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Alla foce del Tevere, accanto al Faro di Fiumicino costruito nel 1946, memoria storica del litorale laziale, si trovano i Bilancioni: capanni da pesca con reti a bilancia, patrimonio dellə abitantə del luogo che ricordano con nostalgia le giornate trascorse sulle palafitte di legno, tra lenze e gare di tuffi. Oggi la diga foranea, un braccio di cemento di 800 metri che parte dal faro e attraversa il mare, ha modificato le correnti sottraendo sabbia dalle coste di Focene e Fregene che si è accumulata a Fiumicino tra i pali che sopraelevavano le strutture dal mare, alterando paesaggio e ricordi.
La diga foranea costruita nel 2010 è stato il primo passo visibile della speculazione sulla zona di Isola Sacra, un’operazione che ha origine nel 1982 quando la Regione Lazio incarica l’Università di Roma “La Sapienza” di eseguire uno studio sul coordinamento dei porti al fine di realizzare un terminal turistico per valorizzare i cantieri nautici di Fiumicino e riorganizzare in sicurezza il traffico e la sosta navale sul delta del Tevere.
Porto della Concordia
A partire dagli anni Novanta la società I.P. Iniziative Portuali, con socio di minoranza Invitalia S.p.A. (di proprietà dal Ministero dell’Economia) si interessa all’area e richiede una concessione demaniale marittima di 90 anni per la realizzazione del “Porto Turistico di Fiumicino in località Isola Sacra”. Nel 2010 la Regione Lazio le affida la concessione, il progetto della società prevedeva la costruzione del “Porto della Concordia”, uno scalo per 1550 imbarcazioni con annesse strutture commerciali.
Il piano di IP avrà vita breve, giusto il tempo di impiantare gli enormi macchinari per fabbricare i frangiflutti e realizzare la diga di cemento, poiché nel 2013 una serie di illeciti porta al sequestro del sito, che viene abbandonato insieme ai macchinari ancora visibili sul litorale e lasciando cumuli di sabbia lì dove c’era il mare.
Nel 2017, in seguito al fallimento, IP vende il ramo d’azienda e nel 2018 Invitalia chiede alla Regione Lazio la modifica della variante del progetto definitivo con l’introduzione della funzione crocieristica per le navi della Royal Caribbean. Un’istanza volta a spianare la strada alla Fiumicino Waterfront S.r.l. (di proprietà del gruppo Royal Caribbean e Cruise Terminals International – iCON Infrastructure) che nel 2021 acquista la concessione all’asta per il valore ribassato di 11 milioni e 450 mila euro, un prezzo irrisorio per una società che spende 1,4 miliardi di dollari per la costruzione di una sola imbarcazione.
Porto della Royal Caribbean
L’8 febbraio 2022 viene formalizzata l’autorizzazione dal Comune di Fiumicino del subingresso nella Concessione Demaniale Marittima rilasciata dalla Regione Lazio a favore della Fiumicino Waterfront S.r.l. dando il benestare al primo grande porto a gestione privata in Italia.
Parliamo di 55mila metri quadrati di terreno e 988mila metri quadri di specchio acqueo. Le navi che attraccheranno avranno 72 metri di altezza (più di due volte il faro!) e oltre 300 di lunghezza, crociere che imbarcano almeno 5.000 turisti, equipaggio escluso. In aggiunta all’attracco delle enormi natanti, il progetto prevede ormeggi per almeno 750 barche e 40 yacht di grandi dimensioni, un centro commerciale e il “Colosseo sul mare”, un hotel da 220 residence.
Un piano che conta la spesa di 500 milioni inserito nel “Decreto Giubileo” del giugno 2023, come progetto «essenziale», quindi beneficiario di accelerazioni procedurali, al fine di «garantire l’accesso a Roma via mare ai pellegrini del Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025»!
Oltre a permettere un acceleramento nella realizzazione che prevede l’inaugurazione del porto (incompleto, ma in funzione) per questa estate, consente – si legge sul sito di Carteinregola – «di superare eventuali pareri contrari di enti preposti esclusi elementi ostativi legati alle normative di tutela dei beni culturali o alle norme antimafia o alle norme europee».
