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Villafranca
Il cimelio tuttora in via Messedaglia, a Villafranca, dopo 50 anni di inutilizzo abbellirà il locale a Verona del nipote ristoratore Nicola Scappini
A sinistra, Marcello Bresaola «El pistor de contrà Mantoana» davanti al forno negli anni ’50. A destra Nicola Scappini con la madre Gioconda Bresaola davanti al forno
A sinistra, Marcello Bresaola «El pistor de contrà Mantoana» davanti al forno negli anni ’50. A destra Nicola Scappini con la madre Gioconda Bresaola davanti al forno
Non cuoce più pane da mezzo secolo. Tuttavia il forno del «pistor de Contrà Mantoana» Marcello Bresaola è ancora al suo posto, e sarà recuperato da uno dei nipoti che lo metterà in bella mostra in uno dei suoi ristoranti.
È una storia di tradizione familiare quella che lega i fratelli Antonietta, Fulvio, Gioconda, Luciano e Giulia Bresaola all’ex bottega dove il papà Marcello (1911-1971), villafranchese de soca, nell’attuale via Messedaglia, già Contrà Mantoana, a Villafranca, produceva il pane che quotidianamente, finiva sulle tavole di decine di famiglie ma anche nei negozi di alimentari della stessa strada e della parallela via Bixio, un tempo nota come Contrà de sora.
I fratelli Bresaola, assieme a Nicola Scappini, villafranchese figlio di Gioconda, e all’assessore al Commercio Arianna Residori – quest’ultima assieme alla madre Antonietta, una dei fratelli Bresaola, ha gestito fino al 2015 la bottega di alimentari annessa all’ex panificio – hanno ottenuto il permesso dall’attuale proprietario dello stabile, Giorgio Scarsi, non solo di visitare l’ex forno usato fino agli anni Settanta da Marcello e dalla moglie Natalia Bellesini, ma anche di poterlo rimuovere e di collocarlo in uno dei ristoranti della famiglia Scappini.
Il forno e il frontale
Nicola Scappini, amministratore unico della Scapin srl di Santa Maria di Zevio, cui fanno capo il ristorante zeviano Ca’ Scapin e altri locali, spiega: «Mio nonno Marcello aprì il panificio nel 1950, proveniente da Rosegaferro. Questo forno funzionò fino al 1973, un anno dopo la morte del nonno, quando il figlio Fulvio fece confluire l’attività di famiglia nella cooperativa Arte Bianca, con un’unica sede produttiva per tutti i panificatori aderenti in zona industriale. Ci fa piacere», sottolinea Scappini, «che il proprietario dello stabile lo abbia lasciato intatto per oltre 50 anni. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto dal signor Scarsi di togliere il frontale, che abbellirà gli spazi che ci sono stati concessi in Fiera a Verona, dove gestiamo un ristorante, dell’Antica Focacceria Scapin, aperta in occasione di Motor Bike Expo».
Il recupero del frontale del forno, con la targa originale della «Ing. Polin e C. forni brevettati» di Verona, avverrà nelle prossime settimane. «Prima di installarlo restaureremo quello che per noi è un prezioso cimelio della storia della nostra famiglia», annota il ristoratore affiancato dalla mamma Gioconda.
I ricordi
Di ricordi, attorno a quel vecchio forno, sia i figli del «pistor» sia i nipoti Nicola e Arianna ne hanno a bizzeffe. «Le sorelle di mia nonna Natalia, scomparsa nel 2004», ricorda Scappini, «erano note in città come le Bellesine: facevano i tortellini al venerdì, nel retrobottega, dicendo il rosario. Per questo li dicevano “tortellini benedetti”».
Fulvio, l’ultimo che ha usato il forno, e Luciano detto «Rico», «storico» di famiglia, rievocano l’attività dei genitori: «Qui si producevano tre quintali di pane al giorno, quando in città si contavano otto forni». Luciano annota: «Il pane si consegnava in bicicletta. Papà Marcello, prima di trasferirsi in via Messedaglia, aveva fatto il fornaio a Rosegaferro, apprendendo il mestiere in quello che era noto come il forno dei Cordioli detti “Grillo”. Nel 1964», riferisce lo storico, «papà vicino al forno aprì il negozio di generi alimentari, dove lavoravano la moglie e le figlie. Nel laboratorio artigianale il lavoro cominciava a fare il pane tutte le mattine alle tre e finiva alle 10. Il sabato si lavorava il doppio, da mezzanotte a mezzogiorno. Si sfornavano mantovane, rosette, filoni, cornetti, ma anche dolci come il classico Nadalin del periodo natalizio».
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