi dell’UE siano invitati a puntare all’obiettivo del 45%.
Quest’obiettivo è supportato anche dalla Commissione europea che l’ha incluso nel piano REPowerEU presentato a maggio 2022. Il piano sottolinea la necessità di accelerare la transizione verso l’energia pulita e di eliminare gradualmente le importazioni di energia dalla Russia aumentando la quota di energie rinnovabili nella produzione di energia, nell’industria, negli edifici e nei trasporti fino al 45% entro il 2030.

La recente normativa, promuove l’accelerazione dei procedimenti di autorizzazione per gli impianti di energia rinnovabile, siano essi nuovi o rinnovati, includendo tra questi pannelli solari e turbine eoliche”.
“Inoltre sono stati aggiornati gli obiettivi nei seguenti settori: Edifici: il 49% delle energie rinnovabili utilizza entro il 2030.
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L’aggiornamento considera l’invito del Parlamento affinché gli Stati Membri stabiliscano un obiettivo indicativo per l’energia rinnovabile innovativa, pari almeno al 5% della nuova capacità installata entro il 2030, e a mettere in atto una cooperazione per progetti energetici oltre i confini nazionali.

L’accordo dà inoltre seguito alla richiesta del Parlamento per criteri più rigorosi sull’uso della biomassa, al fine di ridurre i rischi di finanziamento delle pratiche insostenibili e prevenire impatti negativi sulla qualità del suolo e sulla biodiversità. Come sta andando la transizione energetica nei paesi dell’Unione europea?
La quota di fonti rinnovabili nel consumo energetico dell’UE ha raggiunto il 23,0% nel 2022, rispetto al 21,8% nel 2021.
La Svezia è il paese dell’UE con la quota più elevata di utilizzo di energia rinnovabile: 66% nel 2022, proveniente principalmente da idroelettrico, eolico, biocarburanti solidi e liquidi, nonché pompe di calore. Seguono la Finlandia (47,9%, derivante dall’energia idroelettrica, eolica e dai biocarburanti solidi) e la Lettonia (43,3%, prevalentemente idroelettrica).
Le percentuali più basse di energie rinnovabili sono state registrate in Irlanda (13,1%), Malta (13,4%), Belgio (13,8%) e Lussemburgo (14,4%).

L’Italia è fra i paesi che hanno già raggiunto nel 2015 l’obiettivo fissato per il 2020, ma la quota di energia rinnovabile consumata (17,5%) è minore rispetto a quella di altri stati. Nella vicina Austria, ad esempio, la quota di energia rinnovabile è del 33,5%”, conclude una nota del Parlamento europeo.

Christian Meier

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