Il prossimo 5 febbraio 2025 sarà la 12esima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, ricorrenza nata con lo scopo di generare una crescente consapevolezza nei cittadini verso lo spreco alimentare. Mai come ora c’è bisogno di riflettere su questo argomento, visto che, in base ai dati dell’osservatorio Waste Watcher, lo spreco domestico è aumentato del 45% nel corso dell’ultimo anno. Si sprecano soprattutto la frutta fresca, le verdure, il pane fresco, le insalate, le cipolle, l’aglio e i tuberi. Per questo, spiega Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare ETS, bisogna cercare di favorire i comportamenti virtuosi delle famiglie, primo ambito nel quale occorre imparare a non sprecare cibo.
Parliamo di spreco nelle nostre dispense e tra le mura domestiche. Banco Alimentare cosa fa?
Banco Alimentare recupera le eccedenze esclusivamente dalla filiera agroalimentare, ma quello domestico resta un ambito fondamentale per l’educazione al rispetto del valore del cibo e della sua condivisione. Diversi sono i progetti che Banco Alimentare propone, soprattutto nelle scuole, per diffondere una “cultura del prendersi cura” di cose, come il cibo, bene primario, e di persone, secondo quanto Papa Francesco ha più volte richiamato: “Scartare cibo significa scartare persone”. E poi anche esperienze di volontariato d’impresa e tante iniziative rivolte ai consumatori finali.
Quali in particolare?
Proponiamo le ricette anti-spreco in collaborazione con università e istituti alberghieri, diffondiamo materiali per conoscere e distinguere la differenza tra “Scade il…” e “Preferibilmente entro…” e tanti “consigli anti-spreco” via via realizzati nel tempo: tutte informazioni disponibili anche sul nostro sito internet.
A proposito della vostra attività di recupero delle eccedenze, come è andata nel 2024?
Il recupero delle eccedenze a scopo sociale, e quindi la lotta allo spreco alimentare, è un’attività per noi quotidiana che, dal 1989, ci permette di sostenere oltre 7.600 enti convenzionati (mense, centri di accoglienza, case famiglia, ecc.), che raggiungono oltre 1.790.000 persone in difficoltà. Le stime sui dati del 2024 ci dicono che la quantità di cibo recuperato dalla rete Banco Alimentare è di circa 46.500 tonnellate, 2.000 in più rispetto al 2023.
È importante sottolineare come Banco Alimentare riesca a consolidare, anno dopo anno, la quantità di cibo recuperato grazie non solo a nuove partnership, ma anche alla cura di solide relazioni con gli enti convenzionati sul territorio, di cui pure sosteniamo alcune azioni di raccolta cibo, ad esempio con il programma Siticibo, partendo da un reciproco ascolto dei bisogni in risposta ai cambiamenti di contesto.
Quale canale ha il maggiore potenziale per voi?
Cresce costantemente il canale della Grande Distribuzione, quello con maggiore potenziale, grazie a un incremento dei punti vendita coinvolti in cui è attivo Siticibo, il nostro programma che permette di recuperare prezioso cibo fresco in eccedenza. Dal 2022 Fondazione Banco Alimentare ETS promuove, attraverso il Food Sustainability Lab del Politecnico di Milano e la Fondazione per la Sussidiarietà, un progetto di ricerca sulle eccedenze e sullo spreco alimentare in Italia, per conoscere meglio il fenomeno, le sue caratteristiche e operare con maggiore consapevolezza nel perseguimento della propria missione.
Quali sono i temi sviluppati nella ricerca?
Nell’anno 2022-2023 la ricerca si è concentrata sull’industria italiana della trasformazione alimentare (alimenti e bevande); l’edizione 2023-2024 della ricerca si è focalizzata sul settore agricolo italiano (incluso l’allevamento) e la nuova fase dell’indagine, già avviata, si concentrerà sullo studio del settore della distribuzione alimentare.
La lotta allo spreco si gioca anche in termini di educazione e cultura. Quanto conta in questo la capacità di costruire alleanze?
Partire dalle persone è l’elemento fondamentale. Attraverso lo svolgimento della nostra attività cresce innanzitutto la nostra educazione e, così, il contributo a educare, come dicevo prima, al rispetto e alla cura, come conseguenza del riconoscere che tutto ci è dato e noi siamo custodi e non padroni di ciò che abbiamo. Nessun cambiamento autentico può avvenire nella nostra società se non cambia la persona, se non cambio io. Ogni solida alleanza, e tante ne abbiamo, nasce dalla costruzione di relazioni tra persone che consentano di fare pezzi di strada insieme.
(Marco Tedesco)
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