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Giovani, sanità e bambini: i candidati alla presidenza della Liguria parlano di famiglia al confronto organizzato dalla Curia #finsubito prestito immediato

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Genova – I giovani. La sanità. Le nascite. Tre domande per tutti e un minuto per lanciare il proprio appello al voto: alla Sala Quadrivium a Genova va in scena il secondo confronto tra i candidati presidente, organizzato questa volta dalla Curia genovese. Monsignor Massimiliano Moretti introduce i temi: “Il lavoro povero, dalla Caritas diocesana sappiamo che una persona seguita su 4 ha un lavoro anche a tempo indeterminato. La piaga dell’inverno demografico. L’emergenza abitativa con un numero di sfratti sproporzionato in una città con 30mila case sfitte. Il diritto alla salute di cui ci sentivamo sicuri e ora ci preoccupa. Il tema dei giovani che lasciano la nostra terra”.

“Andare a votare è un dovere da rispettare per i nostri ragazzi, diamo valore alle assemblee elette, non sono un ostacolo all’efficienza”.

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Da sinistra a destra rispondono Marco Bucci, Maria Antonietta Cella, Davide Felice, Nicola Morra, Andrea Orlando, Nicola Rollando, Alessandro Rosson e Francesco Toscano. Assente il solo Marco Ferrando del Pcl.

La prima domanda è sui giovani, che siano liguri o “foresti”: come sostenerli e aiutarli?
Parte Bucci “I giovani cuore pulsante e futuro. Prima di tutto bisogna ascoltare i giovani, aiutare chi affronta una crisi. Impegno sull’educazione, la formazione professionale, l’università. Investiamo sull’housing e lavoriamo sugli incubatori di start up e idee innovative, daremo a tutti l’opportunità di trovare lavoro”. Maria Antonietta Cella parla di integrazione, “ma senza perdere le radici” e della necessità di aiutare gli Its su artigianato e micro industria.
“Da foresto dico che la Liguria è accogliente, sfatiamo questo mito”, dice invece Davide Felice. “Raccontiamo ai giovani la storia e le tradizioni”.
Morra se la prende con la società nichilista “che produce ultimi e marginali: giusto investire in formazione. Ora questa città è piena di immigrati, diamo più residenze a basso costo”.

Orlando cita Giorgio La Pira: “Dobbiamo dire con chiarezza che in Liguria i salari sono più bassi che nel resto del nord. Serve il salario minimo e serve lavoro di qualità con la reindustrializzazione sostenibile. Dobbiamo aumentare le quote per il diritto allo studio e affrontare il tema dell’abitare, trasformando Arte in un’agenzia dell’abitare. E affrontare il tema della salute mentale dopo le ferite del Covid”. Rollando va decisamente fuori tema parlando di guerra ma poi attacca Orlando: “Eri ministro del lavoro, cosa hai fatto per i giovani?”. Rosson invece definisce i giovani “Una minoranza demografica e sociale. I giovani emigrano, il sindaco Bucci parla di ascolto poi dopo la campagna elettorale se li dimentica: la Regione non ha fatto nulla in questi anni”. Chiude il giro Toscano di Democrazia sovrana e popolare: “Questo Paese è nemico dei giovani, non esiste ascensore sociale. È una foresta pietrificata dopo 30 anni di liberismo spinto”.

La seconda parte è sulla sanità, in particolare sull’accesso alle cure e l’assistenza domiciliare. Qui Rosson cita “Il buco che ci ha lasciato l’ex presidente da 232 milioni” e propone di “uscire dal Patto di stabilità firmato da Giorgia Meloni” e “chiudere Alisa che costa e non produce”. Orlando cita la riforma della Non autosufficienza e i vari problemi della sanità ligure: “5 mesi per una colonscopia urgente, 90 milioni di fughe, come si fa a rivendicare continuità? I dati Gimbe ci dicono che su 32 case di comunità se n’è attivata una. In una regione di anziani soli davanti alla malattia dobbiamo costruire un sistema che non li abbandoni”.

