Secondo la ricerca di Accenture The Energy Provider’s Guide to Net Zero, nell’ultimo anno quasi una famiglia su tre in Italia ha affrontato difficoltà nel pagare le bollette energetiche. Questo dato, in linea con Francia e Germania, è però superiore a quello di altri Paesi europei come Spagna, Paesi Bassi e Portogallo. A livello globale, la percentuale sale al 37%.
Nonostante le difficoltà economiche, la maggior parte degli italiani guarda al futuro con un desiderio di cambiamento: l’87% si dice interessato a un’energia più sostenibile. Tuttavia, solo il 46% si dichiara disposto – o in grado – di sostenere un costo maggiore per favorire iniziative in questa direzione. Questo evidenzia un divario importante tra l’interesse per la sostenibilità e l’impegno economico che le famiglie possono effettivamente mettere in campo. Il 55% dei consumatori italiani, inoltre, indica come prioritari la “sostenibilità di costi e l’affidabilità.
Fausto Torri, responsabile area Energy, Utility, Chimica e Risorse Naturali di Accenture per Italia, Europa Centrale e Grecia
La nostra ricerca evidenzia chiaramente le difficoltà significative che molte famiglie incontrano nel far fronte alle spese per l’acquisto di energia domestica. Questa situazione riguarda una quota rilevante di famiglie, e il rischio è che il problema si aggravi ulteriormente nel 2025, con l’aumento previsto del costo dell’energia, ancora fortemente influenzato dal prezzo del gas. A questi rincari si aggiungono i costi strutturali necessari a sostenere la transizione energetica. Azioni strutturali di mercato come, ad esempio, quelle citate nel rapporto Draghi sul futuro della competitività UE (sganciare l’indicizzazione del prezzo dell’energia dal gas e utilizzare maggiormente i contratti a lungo termine – PPA) sono fondamentali per diminuire il prezzo finale dell’energia. In parallelo, crediamo che l’intelligenza artificiale e la tecnologia possano dare un grande contributo per affrontare questa sfida: da un lato, permettono di ridurre i costi lungo l’intera catena del valore dell’energia, trasformando i processi produttivi e distributivi per renderli più efficienti e abbassare così il prezzo finale in bolletta.Dall’altro, possono aiutare le aziende a migliorare il rapporto con i consumatori, un aspetto che, come emerge dalla nostra ricerca, presenta ancora ampi margini di miglioramento. Un elemento chiave per questo percorso è il potenziamento del customer care attraverso la digitalizzazione e l’uso dell’AI, che consente non solo di ridurre i costi operativi, ma anche di ottimizzare l’approccio verso i clienti. Inoltre, l’AI può supportare l’offerta di servizi premium personalizzati in base alle esigenze specifiche degli utenti, aiutando gli operatori energetici a migliorare la loro sostenibilità economica tramite la creazione di nuove entrate, intercettando segmenti di mercato ancora oggi trascurati. Basti pensare che solo un terzo dei clienti si dichiara soddisfatto della capacità del proprio fornitore di aiutarli a risparmiare. Per questo motivo, i consumatori si affidano sempre più ai canali digitali: il 44% utilizza siti online per raccogliere informazioni e il 35% per acquistare prodotti e servizi. Tuttavia, stiamo assistendo anche a una riscoperta del negozio fisico come punto di contatto diretto. Questo ritorno al rapporto umano si conferma un elemento decisivo per molti clienti, diventando un vero e proprio driver di scelta per i fornitori più attenti al servizio.
La ricerca – i principali risultati
La ricerca, condotta in 18 paesi (tra cui l’Italia) attraverso 16.800 intervistati (di cui 800 in Italia), rivela un quadro “in chiaroscuro”, facendo emergere con evidenza una significativa difficoltà di molte famiglie a far fronte alle spese per l’acquisto di energia domestica. D’altro canto, invece, resta molto elevato l’interesse per le energie sostenibili e la propensione all’acquisto di servizi e prodotti energetici “green” è complessivamente buona.
Se confrontiamo i risultati italiani con quelli globali, non emergono differenze significativamente. Ad esempio, a livello globale, l’81% degli intervistati ha dichiarato di essere interessato a un futuro più sostenibile, una percentuale che in Italia sale leggermente all’87%. Tuttavia, resta identica, sia in Italia che nel resto del mondo, la percentuale di coloro che non sono disposti o in grado di pagare di più per l’energia pulita, pari al 54%.
