Emilia-Romagna, il dossier grandi opere e infrastrutture con il governo. Il Mit non cita il Passante ma de Pascale assicura: «È tra le priorità»

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per lavori di ristrutturazione

 


di
Francesco Rosano

Incontro tra il ministro Matteo Salvini e il presidente de Pascale: via libera per la diga di Vetto e anche per la Campogalliano-Sassuolo, tra i punti anche il maggior coordinamento nel sistema degli aeroporti

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«Massima priorità al completamento delle infrastrutture in corso o parzialmente già realizzate». Incluso il Passante di Bologna, che resta «una infrastruttura strategica». Il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, torna dal suo primo summit a Roma con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini con l’ottimismo di chi ha trovato un interlocutore attento e un clima «molto operativo». Anche se sulle tempistiche delle opere chiave, a partire dall’allargamento in sede di tangenziale e autostrada a Bologna, restano più punti interrogativi che certezze.

Le opere prioritarie

La nota del Mit, come spesso capita, è stringata. «L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sulle opere prioritarie per il territorio e in particolare: il potenziamento ferroviario, lo sviluppo delle autostrade con la bretella Campogalliano-Sassuolo, i lavori sulla strada statale 16, lo sviluppo del porto di Ravenna e il coordinamento tra aeroporti», fanno sapere dal ministero, sottolineando anche la «comune visione sulla necessità di realizzare la diga di Vetto». Nessun riferimento al Passante di Bologna, proprio come era accaduto pochi giorni fa in un’altra nota con cui Salvini aveva fatto sapere di aver chiesto «un’accelerazione» su alcuni interventi per l’Emilia-Romagna, tra cui mancava però il nodo bolognese.




















































La lista degli interventi

Due indizi non fanno ancora una prova, ma come direbbe Agatha Christie sono una coincidenza. Una coincidenza un po’ spiacevole, forse, che il governatore emiliano-romagnolo ha ritenuto di chiarire nel pomeriggio, dopo un’ora trascorsa al Mit insieme all’assessora Irene Priolo. «È stato un primo incontro molto operativo. Con il ministro abbiamo avuto modo di analizzare tutti i nodi infrastrutturali dell’Emilia-Romagna rispetto alla rete ferroviaria, stradale e autostradale e anche, ovviamente, rispetto alle prospettive del sistema aeroportuale e portuale», scrive de Pascale in una nota che elenca la lista degli interventi sul tavolo: il potenziamento ferroviario, lo sviluppo delle autostrade con la bretella Campogalliano-Sassuolo, i lavori sulla Strada Statale 16, lo sviluppo del porto di Ravenna, il coordinamento tra gli aeroporti. E anche, o forse sarebbe meglio dire soprattutto, il Passante di Bologna: «Confermato come infrastruttura strategica».

Il Passante e l’assenza di date

La discussione sull’allargamento del sistema autostrada-tangenziale di Bologna ieri, lunedì 3 febbraio, avrebbe infatti occupato quasi metà del vertice al dicastero di Porta Pia. Non è dunque mancata attenzione al caso Passante, ma che ciò basti a sbloccare un’opera congelata sine die è tutto da vedere. A fine 2022, quando partì il cosiddetto lotto zero preparatorio al cantiere vero e proprio di allargamento, l’avvio dei lavori (già in ritardo di anni) era previsto a fine 2023. Oggi, che siamo a inizio 2025, nessuno si azzarda a indicare date: né Autostrade, né il governo, né tantomeno gli enti locali. Il nodo da sciogliere è legato al rinnovo delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. L’Europa non ha intenzione di vedere deroghe o altre corsie preferenziali per l’attuale gestore, poco importa che vengano chieste da Roma per realizzare la Gronda di Genova o il Passante di Bologna (il cui costo previsto, ormai, supera i 3 miliardi di euro). La gare insomma si devono fare, ma anche le grandi opere come il Passante non possono restare congelate. Una soluzione potrebbe essere quella di avviare i cantieri, lasciando che l’attuale gestore ammortizzi la percentuale di lavori che si riesce a realizzare entro la scadenza delle concessioni. E poi spostare sulla gara la parte restante, in modo che chi dovesse eventualmente subentrare sarà tenuto a indennizzare ad Aspi la quota non ammortizzata.

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3 febbraio 2025 ( modifica il 4 febbraio 2025 | 10:13)

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