Giubileo 2025: il francobollo celebrativo arriva da Giotto

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C’è un acquerello – ed è conservato nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana che lo espone in “Giubileo 2025 – XVII Centenario del Concilio di Nicea”  aperta fino al 17 giugno – che mostra come Giotto avrebbe affrescato in San Giovanni in Laterano l’indizione, da parte di papa Bonifacio VIII, del Giubileo del 1300, il primo di una lunga sequenza.

Nella mostra, l’opera di Giacomo Grimaldi (1568-1623), autore dell’acquerello realizzato intorno al 1590, occupa la posizione d’onore: le vetrinetta numero uno ed è così descritto nella scheda di presentazione: “ricostruisce l’affresco di Giotto, purtroppo andato perduto, che ritrae papa Bonifacio VIII che dalla loggia di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, benedice la folla e indice il primo Anno Santo. Il papa è ritratto al centro, rivestito di un manto purpureo e con in capo la tiara, nell’atto di benedire con la destra”.

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Bonifacio VIII indice il primo Anno Santo nel 1300 – 
Giacomo Grimaldi (© Veneranda Biblioteca Ambrosiana)

Secondo alcune fonti sarebbe assistito dal cardinale Matteo Rosso Orsini (o il Cardinale nipote Francesco Caetani) e un chierico che sorregge un cartiglio, verosimilmente la bolla di indizione dell’Anno Santo.

400.000 multipli

Sulla parte alta del loggiato, a destra e a sinistra, numerosi vescovi con in capo la mitra e sullo sfondo altri ecclesiastici sono assiepati dietro le balaustre; al di sotto si affolla il popolo di pellegrini accorsi a piedi o a cavallo per il Giubileo, in una vivace e animata rappresentazione, fra cui comparirebbe anche Carlo d’Angiò. Nella parte inferiore tre senatori a cavallo. Sul frontone, a glorificazione della nobile famiglia a cui apparteneva il papa, spiccano numerosi stemmi dei Caietani.

 

© Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Da qualche settimana poco più di 400.000 multipli (esattamente 400.008) in formato francobollo dell’acquerello di Giacomo Grimaldi affrancano le lettere e le cartoline a destinazione Europa e bacino del Mediterraneo (B zona 1, pari a € 1,30). La carta valore postale celebra l’Anno Santo della speranza, avviato il 24 dicembre 2024 da papa Francesco, con l’apertura della Porta Santa. L’emissione, dalla felice e indovinata illustrazione, è stata così commentata dalla poco conosciuta Comunità pastorale del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ispira all’Opus Dei: “Ogni Giubileo, ricordando la centralità della venuta di Cristo nella storia dell’umanità, ci interroga sul senso del trascorrere del tempo e del nostro impegno quotidiano nella famiglia, nel lavoro e nella società.

Prosa quotidiana

Apre un orizzonte di speranza che non delude, perché fondata sulla certezza che – come dice Paolo ai Romani – niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio. Il narcisismo contemporaneo (sintesi di narcisismo e cinismo), tipico di una prospettiva individualista in cui ognuno vive in funzione di se stesso, sfocia tante volte nella fragilità, nell’incertezza, nello sconforto, nella paura. La Rivelazione cristiana, con la scoperta di essere figli amati di Dio, riempie invece di senso tutto il panorama dell’attività umana orientata alla costruzione della civiltà dell’amore. Il dialogo tra le generazioni e tra le diverse culture, l’impegno per uno sviluppo economico sostenibile, il rispetto per l’ambiente, la fraternità universale sono illuminati dalla Luce che è Cristo Risorto e acquistano un senso di eternità.

Trascendenza di Dio

Ogni giorno, con le sue attività ordinarie, compiute con e per amore, trabocca così di tutta la trascendenza di Dio. La speranza cristiana ci insegna che, come ricorda san Josemaría, è possibile trasformare in endecasillabi la prosa quotidiana, scoprendo che il cielo e la terra si fondono nei nostri cuori quando viviamo la nostra vocazione all’amore vero e puro”.

 

Il particolare dell’affresco di Giotto che si trova in San Giovanni in Laterano riprodotto su un francobollo vaticano uscito, assieme ad altri, in occasione dell’Anno Santo 1950.

In occasione di un altro Anno Santo, quello del 1950, attraverso una rivisitazione di Corrado Mezzana, il Vaticano illustrò due francobolli, rispettivamente da L. 8 e 30, con il frammento staccato da un affresco, attribuito a Giotto di Bondone, che si può ammirare nel primo pilastro della navata destra della Basilica di san Giovanni in Laterano. In origine nella loggia delle benedizioni della stessa Basilica il dipinto probabilmente eseguito nel 1300 e trasferito all’interno della basilica dopo che la loggia fu demolita, è tradizionalmente noto come: “Papa Bonifacio VIII indice il giubileo del 1300” e raffigura il Papa, con sul capo la tiara, che si affaccia alla loggia alzando la mano destra nell’atto di benedire la folla. A sinistra vediamo un cardinale, vestito di bianco, e a destra un giovane chierico, vestito di bianco, che tiene in mano un lungo cartiglio.

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