Vino, Italian Wine Brands compie 10 anni in Borsa: «Dalla nascita il titolo è cresciuto di oltre il 130 per cento»

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di
Francesca Negri

La prima società del mondo del vino italiano ad essere quotata. L’ad Mutinelli: «Da 10 a 22 euro per azione. Ancora molte strade da esplorare»

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Trento Compie dieci anni la quotazione in Borsa di Italian Wine Brands (IWB), tra i primissimi gruppi privati nazionali del vino per fatturato — passato da circa 140 milioni di euro nel 2015 a circa 430 milioni attuali, con oltre l’80% delle vendite realizzate sui mercati internazionali —, un leader di settore e la prima società del mondo del vino italiano ad essere quotata.
La fondazione del Gruppo IWB di fatto avviene nel 2015, contestualmente alla quotazione sull’allora mercato AIM (oggi EGM), attraverso una evoluzione del modello Spac, la pre-booking IPO Challenger promossa da Electa Ventures di Simone Strocchi, consolidando al suo avvio due realtà come la trentina Provinco Italia di Rovereto e la piemontese Giordano Vini.

«Manteniamo sempre una sede a Rovereto»

«Quest’”avventura” è iniziata in Trentino, dove manteniamo sempre una sede, a Rovereto, peraltro in crescita anche negli ultimi anni e non abbiamo intenzione di spostarla. In questi 10 anni dalla quotazione — fa sapere Alessandro Mutinelli, trentino, presidente e amministratore delegato di IWB oltre che proprietario di Provinco Italia — abbiamo sempre guardato avanti, al domani, al nuovo da sviluppare, a come si poteva crescere e rendere IWB sempre più forte sul mercato. Grazie alla nostra squadra, oggi Italian Wine Brands è una realtà riconosciuta, rispettata e apprezzata in tutto il mondo, per le dimensioni, la qualità dei prodotti, l’ampiezza di gamma, la distribuzione e per il fatto di essere l’unica vera public company italiana del vino. Abbiamo mantenuto la promessa fatta al momento della quotazione: quella di diventare un soggetto aggregatore nel frazionato mondo del vino italiano, per competere ad armi pari con i principali competitor mondiali. E abbiamo mantenuto anche la promessa con i nostri azionisti, moltiplicando la capitalizzazione di Borsa. Il nostro viaggio, però, non è finito, ci aspettano ancora tante strade da esplorare».




















































Le acquisizioni

Con 160 milioni di bottiglie prodotte e vendute IWB è tra i primi tre operatori italiani del settore, con forte vocazione all’export (80 % del fatturato): sotto la guida di Mutinelli, Italian Wine Brands è cresciuta organicamente e, attraverso cinque acquisizioni (Svinando nel 2018, Raphael Dal Bo nel 2020, Enoitalia nel 2021, Enovation Brands e Barbanera nel 2022), rappresenta un esempio di come la finanza, abbinata a capacità e visione imprenditoriali, consenta di accelerare la crescita.

Da 10 a 22 euro per azione

Oggi IWB è una vera public company, con migliaia di azionisti, tra cui istituzionali italiani ed esteri e privati cittadini. «Dal debutto sul mercato nel 2015, il titolo di Italian Wine Brands in Borsa — fa sapere Mutinelli — ha registrato una crescita di valore pari a oltre il 130%, passando dai 10 euro per azione al momento della quotazione a oltre 22 euro odierni. Parallelamente, la capitalizzazione di mercato è cresciuta da circa 60 milioni di euro del giorno dell’IPO, a oltre 210 milioni attuali, confermando la solidità del gruppo e l’apprezzamento degli investitori. Oggi, con oltre il 70% di flottante, IWB rappresenta una vera e propria public company, con migliaia di azionisti, tra cui investitori istituzionali italiani ed esteri e privati cittadini». Il gruppo comprende nel suo portafoglio oltre settanta brand proprietari e private label divisi per fasce di prodotto. Tra i progetti, IWB sta lanciando sui mercati del centro-nord Europa tre tipologie a zero alcol, «nicchia di mercato in crescita», con il marchio Grande Alberone: il primo sarà uno sparkling, a cui seguiranno anche un bianco e un rosso fermi. In Italia la distribuzione sarà affidata inizialmente al negozio on-line Svinando.

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