Effettua una nuova ricerca
More results...
Con il Decreto Salva Casa (D.L. n. 69/2024, convertito con
modifiche dalla legge n. 105/2024), la disciplina relativa al
cambio di destinazione d’uso ha subito notevoli
trasformazioni, che sicuramente tracceranno nel tempo una nuova
rotta nell’ambito della giurisprudenza sugli abusi
edilizi.
Intanto, sebbene le nuove disposizioni dell’art. 23-ter del
d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico
Edilizia) rappresentino l’introduzione di una vera e
propria vera disciplina dei cambi di destinazione d’uso orizzontali
(all’interno della stessa categoria) e verticali (tra categorie
diverse), con o senza opere edilizie, la giustizia
amministrativa, nei contenziosi per i quali si applicano le
previsioni precedenti, ribadisce il proprio orientamento in caso di
lavori eseguiti in assenza di titolo
abilitativo.
Cambio di destinazione d’uso rilevante: un caso “pre Salva
Casa”
Ne è prova la sentenza
del 3 settembre 2024, n. 16065, con cui il TAR
Lazio ha confermato l’ordine di demolizione e di
ripristino dello stato originario dei luoghi, relativo ad opere
abusive che avevano determinato il cambio di destinazione d’uso di
un piano terra da uso studio ad uso abitativo, e del piano
interrato da uso magazzino a uso residenziale.
Nel dettaglio, la relazione di sopralluogo del Comune aveva
messo in evidenza che erano stati realizzati, in difformità alle
concessioni edilizie rilasciate, i seguenti interventi,
corrispondenti a cambi di destinazione d’uso rilevanti:
- al piano terra, il cambio di destinazione d’uso da studio a
residenziale, con la presenza di soggiorno – pranzo, angolo
cottura, oltre alla demolizione delle tramezzature che costituivano
un vano bagno al posto del quale attualmente risulta esserci
l’ambiente cucina a vista. - al piano interrato, il cambio di destinazione d’uso da
magazzino a residenziale con la presenza di una camera da letto e
di un impianto di riscaldamento autonomo dotato di termosifone,
oltre a un bagno per la cui realizzazione è stato chiuso il
sottoscala con una nuova tramezzatura.
Le opere realizzate non corrispondevano ai parametri urbanistici
ed edilizi previsti dalla normativa del piano di lottizzazione del
complesso immobiliare a cui apparteneva l’immobile, dove gli spazi
potevano essere destinati solo a uso studio.
Un’indicazione confermata dal tribunale romano, secondo cui va
considerato mutamento della destinazione d’uso rilevante
ogni tipologia di impiego degli immobili differente da
quella originaria, a prescindere dalla realizzazione di
opere, che implichi il passaggio ad una differente categoria
funzionale tra residenziale, turistico ricettiva, produttiva e
direzionale, commerciale, e rurale.
Secondo la versione dell’art. 23-ter del d.P.R. n. 380/2001
vigente ratione temporis, il comma 1 dispone che:
1. Salva diversa previsione da parte delle leggi regionali,
costituisce mutamento rilevante della destinazione d’uso ogni forma
di utilizzo dell’immobile o della singola unità immobiliare diversa
da quella originaria, ancorché non accompagnata dall’esecuzione di
opere edilizie, purché tale da comportare l’assegnazione
dell’immobile o dell’unità immobiliare considerati ad una diversa
categoria funzionale tra quelle sotto elencate:
- a) residenziale;
- a-bis) turistico-ricettiva;
- b) produttiva e direzionale;
- c) commerciale;
- d) rurale.
Nel caso in esame, le concessioni edilizie assentivano la
realizzazione di “edifici per servizi a carattere
privato”, da intendersi come studi professionali e uffici, ai
quali è attribuita la categoria funzionale A/10.
Dal sopralluogo sono emerse ingenti modifiche all’immobile
mutando la destinazione d’uso. Il rilevante abuso esclude che vi
siano i presupposti per l’applicazione di sanzioni pecuniarie
alternative, come richiesto dal ricorrente
Non solo:
- non è stata presentata la domanda di permesso in
sanatoria ex art. 36 dpr 380/2001; - non è stata né allegata prova, né dimostrata la sussistenza
della c.d. “doppia conformità”; - non è stato provato che demolendo la parte abusiva
sussisterebbe un pericolo di staticità per la residua parte
dell’abitazione.
Per il TAR quindi nessun dubbio nel respingere il ricorso: non
vi sono quindi ostacoli alla necessaria riduzione in pristino.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
Informativa sui diritti di autore
Questa è una parte dell’articolo originale
Vuoi approfondire l’argomento, criticarlo, discutere
come previsto dalla legge sul diritto d’autore art. 70
Sei l’autore dell’articolo e vuoi richiedere la rimozione?
Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: “Il riassunto, la citazione (source link) o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali