La “sinistra” senza idee ha dato il peggio di sé. Una farsa da circo

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Pierfranco Bruni*

Roma, 5 febbraio 2025 – Ho assistito a quasi tutto il dibattito di oggi in Parlamento. In presa diretta. Credo si abbia una sensazione diversa essere dentro che assistere in TV a una scena da circo. Da una parte l’eleganza della parola o meglio del linguaggio. Dall’altra l’arroganza, la scostumatezza, la mancata conoscenza reale dei fatti. È questione di stile.
Il Governo che doveva essere messo alla gogna da una sinistra (senza idee, senza progettualità, senza una politica ) ne è uscito a testa alta con la volontà e la potenza delle idee.

Invece questa sinistra, incapace persino di rispettare la rigorosa eredità ideologica social – comunista, ha reso testimonianza di vacuità, capacità urlante priva di opinioni serie puntuali nella rappresentazione logica.
L’esplosione della rabbia e dell’ira, come le intende anche Vittorino Andreoli nel suo recente splendido libro, nasce dal fatto che non si è competitivi in nulla. Perché chi non ha idee, come questa sinistra, non può essere competitiva in nessun argomento. La sinistra lo sa bene.
C’è un altro aspetto. Da una parte non solo politica fondata da dati e conoscenza, ma anche formazione sul piano giuridico (forse qualcuno dimentica che sono uomini di giurisprudenza personalità come Nordio, Piantedosi e Mantovano). Dall’altra parte ci sono scolaretti ai primi studi o alle prime pagine o studentelli che vogliono dimostrare di aver letto professionalmente libri di diritto. Gli interventi lo hanno dimostrato. Interventi interamente vuoti di contenuti in analogia ad una campagna elettorale bassa.
Qui si aprirebbe un’altra questione che è quella di una destra che ha una funzione anche culturale e una sinistra che naviga a vista proprio in termini culturali. Non entro nel merito del fattore immigrazione soprattutto dopo gli scheletri dell’armadio della sinistra.
Questa farsa la sinistra poteva risparmiarsela dando in Parlamento il peggio di sé. Era prevedibile. Ancora non riesce a metabolizzare la sconfitta, una sconfitta “democratica”, che la dice lunga su come il popolo italiano si è espresso. Sul fatto che non abbiano idee, non nasce da oggi. Il ritorno in scena, proprio di questi giorni, del “prode” Prodi è una ulteriore sconfitta di tutti i sinistrati scolaretti.
La sinistra dovrebbe prendere lezioni dei rudimenti del fare politica in una società come la nostra ma pure dovrebbe leggere alcuni testi di Hegel e prima ancora di Voltaire, Rousseau (autori che non fanno parte della mia formazione ma li leggo) e Burke, per cominciare a comprendere la politica come senso di orizzonti e dialettica vera.
La sinistra esce da una situazione regressiva proprio sul piano culturale, sul piano dello stile, sul piano di assenze di proposte. E poi pensiamo che i ragazzi di oggi dovrebbero approcciarsi alla politica? La sinistra, ripeto, ha dato il peggio di sé.

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Photocover: Elly Schlein – Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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