Un aspetto rilevante riguarda però la percezione del costo della transizione energetica: il 41% degli italiani ritiene che non debbano essere i consumatori a farsi carico di finanziare questo processo attraverso le bollette, un’opinione condivisa a livello globale dal 36% degli intervistati.
Il mercato italiano
Quando si esaminano le aspettative dei consumatori italiani verso i fornitori di energia domestica, emergono priorità ben definite.
La prima è il risparmio: per il 64% degli intervistati, ridurre i costi della bolletta rappresenta l’aspetto più importante. Seguono la prevedibilità dei costi, indicata come fondamentale dal 45%, e l’adozione da parte dei fornitori di misure per ridurre le emissioni di CO₂, che interessa il 41% del campione. Una percentuale simile, intorno al 40%, si aspetta inoltre di ricevere suggerimenti pratici per diminuire i consumi e i costi, mentre il 34% considera cruciale la sicurezza dei propri dati personali.
Un altro tema rilevante è la necessità di trasparenza: il 33% degli intervistati desidera strumenti che permettano di confrontare i costi di prodotti e servizi derivati da energia pulita. Infine, il 27% degli italiani si aspetta che i fornitori siano in grado di rispondere in modo rapido ed efficiente a eventuali domande o problemi.
Sostenibilità e disponibilità a pagare di più
Il desiderio di un futuro energetico più sostenibile è chiaramente un tema sentito dalla maggior parte dei consumatori italiani: l’87% del campione si dichiara interessato, con il 42% che lo è “molto”.
Tuttavia, la disponibilità a pagare un sovrapprezzo per supportare le iniziative di energia pulita si riduce al 46%, e solo l’11% si definisce “molto disponibile” a farlo. La principale ragione alla base di questa riluttanza risiede nella convinzione, condivisa dal 41% degli intervistati, che non spetti ai consumatori finanziare la transizione verso l’energia pulita tramite un aumento delle bollette.
Propensione all’acquisto di prodotti energetici
Guardando al futuro, la maggioranza degli intervistati italiani (72%) prevede di acquistare almeno un prodotto o servizio energetico nei prossimi due anni. Le preferenze si orientano verso articoli di facile accesso e utilizzo, come lampadine a basso consumo o prese elettriche multiple, che interessano il 51% del campione. Seguono elettrodomestici ad alta efficienza, come pompe di calore o sistemi di riscaldamento ibridi, e interventi per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, come l’isolamento termico o l’installazione di finestre anti-spiffero: entrambi raccolgono il 30% delle preferenze. Le tecnologie intelligenti per la gestione digitale della casa, come termostati o sistemi di illuminazione smart, attirano il 28% degli intervistati.
Meno entusiasmo si riscontra per l’acquisto di pannelli solari, scelti dal 17%, e di pacchi batterie o generatori, che interessano il 16%. Ancora più ridotta è la propensione verso veicoli elettrici e relativi sistemi di ricarica domestica, che attraggono rispettivamente il 14% e il 13% degli intervistati.
Rapporto consumatore-fornitore da migliorare
Un dato significativo che emerge dalla ricerca riguarda il rapporto tra consumatori e fornitori di energia: solo il 32% degli intervistati italiani si dichiara soddisfatto della capacità del proprio fornitore di aiutarli a risparmiare sulla bolletta. Non sorprende quindi che i consumatori italiani si affidino sempre più ai canali digitali per cercare informazioni e acquistare prodotti o servizi energetici.
I siti online risultano essere i più utilizzati per entrambi gli scopi, con il 44% che li usa per informarsi e il 35% per effettuare acquisti. Subito dopo vengono i canali dei fornitori di energia, scelti dal 37% per ottenere informazioni e dal 44% per acquistare. Altri canali, come le ONG o il passaparola tra amici e familiari, raccolgono rispettivamente il 24% e il 22% delle preferenze.
Questi dati sottolineano la necessità di migliorare il dialogo tra consumatori e fornitori, oltre a evidenziare l’importanza di offrire soluzioni più vicine alle esigenze dei clienti e orientate alla sostenibilità.
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