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Dopo la vicenda del presunto inchino mafioso che vede sotto accusa il sindaco di Scanzano Jonico Cariello, il coordinatore regionale della Lega Basilicata, Pepe, prende le distanze
«IL sindaco Pasquale Cariello, contrariamente a quanto scritto, non è stato eletto con il sostegno della Lega. Ma di un altro partito del centrodestra, poiché da tempo non è più iscritto alla Lega. Cogliamo l’occasione per ringraziare il grande lavoro delle forze di polizia e giudiziarie per fare luce sulla vicenda».
LA PRESA DI DISTANZA DI PEPE
E’ una netta presa di distanza quella pronunciata, ieri, dal coordinatore della Lega Basilicata, nonché vicepresidente della giunta regionale, Pasquale Pepe.
In una nota diffusa alla stampa, Pepe ha voluto precisare il contenuto di alcune notizie relative all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza sulla «confederazione mafiosa» tra lo storico clan Scarcia di Policoro e i cugini tarantini della famiglia Scarci, impiantatisi da anni a Scanzano Jonico. Vale a dire nel comune dove a giugno è stato rieletto primo cittadino l’ex consigliere regionale della Lega Cariello. Ormai da mesi nell’orbita di Fratelli d’Italia (sua sorella si è anche candidata alle scorse elezioni regionali proprio nella lista dei meloniani, ndr).
LE ACCUSE NEI CONFRONTI DI CARIELLO
Il sindaco di Scanzano Jonico, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2019, è accusato di turbativa di funzioni religiose aggravate dall’agevolazione mafiosa. Per un presunto «inchino» durante la processione della Madonna del Mare dello scorso ferragosto nel tratto di mare davanti alla spiaggia dove sorgeva il lido gestito dalla famiglia Scarci. Sequestrato dall’Antimafia anni addietro.
A far scattare l’esigenza di una precisazione da parte della Lega sarebbe stata, in particolare, la reazione del sindaco di Scanzano alle rivelazioni del Quotidiano del Sud sulle testimonianze che hanno permesso agli investigatori dell’Antimafia di Potenza di ricostruire l’accaduto partendo dal presunto inchino.
Oltre a respingere con forza gli addebiti, infatti, Cariello aveva puntato il dito contro due di quei testimoni: il parroco della chiesa Maria Santissima Annunziata di Scanzano Jonico, don Francesco Lauciello, e il luogotenente dei carabinieri che ha redatto la prima informativa sull’episodio. Il primo tacciato di scarso coraggio e il secondo di contiguità ai suoi avversari politici.
LA VICENDA RIPRESA DA IL FATTO QUOTIDIANO
Ieri (11 ottobre 2024) la vicenda dell’«inchino» e gli attacchi di Cariello sono stati ripresi in un articolo del Fatto Quotidiano.
La testata diretta da Marco Travaglio ha citato anche un altro caso agli atti dell’inchiesta sulla «confederazione» Scarcia-Scarci che il Quotidiano del Sud aveva portato alla luce nei giorni scorsi. Vale a dire la friggitoria realizzata dagli Scarci, a Scanzano, «in totale assenza di titolo abitativo», e «in area sottoposta a vincoli paesaggistici». Un immobile abusivo, insomma, su cui l’amministrazione comunale guidata da Cariello dovrebbe intervenire per ripristinare la legalità .
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