Le conseguenze sugli enti locali dei tagli a livello statale e la preoccupazione degli amministratori
Quanto la legge di bilancio inciderà sui conti del Comune di Bergamo ancora non si sa. «È presto per dirlo con precisione», spiega il senatore del Pd, Antonio Misiani. Qualche mese fa, con la bozza della finanziaria, si ipotizzava un taglio di 3 milioni dal 2024 al 29. «Una cifra — spiega Francesca Riccardi, capogruppo del Pd a Palazzo Frizzoni — poi rimodulata. Ma nel frattempo si è sommato il blocco del turn over che, per i Comuni, si traduce in un taglio dei servizi». Il Pd cittadino e il gruppo consiliare dei dem convocano una conferenza stampa per dire che «la manovra di bilancio del governo Meloni è debole e insufficiente». Così, secondo Misiani, «quest’anno sarà problematico per i Comuni come Bergamo chiudere il bilancio».
Il Pd, per commentare la manovra, parte dai numeri: 430 milioni di tagli previsti nel 2025, 460 milioni l’anno successivo e altrettanti nel 2027. In totale un miliardo e 350 milioni di tagli nei prossimi anni. «È una legge di bilancio recessiva — dice Alessandro De Bernardis, segretario cittadino del Pd e consigliere comunale —. Per pagare diversi spot del governo, si va a tagliare dove ci sarebbe bisogno di fondi». Misiani si sofferma su tre aspetti. Il primo: «Non c’è una strategia di crescita e le politiche industriali sono indebolite da questa legge. Subirà tagli anche l’industria automobilistica». Il senatore aggiunge che ci sarà un drastico ridimensionamento anche degli incentivi per l’edilizia. Secondo: «La riduzione del Fondo sanitario nazionale raggiungerà, in rapporto al Pil, il minimo storico». E terzo: «Tornano i tagli per gli enti locali sia sulla parte corrente che sulle risorse per gli investimenti».
Il Pd porterà in aula a Palazzo Frizzoni un ordine del giorno contro il blocco del turn over nei Comuni. «Mi aspetto — dice la capogruppo Riccardi — che le opposizioni lo votino. A Roma il centrodestra governa: è importante che si prendano le loro responsabilità. In consiglio ci inondano di ordini del giorno sulla sicurezza, ma come facciamo a garantirla se non possiamo assumere? Il governo Meloni non ce lo permette». Il Pd presenterà anche un ordine del giorno per chiedere a sindaca e giunta di «attivarsi presso la Regione affinché con il prossimo bilancio regionale siano stanziare risorse sufficienti a coprire il fabbisogno per il diritto allo studio universitario». Per Marco Previtali, consigliere e presidente dell’assemblea cittadina del Pd, «andiamo verso una fase di assoluta decrescita. Il governo taglia sul diritto allo studio e non si sopperisce a questi tagli nemmeno a livello regionale».
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