Inizia il Giubileo ma del nuovo Porto Crocieristico di Fiumicino non c’è neanche l’ombra

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Siamo tornati a Fiumicino, dove dovrebbe sorgere un’opera definita “essenziale” per il Giubileo: il nuovo porto crocieristico privato. Un’opera molto contestata dal territorio e dagli ambientalisti, il cui iter è stato accelerato grazie al suo inserimento nelle opere per l’Anno Santo. Ma alla vigilia dell’inizio del Giubileo, non è stata posata neanche la prima pietra.

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Siamo tornati a Fiumicino per parlare del maxi porto crocieristico. Domani apre la Porta Santa e inizierà ufficialmente il Giubileo. Eppure, dell’enorme opera, non è stata posata neanche la prima pietra. Secondo il DPCM Giubileo, le opere essenziali sarebbero dovuto essere fruibili per intero, o almeno avrebbero dovuto presentare “stralci funzionali”, entro l’anno giubilare. Se già appariva una forzatura inserire l’opera presentata dalla Fiumicino Waterfront sotto le opere legate al Giubileo, così da poter accelerare le procedure grazie ai poteri commissariali scavalcando il normale iter.

L’opera, come abbiamo raccontato in questi mesi, presenta numerose criticità. Prima di tutto di natura ambientale: sarà destinato a ospitare le più grandi navi da crociere al mondo, quella della Royal Caribbean, per molti simbolo di un modello di turismo insostenibile; i lavori poi rischiano, a cominciare dai dragaggi e dal ripascimento, di sconvolgere l’equilibro ecologico dell’area della foce del Tevere. Rimangono poi i dubbi sulle opere di viabilità, con le infrastrutture viarie già trafficate che dovrebbero sostenere anche il traffico dei turisti pronti a sbarcare per una gita a Roma. Infine tanti, tantissimi i dubbi, sul reale impatto positivo dell’opera sull’economia locale e della Capitale, con un turismo mordi e fuggi incentrato su una breve gita in città.

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Ad oggi sembrano aver ragione i comitati, organizzatisi nel Coordinamento I Tavoli del Porto, che non hanno mai smesso di battersi contro l’opera, sostenendo che l’idea di legare il nuovo porto al Giubileo era una forzatura, tanto che non è stata posata nemmeno la prima pietra. Eppure solo qualche mese fa la società sosteneva che le banchine sarebbero state pronte, se non per l’approdo dei grattacieli galleggianti della Royal Caribbean, per trasportare i pellegrini a terra a bordo di lance motorizzate, attraccando le navi a largo (!).

Nonostante le commissioni, i pareri, le conferenze nel tratto di costa interessata ancora non si è mosso nulla. Lo scorso 2 ottobre si sono accesi i riflettori sui Bilancioni di Fiumicino, le vecchie case dei pescatori considerate un pezzo storico della città. Le ruspe si sono presentate ai piedi del Faro di Isola Sacra, pronte ad abbattere uno dei bilancioni, ma dopo le proteste di alcuni cittadini accorsi per difendere uno dei simboli della costa, hanno fatto marcia indietro. Subito, dal Comitato Tavoli del Porto, è scattata una verifica su chi avesse mandato le ruspe. Ma dal Comune di Fiumicino, a cui sono state chieste spiegazioni sull’intervento, non vi è stata alcuna risposta. Per il resto, nulla si è mosso.

Nel primo cronoprogramma, presentato nel 2019, i tempi di esecuzione erano stati stimati in 4 anni per la sola esecuzione delle opere, ma senza tener conto di tutte le necessarie autorizzazioni (VIA, Conferenza di Servizi, Convenzione urbanistica ecc.). Quindi, secondo i calcoli della Fiumicino Waterfront per la costruzione del Porto, l’ultimazione del lotto Giubileo era stata prevista per il 31.12.24, cioè in tempo per avere l’opera per tutto l’anno giubilare 2025.

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Solo nell’ottobre del 2023 è stato presentato progetto per la VIA al Ministero dell’Ambiente, smentendo ogni precedente previsione. Nel nuovo cronoprogramma si parla dell’ultimazione del Lotto Giubileo (tra l’altro fortemente ridimensionato) per la fine di ottobre 2025, praticamente ad Anno Santo finito.

Ad oggi quindi rimane una domanda, come è possibile che a pochi giorni dall’inizio del Giubileo, ci siano ancora tutti questi dubbi e soprattutto, come può far parte delle opere essenziali per l’Anno Santo un porto che non vede ancora la luce? È ora di ripensare l’intera opera e le modalità con cui vuole essere realizzata.





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