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Morra se la prende con la definizione di Azienda sanitaria: “I partiti sono entrati nella gestione della sanità e poi è esploso il problema. In ospedale ci si deve andare come extrema ratio, noi liguri abbiamo bonifiche che non sono mai stati fatti e abbiamo un decreto che permette di infilare fanghi tossici nella Diga”. Bucci Non ci sta e lo interrompe: “Questo non lo puoi dire, è falso”. Cella ricorda “le autostrade che abbiamo” e “il ruolo del medico di famiglia che non conosce più le persone e ti manda al pronto soccorso” proponendo l’istituzione di “Centri operativi territoriali con gli infermieri di comunità”.

Chiude il giro il sindaco di Genova: “L’accesso alla sanità dee essere pubblico e disponibile a tutti, ma è necessario investire sulle infrastrutture: bisogna fare il Galliera, il Gaslini è gli Erzelli, è inaccettabile bloccare il Galliera. Le macchine per le risonanze e le Tac devono essere fatte per 20 ore al giorno: meglio fare una risonanza alle 3 di mattina che aspettare un anno”.

Ultimo quesito è sulla natalità e il rapporto casa-lavoro. “Abbiamo un problema sociale grosso: abbiamo previsto i bonus nido e baby sitter, ma dobbiamo cambiare l’approccio: non è sempre un problema economico, bisogna fare capire che chi fa un figlio fa del bene alla società. Io vorrei che un figlio lo facessero tutti”, dice il sindaco. Cella insiste sui servizi per la famiglia e sulla necessità di rendere la regione più attrattiva per il lavoro: “Dobbiamo creare opportunità con la formazione e i servizi alla famiglia: lavoriamo in Liguria le materie prime sbarcate in porto”. Per Felice “Il problema è la sfiducia nel futuro: è chiaro che se passiamo di emergenza in emergenza non avremo futuro: diamo spazio agli esempi positivi”. Morra cita il costo dell’energia alto “perché non abbiamo investito nelle rinnovabili” e “la banda larga mai arrivata nelle aree interne”.

Tocca a Orlando, “Non ho ricette certe, ma non si criminalizza chi non ha potuto avere figli. Oggi fare un figlio costa, il 50% delle famiglie monoreddito è sotto la soglia di povertà. Serve Welfare per non costringere le donne a restare a casa. Dal 2015 le nascite si sono dimezzate, dobbiamo lavorare per lavoro di qualità, perché la sanità sia un servizio universale, per affrontare il carovita”. Rollando cita sua figlia “Che lavora come psicologa nei campi per i rifugiati. Serve il congedo parentale paritario, asili nido e consultori che siano un sostegno reale. E con un sostegno vero ai migranti crescerebbe anche la natalità”. Rosson parla di “Glaciazione demografica. Restare a casa costa alle famiglie, come si aiuta chi vorrebbe fare un figlio? La regione deve sostenere e integrare il consiglio parentale, fare davvero gli asili nido e incentivare con un assegno mensile”. Ultimo intervento di Toscano: “Non si investe questo trend con una cultura della morte che ha preso piede. Ci sono continenti molto più poveri che credono nella vita: il trend si investe prima a livello filosofico e concettuale”.

Ultimo giro dedicato all’appello al voto: Rosson ancora una volta attacca Bucci “e le sue promesse a tutto spiano”. Rollando invece dice “Se sfruttate la gente o affittate a prezzi allucinanti non votate per noi”. Orlando definisce le elezioni “Un referendum tra una Liguria per pochi privilegiati e una Liguria per tutti. Non c’è democrazia senza partecipazione e non c.’è democrazia con mafia e corruzione. Non prometto che azzererò le liste d’attesa ma che vi destinerò le risorse oggi destinate ai privati, la povertà non è una colpa”. Chiude Bucci: “Io amo la Liguria come Genova. I nostri capi sono i cittadini, non i partiti politici che governano a Roma e litigano. La Liguria ha bisogno di infrastrutture: non ci si può proporre senza sapere se le si vuol fare o no. Noi vogliamo una regione vincente con alta qualità di vita”.



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