“Rispetto le regole, ora spazio ai giovani” – JUORNO.it / IL GIORNO

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A pochi giorni dal suo 65° compleanno, Luigi Sbarra, storico leader della Cisl, si prepara a lasciare la guida del sindacato, rispettando la norma che impone il limite d’età. In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, traccia il bilancio del suo mandato, rivendica i successi ottenuti e lancia un ultimo appello per un sindacato riformista, capace di dialogare con il governo senza trasformarsi in un partito politico.

“Lascio una Cisl in salute, il rinnovamento è un valore”

Non ha mai pensato di restare oltre il limite di età, perché per lui “rispettare le regole è un dovere”, soprattutto quando si occupano ruoli di responsabilità. “Credo nel rinnovamento, che apre spazi ai più giovani e garantisce un futuro solido alla Cisl”, afferma con convinzione.

E il bilancio che lascia è positivo: “Negli ultimi quattro anni abbiamo registrato 172mila iscritti in più tra i lavoratori attivi, molti sotto i 35 anni”. Sbarra passa il testimone a Daniela Fumarola, con la certezza che sarà all’altezza del compito. “La conosco da una vita, è determinata e concreta. Non ha bisogno di consigli”, dice con orgoglio.

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La legge sulla partecipazione: “Un’opportunità storica”

Uno degli ultimi atti della sua segreteria è stata la proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, ribattezzata dai media “Legge Sbarra”. Un tema centrale per la Cisl, che lo considera un “obiettivo storico” per dare ai lavoratori un ruolo centrale nelle scelte aziendali.

“Non vedo rischi, solo opportunità”, afferma Sbarra, spiegando che l’obiettivo è “migliorare i salari, aumentare la qualità e la stabilità del lavoro, rafforzare la sicurezza e accrescere la produttività”. Un modello che guarda all’Europa, dove in molti Paesi i lavoratori siedono già nei consigli di amministrazione delle imprese.

Lo scontro con Landini: “La Cgil è diventata un surrogato di partito”

Il rapporto con Maurizio Landini e la Cgil è stato spesso turbolento e, anche nel giorno del congedo, Sbarra non rinuncia a una stoccata: “Noi siamo un sindacato riformista, protagonista del cambiamento. La Cgil, sotto Landini, ha scelto una linea movimentista e antagonista, ancorata al Novecento”.

E aggiunge: “Landini dice di voler difendere la contrattazione, poi però si oppone ai rinnovi del settore pubblico e vuole affidare alla legge materie che dovrebbero essere prerogativa del sindacato, come salario e orario di lavoro”.

Non usa mezzi termini: “Così il sindacato diventa irrilevante”.

“Non bisogna incendiare le piazze”

Quando gli viene chiesto un giudizio sulle parole di Landini, che ha parlato di una possibile rivolta sociale, Sbarra è netto: “Il sindacato rappresenta milioni di persone, ha una responsabilità collettiva. Non deve incendiare le piazze, ma lavorare per riformare il Paese”.

E sottolinea la necessità di “favorire la coesione sociale, la partecipazione e la concordia nazionale”, come indicato anche dal presidente della Repubblica.

Il giudizio sul governo Meloni: “Serve un grande patto sociale”

Se la Cgil è spesso in aperto conflitto con il governo, la Cisl ha mantenuto una posizione più dialogante. “Il governo Meloni ha saputo interpretare il sentimento del Paese e ha mostrato capacità di ascolto su diverse misure economiche”, afferma Sbarra.

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Tuttavia, per lui ora serve “più dialogo e un grande contratto sociale tra governo, sindacati e imprese per le riforme da fare insieme”. E indica le priorità: alzare i salari, tagliare le tasse al ceto medio, riformare le pensioni, combattere la denatalità, investire in formazione, sanità e sicurezza sul lavoro.

Trump e Musk? “L’Europa deve svegliarsi”

Quando si parla di Donald Trump ed Elon Musk, Sbarra li definisce “figli del nostro tempo”, espressione di un’America sempre più tentata dal protezionismo. Ma la vera questione riguarda l’Europa: “Non abbiamo più una badante. L’Europa deve svegliarsi”, dice con una frase che suona come un monito per il futuro.

Il futuro di Sbarra: politica o relax?

E ora, cosa farà l’ex segretario della Cisl? Seguirà le orme di Furlan e Camusso, entrando in politica, o si dedicherà a una vita più tranquilla?

Lui non si sbilancia: “Continuerò a impegnarmi dove potrò dare un contributo. Ovunque sarà, resterò sempre un sindacalista al servizio delle persone più deboli”.

Una cosa è certa: il suo addio alla Cisl non sarà un addio al mondo del lavoro e della rappresentanza.



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