Crisi ArcelorMittal: Colleghi disperati


Non si placa la protesta dei lavoratori dello stabilimento ArcelorMittal di Luogosano, giunti ormai alla seconda settimana di mobilitazione. Il dramma si è consumato giovedì scorso, quando l’azienda ha annunciato il licenziamento di 71 operai, lasciando intere famiglie senza prospettive.

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Il presidio ai cancelli è il simbolo di una disperazione che cresce di giorno in giorno, tra rabbia, paura e l’incertezza per il futuro. “Siamo distrutti” – ha dichiarato Michele Rizzo, rappresentante della Fiom Cgil – “chiediamo alla politica di fare la sua parte, di non giocare sulla nostra pelle. È il momento della responsabilità”.

Un territorio già fragile: il rischio di un colpo irreparabile

Il licenziamento dei 71 lavoratori non è solo una tragedia individuale, ma una ferita per un’intera comunità. Il territorio di Avellino è da tempo segnato da crisi industriali e carenza di investimenti. La chiusura di questo stabilimento significherebbe, per molti, la fine di ogni possibilità di sostentamento.

“Il nostro è un territorio povero” – continua Rizzo – “e perdere 70 posti di lavoro qui equivale a togliere la vita a 70 padri di famiglia, ai loro figli, ai nipoti, a chiunque dipenda da loro”. Un grido d’aiuto che non può essere ignorato.

Dramma umano: operai disperati, fermati in extremis prima del suicidio

L’aspetto più tragico di questa vicenda non si limita all’aspetto economico. Tra gli operai, la tensione è alle stelle e la disperazione ha già sfiorato il punto di non ritorno. “C’è stato qualche collega che voleva farla finita, lo abbiamo fermato” – racconta ancora Rizzo. Parole che trasmettono tutta l’angoscia di chi si trova senza via d’uscita.

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Molti lavoratori hanno superato i 50 anni e vantano oltre tre decenni di contributi versati. “Dove dovremmo andare ora? A rubare?” – si chiede un operaio. Per chi si avvicina alla pensione, il licenziamento rappresenta un punto di non ritorno: trovare un nuovo impiego, in un mercato già precario, è un’impresa quasi impossibile.

Gli appuntamenti istituzionali: il momento delle risposte

Di fronte a questa emergenza, la mobilitazione continua con appuntamenti cruciali. Domani è previsto un incontro in Prefettura tra sindacati, sindaci e il prefetto, mentre mercoledì si terrà un consiglio provinciale straordinario proprio davanti allo stabilimento.

I lavoratori chiedono azioni concrete, non solo parole di circostanza. “Non scherzate su questa vicenda” – è l’appello finale rivolto alle istituzioni – “dimostrate che avete a cuore questo territorio e le 70 famiglie che lo abitano”.

Le prossime ore saranno decisive: il futuro di questi operai e delle loro famiglie dipende dalle scelte che verranno fatte.



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