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Procede l’iter dell’atteso DL Ambiente. Il CdM ha approvato un testo composto tra tredici articoli, un lavoro decisamente ambizioso nella portata, che coinvolge i seguenti temi chiave:
- Procedimento per VIA e VAS
- Canoni per le concessioni
- Gas Release
- Limiti per estrazione gas
- Stoccaggi
- Commercio online
- Economia circolare
- Acque affinate
- Bonifiche
- Dissesto idrogeologico
Il testo procederà il proprio iter in Parlamento, dove non mancheranno le osservazioni. L’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore denuncia lacune a livello normativo. Secondo il presidente Fulvio Mamome Capria: “è impensabile che non ci si renda conto del potenziale delle rinnovabili dal mare“. Il tema dell’eolico offshore potrebbe dunque costituire un nodo su cui ci sarà da lavorare ancora parecchio nelle prossime settimane.
CORSIA VELOCE PER VIA E VAS
Il DL Ambiente ha recepito il fatto che vi sia un numero molto elevato di istanze di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale ed ha proposto l’opzione di una “corsia veloce” per le opere considerate “prioritarie”, senza tuttavia entrare ancora nel merito delle singole tipologie progettuali, che saranno oggetto di un successivo decreto da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in collaborazione con il Ministero della Cultura.
Secondo quanto anticipato, il DL Ambiente individua i criteri chiave per accelerare l’iter di VIA e VAS in “affidabilità e sostenibilità tecnica ed economica del progetto in rapporto alla sua realizzazione, contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Pniec, rilevanza ai fini dell’attuazione degli investimenti del Pnrr, valorizzazione di opere, impianti o infrastrutture esistenti”.
Tra gli interventi ritenuti prioritari ci sono i progetti per impianti di idrogeno verde e i connessi impianti da fonti rinnovabili, gli “interventi di modifica, anche sostanziale, per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti alimentati da fonti eoliche o solari”, i “progetti fotovoltaici on-shore e agrivoltaici on-shore di potenza nominale pari almeno a 50 MW e i progetti eolici on-shore di potenza nominale pari almeno a 70 MW”.
Qualora tali indicazioni venissero confermate, i grandi esclusi del provvedimento sarebbero gli impianti off-shore, costretti a seguire l’intero iter valutativo.
MAMONE CAPRIA: FAREMO VALERE LE NOSTRE RAGIONI
Secondo quanto riportato da Rinnovabili.it, il presidente dell’Associazione delle Energie Rinnovabili OffShore, Fulvio Mamone Capria, ha reagito in maniera molto decisa al testo del DL Ambiente come approvato dal Consiglio dei Ministri:
Con l’approvazione oggi in CdM del decreto legge contenente anche le tanto attese norme per la razionalizzazione e semplificazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale per gli impianti FER, ci saremmo aspettati che dal Mase arrivasse la conferma dell’importanza dei progetti eolici offshore nell’ambito della complessa attività della Valutazione di Impatto Ambientale. Al contrario, dal testo approvato sembrerebbe che, nonostante avessimo per tempo segnalato la criticità, i progetti eolici offshore anche se con taglia superiore ai 250MW e quelli fotovoltaici galleggianti oltre i 50MW, non rientrerebbero tra quelli che beneficerebbero di un criterio di priorità nella valutazione della Commissione ministeriale VIA PNRR-PNIEC.
Lo stesso Mamone Capria, ritiene che si tratti con ogni probabilità di una svista dovuta alla prima versione del decreto, in quanto il MASE in passato avrebbe più volte ribadito il ruolo cruciale dell’off-shore:
Secondo noi è sicuramente una svista, ben sapendo quanto il Mase è impegnato positivamente nel nostro settore, contrasta con il prossimo decreto fortemente voluto dal MASE per la definizione dei porti da dedicare agli hub infrastrutturali per l’eolico offshore, nonché con il regolamento delle aste dedicate del Fer2 che hanno previsto di destinare oltre 3,8 GW a questo settore da assegnare entro il 2028.
Secondo il presidente Mamone Capria, l’Associazione farà valere i propri diritti in parlamento anche per informare tutte le parti politiche circa il ruolo che l’off-shore riveste anche in virtù del raggiungimento degli obiettivi europei:
Con richieste di connessione a Terna di oltre 80 GW, VIA rilasciate per oltre 1 GW e procedimenti in corso per oltre 14 GW è impensabile che non ci si renda conto del potenziale delle rinnovabili dal mare. La sola realizzazione del 10% nei prossimi anni delle attuali richieste di connessione, consentirebbe all’Italia produrre energia pulita pari a quasi il 7% del fabbisogno nazionale, con una riduzione di emissioni di CO2 senza precedenti. Questo processo ci consentirà di non tardare nel raggiungimento degli obiettivi europei, già minacciati dal malgoverno di alcuni territori, dalle fake news che minacciano la crescita delle rinnovabili, da un aumento dei consumi energetici futuri vertiginoso
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