Cecilia Sala in isolamento a Evin: l’ipotesi-scambio con Mohammad Abedini arrestato allo scalo di Milano Malpensa

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di Angelo Vitale





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La giornalista italiana Cecilia Sala è stata fermata a Teheran mentre si imbarcava per tornare in Italia il giorno 19 dicembre e da allora si trova rinchiusa in una cella di isolamento del carcere di massima sicurezza di Evin. Tre giorni prima, alle 17.45 del 16 dicembre, le autorità italiane avevano arrestato allo scalo aereo di Milano Malpensa l’iraniano Mohammad Abedini-Najafabadi mentre scendeva da un aereo proveniente da Istanbul. Abedini, cofounder di una startup registrata presso l’Innovation Park del Politecnico federale di Losanna era ricercato dagli Stati Uniti. Il Dipartimento di giustizia americano accusa lui e un suo complice di aver esportato illegalmente una tecnologia statunitense in Iran attraverso una società fittizia in Svizzera.

Due giorni dopo l’arresto di Cecilia Sala la Reuters rendeva noto che, come riferito dai media iraniani quello stesso sabato, l’Iran aveva convocato l’ambasciatore svizzero a Teheran, che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti nel Paese, e un alto diplomatico italiano in merito all’arresto di due cittadini iraniani da parte degli Stati Uniti . Uno dei due era Abedini. Da qui la convocazione pure di quello che la Reuters definitiva un “alto diplomatico” italiano.

Un particolare che nei giorni scorsi non era stato oggetto di una comunicazione ufficiale della Farnesina – già al corrente dell’arresto di Cecilia Sala – e che neanche in queste ore viene reso noto o richiamato dal ministero degli Esteri che oggi, fin da subito, ha chiesto discrezione alla stampa su una vicenda che si vuole tenere, per cautela, rinchiusa nella stretta azione della diplomazia.

Non è improbabile però – lo ipotizzava già oggi un analista dell’Ispi intervistato da Sky – che una soluzione della vicenda di Cecilia Sala possa venire, come in passato è talvolta accaduto in casi del genere, da una risposta dell’Italia alla richiesta che l’Iran possa avanzare nei confronti di iraniani arrestati. E Abedini, cittadino arrestato in Italia, fin dai giorni scorsi è indicato come prossimo all’estradizione negli Usa.

Una vicenda intricata, anche per la tripla competenza – Iran, Italia e Usa – sulla sorte dell’iraniano fermato a Malpensa.

AGGIORNAMENTO

Il canale televisivo satellitare Iran International che ha sede a Londra ed è rivolto ai cittadini iraniani nel mondo riporta integralmente le parole di un post X del nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha sottolineato che per giungere alla liberazione di Cecilia Sala il governo italiano è pronto a perseguire “ogni strada”. Lo stesso canale riporta l’opinione di Shahed Alavi, giornalista iraniano impegnato nella promozione dei diritti civili. Alavi suggerisce che l’arresto di Sala potrebbe essere la risposta del’iran al fermo di Abedini in Italia. “Dieci giorni fa – ha scritto su X Alavi – avevo avvertito che, alla luce dell’arresto di un agente iraniano in Italia, la Repubblica Islamica, secondo la sua prassi consolidata, avrebbe preso sicuramente in ostaggio un cittadino italiano o un cittadino con doppia nazionalità iraniano-italiana al fine di scambiarli con il suo agente. Ora è stato annunciato che Cecilia Sala, una giornalista italiana di 29 anni, è stata presa in ostaggio a Teheran il 19 dicembre”. “I governi occidentali – ha aggiunto -sono molto più consapevoli di persone come noi dei meccanismi della strategia di cattura di ostaggi da parte della Repubblica Islamica. Tuttavia, non riuscendo a emettere seri avvertimenti di viaggio in tali situazioni, consentono irresponsabilmente a Teheran di continuare in questa politica”.


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