Osservazioni sul progetto
Il fondale alla foce del Tevere attualmente è di cinque metri di profondità, gli studi di impatto ambientali di Waterfront stimano la necessità di ampliarlo scavando altri 12 metri, per un totale di 3,1 milioni di metri cubi di sabbia da estrarre.
La scarsa profondità del fondale e la presenza di residui di metalli inquinanti che si diffonderebbero con il dragaggio è una delle mozioni ambientali presentate nel dicembre del 2023 contro il disegno di Royal Caribbean dai Tavoli del Porto, una realtà costituita da cittadinə e l’unione di associazioni e collettivi che si battono per la difesa del litorale di Fiumicino.
I Tavoli del Porto denunciano l’erosione delle coste già in atto, l’inevitabile danneggiamento dell’ecosistema marino, il rischio idrogeologico e l’inquinamento atmosferico (le crociere emettono grandi quantità di sostanze tossiche come gli ossidi di azoto, di zolfo e polveri sottili PM2.5), il rischio idraulico, la penetrazione del cuneo salino, la mancata riorganizzazione della mobilità e la vicinanza dell’aeroporto che limita l’altezza delle imbarcazioni, del Porto di Civitavecchia e di Ostia.
A ottobre 2023 il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MITE) avvia la Valutazione di impatto ambientale (VIA), a novembre pubblica i risultati per la consultazione pubblica e dopo una settimana le associazioni riunite nei “Tavoli del Porto” e Carteinregola rispondono con le loro osservazioni.
Arriviamo a gennaio 2024, quando la Soprintendenza speciale per il PNRR e il MITE sollecitano delle integrazioni rilevanti, ben 17, a Fiumicino Waterfront S.r.l. che chiede una sospensione di 120 giorni, dopodiché bisognerà aspettare il parere del MITE per il via libera o il diniego al progetto.
Il Ministero della Cultura si era già espresso, definendo il progetto «gravemente carente in termini di connessioni visive e funzionali con il comparto paesaggistico in cui si inserisce» e poco attento agli «impatti cumulativi causati dalla presenza ravvicinata di due porti (oltre al porto turistico di Ostia)». Nonostante le 17 prescrizioni ambientali, lo sfratto degli abitanti di Isola Sacra, il rischio di danneggiamento dei siti archeologici adiacenti come il Porto di Traiano e i problemi relativi alla viabilità, il parere del Ministero dell’ambiente arriva il 15 gennaio 2025, a venti giorni dall’avvenuta apertura della porta santa del Giubileo, dichiarando che l’opera non ha «significativa incidenza» sul litorale romano.
Sembra ormai definitiva l’autorizzazione alla costruzione del porto crocieristico, ma a distanza di una settimana si esprime anche l’Antitrust che evidenzia le criticità legate alla dimostrazione economica della funzione turistica del progetto e non speculativa, alla durata eccessiva della concessione e alla necessità di una gara pubblica per valutare proposte migliorative di altri operatori. Il progetto è ancora una volta in stallo.
Dopo quarant’anni il porto turistico di Fiumicino ancora non è stato costruito, il territorio e chi lo vive continua a subire soprusi e privatizzazioni da parte degli investitori con il benestare delle amministrazioni comunali, regionali e governative, mentre la voce e i progetti dellə residentə non viene ascoltata. In questi anni sono nati i Tavoli del Porto, il collettivo “No porto”, l’occupazione di uno dei Bilancioni a difesa del luogo, che da più di dieci anni lottano per denunciare gli abusi e gli interessi che tentano di accaparrarsi la costa.
Il Collettivo No Porto_Bilancione Occupato scrive nel comunicato del 15 gennaio: «Non siamo disposte a perdere un luogo per noi caro e quindi rivendicheremo sempre come singole persone e collettività un ruolo attivo nelle decisioni politiche che riguardano il bene comune, rigettando la logica che si interessa delle periferie con operazioni di saccheggio e devastazione avallate dalla peggiore politica» e rilancia i prossimi appuntamenti a difesa del bene comune di Fiumicino.
13 febbraio Sweet bunch
23 febbraio L38
1 marzo Liburna
23 marzo Biciclettata al Bilancione Occupato
Tutte le foto sono di Marianna Gatta
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